Metamorfosi
Volta a padiglione caratterizzata da decorazione plastica e pittorica: cornici piatte in stucco bianco e dorato suddividono l'intradosso in settori, di cui il centrale recante una cornice ottagonale già destinata ad accogliere un dipinto su supporto mobile; nell'area di raccordo tra specchio e pareti si collocano otto dipinti murali: quattro, di formato ovale e con cornice a cartocci, collocati al centro di ciascun lato della volta; quattro, di dimensioni minori, posti agli angoli della volta stessa. Le cornici dei dipinti ovali recano, in alto al centro, una targa ovale, sono affiancate da coppie di festoni e concluse in basso da un mascherone; i dipinti angolari sono affiancati da elementi assimilabili a lesene (singole sui lati brevi; in coppia sui lati lunghi) sulle quali si collocano mascheroni e motivi decorativi naturalistici
- OGGETTO volta
-
ATTRIBUZIONI
Viani, Antonio Maria (1550 (?)-1635): architetto
Viani, Antonio Maria (cerchia): pittore
Tragnoli Vincenzo (attribuito): scultore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 56/ Terza stanza dell'Appartamento delle Metamorfosi o della Galleria del Passerino
- INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La volta della terza camera della galleria delle Metamorfosi unisce al rigore della composizione, particolarmente chiara e geometrica nella parte centrale, in cui si apre un ampio comparto ottagonale, a un'accentuata libertà di modellazione degli elementi decorativi. Il tema della metamorfosi, cui sono dedicate le scene dipinte di questa e delle altre stanze della galleria, è infatti sostenuto e amplificato dall'apparato plastico che incornicia le scene stesse, composto di elementi decorativi e soggetti fantastici o mostruosi in continua e reciproca evoluzione: dalle elaborate cornici a cartocci delle quattro scene ovali collocate al centro dei lati della volta, di cosiddetto stile “auricolare”, nascono arpie o teste leonine con le fauci spalancate, nonché mascheroni dalle fattezze umane e animalesche, mentre le lesene singole e accoppiate verso gli angoli della volta ospitano mascheroni con fisionomie caratterizzate. Anche i motivi naturalistici, quali festoni e “oscilla” di frutti e vegetali, concorrono al gioco della trasformazione della materia plastica in verità tangibile, attraverso un' impressionante mimesi del reale. Tali caratteristiche hanno da sempre guidato la critica in direzione del nome di Antonio Maria Viani, prefetto delle fabbriche ducali e probabile progettista della galleria, ma sicuro ideatore della decorazione in stucco di questi ambienti (si rinvia, in particolare, a Tellini Perina 1985, pp. 238-239): il “gusto arrovellato”, la “tipologia bizzarra” e un certo “horror vacui” che connota gli ambienti delle Metamorfosi, rilevati dalla Tellini Perina con riferimento all'elaborata decorazione plastica, si ricollegano ad esperienze anticlassiche padane e di cultura romana della seconda metà del XVI secolo, ma potrebbero anche riflettere il gusto scenografico che lo stesso Viani dovette esprimere nella propria attività di realizzatore di apparati effimeri per la corte mantovana. Le scene dipinte (probabilmente a olio su stucco: cfr. Patricolo 1908, p. 50; Carpeggiani 2003, p. 215; L'Occaso 2007, p. 104) raffigurano episodi mitologici desunti, come chiarito da Signorini (Scienza a Corte 1979, pp. 159-164), dalle “Metamorfosi” di Ovidio. Tre di esse derivano certamente da altrettante incisioni di Antonio Tempesta raccolte nell'opera “Metamorphoseon sive trasformationum ovidianarum libri quindecim [...]” (Anversa, 1606 ca.), mentre le restanti paiono talora derivare, dai modelli grafici qui contenuti, singoli particolari oppure generali composizioni. Ulteriori fonti di ispirazione sono state riscontrate nelle raccolte di illustrazioni delle “Metamorfosi” ovidiane di Crispjin de Passe (“Metamorphoseon ovidianarum typi aliquot artificiosissime delineati [...]”, I edizione del 1602, II edizione del 1607), cui lo stesso Tempesta pare talora essersi rifatto, e Bernard Salomon (“Le Métamorphose d'Ovide figurée”, Lione 1557). I soggetti raffigurati (dall'angolo nord-est, in senso orario) sono “Salmacide ed Ermafrodito”, “Atlante mutato in monte”, “Aglauro mutata in pietra”, “Linco mutato in lince”, “Apollo uccide Pitone”, “Biblide mutata in fonte”, “Cadmo e Armonia mutati in serpenti”, “Le sirene mutate in uccelli ed Enea” (cfr. inoltre Berzaghi 2002, p. 616, n. 207 e Signorini 2003, pp. 272-274)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267715-1
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0