allegoria della Vittoria
monumento ai caduti a lapide,
1920 - 1920
Rusconi Enrico (1857-1933)
1857-1933
Monumento dedicato ai caduti della prima guerra mondiale; compare la lista dei caduti
- OGGETTO monumento ai caduti a lapide
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MATERIA E TECNICA
Marmo
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ATTRIBUZIONI
Rusconi Enrico (1857-1933): scultore
- LOCALIZZAZIONE Via Mazzorin
- INDIRIZZO Via Mazzorin, Luvinate (VA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE (Pippione Marco, Luvinate e la sua storia - Comune di Luvinate 2000). E’ possibile ricostruire le vicende del monumento ai caduti luvinatesi attingendo notizie dal Liber Chronicus della parrocchia dei SS. Ippolito e Cassiano (vol. II, pp. 62, 69 e 70), compilatore il Can. Enrico Stella, nonché consultando quattro articoli ritagliati dalla stampa locale nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 1923, accuratamente riposti nell’archivio parrocchiale del citato sacerdote. Nella cronaca della parrocchia si legge: “Il giorno 16 maggio 1920, previa solenne funzione religiosa in Chiesa, con discorso di suffragio, fu inaugurato, alla presenza di tutte le autorità, un bel Monumento ricordante i 13 Caduti in guerra, o in causa di questa, di questa nostra Parrocchia. Tanto la funzione in Chiesa come la cerimonia esterna dell’inaugurazione sono riuscite di piena soddisfazione per tutti, per quanto vi sia stata in antecedenza qualche animosità e discussione vivace”. Il primo motivo di aspra polemica nacque, quindi, dall’inclusione nella lista dei caduti di tale Enrico Broggi, “morto militarizzato, ma non militare”. Ad esito delle ricordate animosità, il quattordicesimo nome dovette essere cancellato dal monumento (l’abrasione in calce all’elenco dei tredici caduti è tuttora osservabile). L’opera, realizzata da certo “scultore Enrico Rusconi di Bisuschio”, venne originariamente collocata “nella piazzetta di fianco alla chiesa”(al di sotto del muro perimetrale di “Villa Mazzorin”, precisamente quello prospiciente il “Bar Giardino”). Le spese di realizzazione del monumento furono sostenute, in massima parte, dalla munificenza del Grand’Uff. Comm. Edoardo Bosisio. Nuovo motivo di controversia scaturì dall’incisione nel basamento dell’opera d’arte del contrassegno socialista. Si narra in uno dei summenzionati pezzi ritagliati dalla carta stampata dell’epoca: “Qualche novità può saltar fuori anche a Luvinate talvolta, benchè sia un modesto paesello, per quanto ridente e poetico guardato un po’ da lontano. Essendo stato riferito ai nazionalisti di Varese che sul Monumento ai Caduti di Luvinate era stato inciso in una parte del basamento l’emblema dei socialisti, cioè la falce e il martello, immediatamente una rappresentanza dei medesimi obbligò l’autorità Comunale a far cancellare quell’emblema sostituendolo colla Stella d’Italia”. In realtà sembra che il basamento recasse scolpiti non già la falce e il martello, ma una falce e una spiga, rappresentazione che ben avrebbe potuto essere interpretata come simbolo rurale e non politico, per quanto, pare, i socialisti avessero voluto scientemente equivocare. Aggiunge Don Enrico Stella, sempre riguardo al manufatto: “Produce un bellissimo effetto ed è giudicato uno dei migliori, per quanto sia doloroso non riscontrarvi il segno di nostra Santa religione”. Proprio l’assenza del Crocifisso divenne l’ennesimo motivo di furiose liti e di gesti sconsiderati. Dagli altri ritagli di giornale si apprende che nel mese di gennaio 1923 un ignoto autore, nottetempo e approfittando dell’assenza della corrente elettrica, sgorbiò sul marmo bianco, con vernice ad olio, due indelebili croci. Al Circolo di Luvinate i socialisti arrivarono ad incolpare dell’azione i giovani dell’oratorio e, in un momento successivo, addirittura il Parroco stesso. Un soggetto, sospettato autore dell’atto in ragione di vaghi indizi, fu malmenato. Dal Liber Chronicus si apprende, ancora, in proposito: “Il giorno 4 febbraio 1923 verso le 15 il parroco, previo invito del Municipio, procedette alla benedizione del Monumento ai Caduti, che non era ancora stato benedetto per la mancanza di un segno religioso. Aderendo al desiderio della maggioranza della popolazione, il parroco fece ordinare una piccola croce di bronzo di cannone nemico, che poi egli offerse al Municipio, onde fosse incastonata al Monumento”. La benedizione del monumento rinvigorì le mai sopite polemiche e ciò in ragione del fatto che “La benedizione potrebbe essere intesa come nuova inaugurazione, ma l’inaugurazione era già stata fatta anni addietro!”. Si decise pertanto che il rito della benedizione si doveva svolgere al solo suono delle campane, intonando l’inno “Noi vogliam Dio”, senza alcun discorso e nell’assenza delle autorità. Apposta al monumento la piccola croce in bronzo, si ridestarono, inesauribili, altre polemiche, posto che i “Giovani Cattolici” chiesero a gran voce che fosse scolpito sotto il Crocifisso un noto distico, solitamente inciso nei concerti di campane: “Bronzo bellico tuonò guerra, bronzo Sacro invoca Pace”. Alla richiesta si opposero con veemenza, ed evidentemente la spuntarono, le autorità comunali. (Quaderni di Luvinate – Periodico del Comune di Luvinate n. 49 Dicembre 2009, p. 18). (continua in "Annotazioni")
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303243656
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- ISCRIZIONI lato anteriore, in basso - LUVINATE AI SUOI CADUTI - a rilievo -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0