Madonna in gloria con benefattori. Madonna con il bambino fra nuvole e devoti in ginocchio

dipinto,

Dipinto a olio su tela con cornice in legno in parte decorata

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • ATTRIBUZIONI Cavagna Gian Paolo (bottega): pittore
  • LOCALIZZAZIONE Fondazione Casa di ricovero Santa Maria Ausiliatrice
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'indicazione data da Vittorio Bellini di riferire il dipinto alla bottega del Cavagna viene riportata nell'inventario delle opere della collezione Fondazione Maria Ausiliatrice ONLUS del 2003. Il dipinto deve essere letto in relazione alla “Natività con pastore e s. Francesco, s. Antonio da Padova e s. Bernardino” in collezione CARISMA attribuibile alla stessa mano. I due dipinti presentano una cornice del tutto simile con decorazioni a foglie e motivi a fiori e due spazi a metà dei laterali per l’inserimento di piccolo figure che costituisce un primo elemento unificante per una medesima destinazione. Forse una cappella? La lettura delle due opere sembrerebbe un’estensione della tipica pala d’altare di Paolo Cavagna con la Vergine, santi e i devoti. Sulla prima tela vediamo la Vergine Maria assisa sulle nuvole con il Bambino che tiene una rosa in mano e angeli, al di sotto sei devoti in ginocchio. Nella sconda tela con la Natività sono rappresentati invece tre santi francescani. C’è da chiedersi se i due dipinti fossero destinati a una cappella dedicata all’Immacolata Concezione. Ciò che interessa notare in modo particolare in questo primo dipinto con la Vergine assisa tra le nuvole sono i sei ritratti dei devoti in ginocchio, poichè ritroviamo alcuni di questi sparsi in due dipinti di Paolo Cavagna rispettivanemte: “La Madonna della Cintura con santi e davoti” della Carrara attualmente in comodato presso il M.A.C.S. di Romano, datata tra 1600 e il 1610, e la “Madonna col Bambino tra s. Rocco s. Sebastiano e quattro confratelli” fermata e datata 1591 presso la chiesa di s. Rocco a Bergamo, nell’Oratorio della dottrina Cristiana. La fortunate ricerche d’archivio di Bruno Cassinelli e padre Tarcisio Tironi, direttore del M.A.C.S., hanno svelato l’identità dei sei devoti nella pala della Madonna della citura (Cassinelli 2021) essi sarebbero gli eredi dei fratelli Innocente (1535-1597) e Giacomo (1545-1600) Firmino da Calepio. I tre figli maschi di Innocente sulla sinistra Giacomo (1562), Francesco (1563) e Antonio il più giovane (1577-1609); sulla destra invece le due figlie di Giacomo, Elisabetta (1584) e Margherita (1584) e Domitella la madre vedova (1551). I Firmino da Calepio erano una famiglia di “forestieri” a Romano, lì trasferiti forse intorno alla prima metà del ‘500. La pala fu da loro commissionata al Cavagna e destinata alla cappella della Madonna della cintura, di cui esisteva una congregazione presso la chiesa di S. Maria della Misericordia a Romano. Osservando il secondo dipinto del Cavagna presso la chiesa di s. Rocco nell’Oratorio della dottrina Cristiana, notiamo la presenza solo di alcuni dei ritratti realizzati nella pala della Madonna della cintura, in quella si s. Rocco infatti si trovano solo quattro ritratti a destra due donne e a sinistra due uomini uno più giovane e l’altro più anziano. Venendo ora al dipinto in collezione CARISMA si riconosce lo stesso personaggio anziano nel dipinto di s. Rocco, qui il terzo da sinistra con con la testa quasi pelata e il lungo mantello nero. Inoltre nel dipinto della fondazione CARISMA la seconda figura maschile da sinistra che rivolge lo sguardo allo spettatore, ricompare nella pala della Madonna della cintura identificato dal Cassinelli come Francesco figlio di Innocente (1535-1597) Firmino da Calepio. La terza figura maschile sulla sinistra, sempre nel dipinto CARISMA, senza barba potrebbe invece forse essere identificata con il figlio più giovane di Innocente, Antonio qui senza la barba. Per quanto riguarda invece il gruppo delle donne, ritroviamo la stessa figura col velo pesante all’estrema destra che ricompare anche nella pala della Madonna della cintura della Carrara, identificata come Domitella, mentre le altre due sembrano essere state invertite nell’ordine: da destra prima Elisabetta e poi Margherita, in posizione più centrale. In conclusione si potrebbe ipotizzare che i due dipinti in collezione CARISMA siano stati commissionati da alcuni membri della famiglia Firmino da Calepio forse da Innocente ancora in vita, ritratto con altri membri della sua famiglia e di quella del fratello. Sappiamo che tra il 1585 e il 1595 nella casa dei Firmino da Calepio fuori le mura di Romano, vivenano 28 persone di età variabile con tre capifamiglia mogli, figli e nipoti, più la servitù (Cassinelli 2021). È dunque plausibile che il dipinti in collezione CARISMA siano opere di bottega del Cavagna che presumibilmente possedeva degli studi e modelli dei personaggi ritratti nelle sue opere. Questo dipinto commissionato insieme al suo pendant l’Adorazione con i santi francescani forse era destinato in offerta a una congragazione di pertinenza francescana da collocare in una cappella. Sappiamo inoltre che il Cavagna fu attivo nella cappella della Concenzione in Santa Maria delle Grazie nella volta, e di lui esistevano anche due santi s. Francesco e s. Diego a fresco nella “spezieria” del convento (Pasta 1775, Anonimo 1760), non è da escludere che questi due dipinti provenienti dalla sua bottega potessero essere stati presenti in qualche nella chiesa, forse da identificare con i due dipinti nella cappella della Concezione di cui parla un’anonimo autore nel XVIII secolo (a questo proposito si veda Valagussa pp.86-87 lì Anonimo del 1760 c., ff. 172-174, in Indice delle chiese della città [di Bergamo] e borghi, ms. nella Biblioteca civica di Bergamo, Ψ, 2, 36 ed., ma anche Pasta 1775, p. 107). Per quanto riguarda la datazione dei due dipinti se la figura dell’uomo anziano nel dipinto con la Vergine assisa fra le nuvole si potesse identificare con Innocente Firmino da Calepio (1535-1597) una raginavole datazione per I due dipinti sarebbe da porre tra il 1591 data della tela di s. Rocco, e il 1597 data di morte di Innocenzo. Ulteriori ricerche d’archivio presso la Fondazione Maria Ausiliatrice ONLUS forse potrebbero aiutare a comprendere meglio la provenienza dei due dipinti e la loro originaria collocazione
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303243568
  • NUMERO D'INVENTARIO N. 32
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 2023
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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