altare, post 1646 - ante 1659

altare

  • OGGETTO altare
  • AMBITO CULTURALE Ambito Bergamasco
  • LOCALIZZAZIONE Bergamo (BG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'altare della cappella del Crocifisso è "stato fabbricato nel 1646 essendo Inquisitore P. M. Rinali" scrive Bottagisi (f. 8 r.) e nel "1659, 9 febbraio, li Padri del Consiglio concedono licenza al p. Inquisitore di trasportare un crocifisso che stava in sagrestia all'altare della Croce" (Zillioli, Annali). Ma questo altare oltre al Crocifisso, è dedicato anche ad altri Santi. Infatti nel 1761 il pittore veronese Giorgio Anselmi dipinge per la cappella del Crocifisso una pala in cui è rappresentato il Cristo crocifisso con ai piedi i santi Pio V e Pietro Martire da Verona. (V. scheda dipinto 00202212.2). Il Papa Pio V nel 1712 era stato canonizzato Santo e accolto quale protettore della Cappella del Crocifisso ( e l'Anselmi nel 1761 ha anche affrescato nelle pareti laterali della cappella due episodi della vita di Pio V. La presenza di S. Pietro martire da Verona nella cappella del Crocifisso può essere spiegata dalla notizia riportata dal Bottagisi (Cronaca, f. 59 v.): "1680. Fu fatto l'altare a stucco di S. Pietro Martire dal p. maestro Rinali di Bologna quando fu Inquisitore". Poiché non sembra sia esistito nella chiesa di S. Bartolomeo un altare dedicato a S. Pietro Martire (mentre vi era nella chiesa primitiva di S. Stefano), è presumibile che nel 1680 il Santo Martire sia stato accolto quale patrono della Cappella del Crocifisso. Nello stesso periodo l'altare del Crocifisso venne rinnovato, "disegnato e ornato con stucchi dallo stuccatore Angelo Sala", come scrive Carlo Marenzi nella sua Guida di Bergamo (ms. 1824, ed. 1985, p. 118). Il ticinese Giovan Angelo Sala, originario di Lugano, lavorò quale stuccatore con il figlio Gerolamo in molte chiese di Bergamo e del bergamasco dal 1651 al 1683, anno della sua morte, mentre il 1695 è l'ultima data certa dell'attività di Gerolamo. Le due figure femminili in stucco sedute sui timpani della cimasa piangenti con in mano i simboli della passione e i due angeli cariatidi addossati alle colonne per la naturalezza e la grazia dei gesti, la fluidità dei panneggi, l'accuratezza della modellazione a tutto tondo palesano una stretta somiglianza con le opere documentate dei Sala (v. scheda cimasa, 00202212.1.1). L'antico crocifisso, proveniente dalla chiesa distrutta di S. Stefano e custodito nel convento, posto - come scrive Zillioli - sopra l'altare nel 1659, vi rimase fino al 1761, quando venne sostituito dalla pala dell'Anselmi. Ma negli Inventari del 1849 e 1862 è descritto essere sull'altare con le urne dei martiri e una statua lignea del Sacro Cuore, mentre il quadro dipinto giace in sagrestia. Così lo vedono ancora il Pinetti (1931) e il Brenzoni P. (1961, Diz. Biogr. degli Italiani, Anselmi Giorgio, III, p. 380). Il crocifisso vi rimase fino al 1970 ca., quando i padri domenicani decisero di esporre definitivamente la pala dipinta sull'altare della cappella
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300202212-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1998
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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