monumento funebre,
1445 ca - 1445 ca
Ganti Giovanni Cristoforo Detto Romano (cerchia)
1465 ca. - 1512
sepolcro formato da una base a colonne su cui si imposta la cassa rettangolare, sorretta da leoncini in marmo rosso. Due angeli sono seduti ai lati del coperchio del sarcofago
- OGGETTO monumento funebre
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MATERIA E TECNICA
alabastro/ scultura
- AMBITO CULTURALE Bottega Mantovana
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ATTRIBUZIONI
Ganti Giovanni Cristoforo Detto Romano (cerchia): scultore
- LOCALIZZAZIONE di San Benedetto abate
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il sepolcro originario di Matilde di Canossa è aperto il 9 agosto 1445 alla presenza dell’abate commendatario Guido Gonzaga che ne verifica il cattivo stato di conservazione, con otto colonnine di supporto rotte (Piva, 1981, p. 49). In tale occasione è probabile che sia sostituito e che sia spostato più a sinistra, tra l’altare di santa Giustina e quello dei santi Placido e Mauro (Piva, 1981, p. 31). Durante l’intervento giuliesco nell’abbazia di Polirone il sepolcro è posto nell’oratorio di Santa Maria da dove viene spostato nel 1792 e ricomposto con gusto neoclassico nel vano che precede la sacrestia (Piva, 2007, p. 89; Caleffi, 2010, p.70). D’altra parte già dal 1633 il sepolcro è vuoto dal momento che il corpo di Matilde è “trafugato” dal Polirone per volere di Urbano VIII, che vuole celebrare a Roma, in San Pietro, la figura della contessa come esempio di potere laico subordinato al potere papale (Piva, 2007, p. 75; Caleffi, 2010, p. 70). L’intervento tardo settecentesco, invece, rientra nella politica culturale dell’abate Mauro Mari che coinvolge Giovanni Battista Marconi per la sistemazione del monumento e la decorazione pittorica sulla parete al quale viene addossato (Negrini, 1981, p. 384; Piva, 2007, p. 89). Tali interventi hanno comportato la frattura sul coperchio. Sopra ad un basamento molto semplice, che ritorna anche negli altri monumenti conservati nel deambulatorio, è posto il sepolcro che comprende: i leoncini in marmo rosso, realizzati da Giovanni Cristoforo Romano per il monumento di Cesare Arsago del 1510 (per il quale si propone il riferimento orizzontale 0300185545), e il sarcofago in alabastro sul quale sono seduti i due angeli seicenteschi (Brunelli, 2008, p. 52). Il sepolcro è corredato fin dal 1587 dal ritratto della contessa a cavallo commissionato al pittore veronese Polo Farinati (come documentato nel "Giornale" del medesimo pittore, pubblicato in Artoni, 2007, p. 100, n. 16). Il dipinto, per il aule si propone il riferimento orizzontale 0300185554, rimane inserito nella struttura del sepolcro di Matilde di Canossa anche nella sistemazione neoclassica del monumento fino agli anni Novanta del secolo XX, quando è sostituito e spostato in sacrestia (Piva, 2007, pp. 88- 89). E' ricollocato nella sede originaria in seguito al restauro del 2006 (Piva, 2007, p. 76)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300185554
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
- DATA DI COMPILAZIONE 2015
- ISCRIZIONI sul sarcofago - VT GENERE ET FORMA AC REGNO PRAEDIVITE, SIC ET/ VIRTVTVM MERITIS PIETATISQVE INCLYTA LAVDE/ HOC SVA DVM VITAE IMMORTALI RESTITVANTVR,/ OSSA ADSERVARI VOLVI MATILDA SEPVLCRHO - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0