monumento funebre,

struttura formata dal sepolcro cinquecentesco a forma di cassone decorato al centro dallo stemma del defunto e ai lati da lesene scolpite a motivi a nastro e a candelabre con armi. Sopra il cassone un supporto settecentesco con piedi a vaso sostiene l'urna cinquecentesca, con piedi a cipolla, decorata nel corpo da girali di acanto, fusarole e ovoli, e nel coperchio da foglie di acanto disposte su un fondo a scaglie. Il coronamento è formato dalla tabella cinquecentesca con la lapide sepolcrale e da un obelisco settecentesco

  • OGGETTO monumento funebre
  • MATERIA E TECNICA marmo giallo/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Ganti Giovanni Cristoforo Detto Romano (cerchia)
  • LOCALIZZAZIONE di San Benedetto abate
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1509 il nobile milanese Cesare Arsago dona una consistente somma al monastero di Polirone per far edificare una cappella in chiesa, da dedicare ai santi Francesco e Giacomo, e per far eseguire un monumento marmoreo dove essere sepolto (Piva, 1981, p. 33, p. 235, ripreso in Piva, 2007, p. 59). Nel 1510 viene subito eseguito il sepolcro, che è attribuito dagli studiosi alla cerchia di Giovanni Cristoforo Romano (Piva, 1981, p. 33, p. 235; Piva, 2007, p. 56). Non si sa se sia mai stato collocato nella cappella fondata dall'Arsago che in seguito è intitolata a Sant'Ambrogio, tuttavia si sa che viene collocato nel capitolo perchè nel 1790 Benedetto Fiandrini esegue un disegno del monumento prima del "restauro" neoclassico ( il disegno è pubblicato in Piva, 1981, fig. 50, 51, 52). Infatti nel 1792 viene spostato dal capitolo alla cappella centrale del deambulatorio (Piva, 1981, p. 50, Caleffi, 2010, p. 33). Probabilmente è per tale occasione che è modificato, infatti rispetto alla testimonianza grafica di Fiandrini si nota che viene conservata la base a cassone, l'urna decorata a girali ma sono eliminati i piedi leonini (recuperati nella sistemazione neoclassica del sepolcro di Matilde di Canossa) e il vaso ad urna posto all'apice, sostituito da un obelisco. E' un monumento di chiaro linguaggio rinascimentale in cui i singoli elementi del repertorio decorativo (girali di acanto, motivi a fusarole, ovoli, urne di ascendenza classica, motivi a nastro e a candelabra) sono disposti con eleganza ed armonia. Lo stemma è sormontato da un realistico grifo, mentre nelle lesene è forse identificabile un ritratto del defunto nel profilo con elmo. La finezza del progetto è influenzato dai modelli di monumenti che Giovanni Cristoforo Romano esegue per il territorio mantovano prima di partire per Roma (1505): le opere per Isabella d'Este, il monumento di Gerolamo Stanga nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Curtatone. Della sua cerchia è anche il monumento di Bernardo Corradi, anch'esso nella chiesa di Curtatone (per l'attività in Lombardia dello scultore si rimanda alla voce biografica curata da M. Ceriana, consultabile online http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-cristoforo-ganti_(Dizionario_Biografico)/). Il basamento è tardosettecentesco e ritorna identico negli altri sepolcri dei benefattori: Lucrezia Pico della Mirandola, Matilde di Canossa e Bartolomeo Colonna
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300185545
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2015
  • ISCRIZIONI tabella sopra l'urna/ lato frontale - D.O.M./ DONEC IMMORTALITATEM/ INDVAT/ CAESAR ARSAGVS SVI RELIQVVM HIC/ ASSERVANDVM DEDIT - a incisione - latino
  • STEMMI sul lato frontale del cassone - gentilizio - Stemma - Arsago Cesare - 1 - spaccato: campo superiore con aquila, campo inferiore sbarrato, su tutto cimiero sormontato da grifo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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