Decorazioni e simboli
conchiglie,
Faprik Jacob Abufhele (attribuito)
non reperiti
A. Howard (attribuito)
non reperiti
Undici conchiglie di madreperla intagliate e incise raffiguranti alcune scende della vita di Gesù. Di varie dimensioni, alcune hanno forma di di medaglia, con un piccolo occhiello nella parte superiore. In tre di essi è stato inserito un piccolo anello di metallo. Tre conchiglie (195x200; 185x206; 143x146) sono più grandi e decorate con intagli più complessi e sofisticati. Tutte sono contenute in una scatola di cartone rivestito in seta bianca su cui sono dipinti un grande fiocco e una colomba con ramoscello d'ulivo
- OGGETTO conchiglie
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MATERIA E TECNICA
INCHIOSTRO
METALLO
- AMBITO CULTURALE Ambito Terra Santa
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ATTRIBUZIONI
Faprik Jacob Abufhele (attribuito): incisore
A. Howard (attribuito)
- LOCALIZZAZIONE Castello di Racconigi
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Le undici conchiglie di madreperla incise, pur essendo identificate come un’unica opera, furono donate alla Famiglia Reale di Savoia in periodi diversi. Solo su due delle conchiglie di dimensioni maggiori sono indicate le date di produzione (195x200: 1887; 185x206: 1889). La prima è dedicata all’allora Principe di Napoli Vittorio Emanuele, che durante un viaggio intrapreso nel 1887 fece tappa in Palestina. La seconda fu invece donata al re Umberto I nel 1889. Da un’analisi stilistica è possibile ipotizzare che alcune delle altre conchiglie, e in particolare quella bicolore (143x147), siano state realizzate nella bottega del maestro intagliatore Yousef Zougbi, che realizzò anche altre opere donate ai Savoia; tra queste ci furono sicuramente un quadro di madreperla riccamente decorato e un uovo di struzzo inciso regalati a Umberto II nel 1928. A sostegno di tale ipotesi, sul Corriere della Sera del 7 aprile 1928 nell’articolo che parla dell’occasione in cui il quadro fu consegnato al Principe, tra gli omaggi da egli ricevuti vengono citate anche alcune medaglie: «Dopo il silenzioso pasto, il Custode ha fatto accomodare il Principe sul cosidetto Divano, vera seppure modesta sala del Trono, ove la potente Custodia riceveva le ambascerie e i pellegrini. Le conversazioni hanno ripreso sebbene riguardose. Il Custode ha presentato a Umberto di Savoia un quadro di madreperla scolpita a tutto rilievo raffigurante la Pentecoste tra vedute di Gerusalemme, ingenuo e caratteristico lavoro di questi paesi, opera di un Greco di Betlemme di religione scismatica; oltre a ciò, alcune corone, crocifissi e medaglie per la Famiglia Reale» (Corriere della Sera, anno 53, n°84). È verosimile pensare che tali medaglie corrispondano alle conchiglie di dimensioni minori tagliate a forma di medagliette, appunto, e munite di occhiello. L’industria della madreperla ha origini molto antiche: nell’età del bronzo era già diffusa in Cina, India e nell’estremo oriente. In Medio Oriente se ne trovano tracce risalenti all’epoca degli antichi egizi, i quali raccoglievano la materia prima nel mar Rosso. Sin dal XIII secolo i facoltosi pellegrini cristiani che si recavano in Terra Santa erano soliti acquistare e portare con sé in patria dei souvenir, molti dei quali erano realizzati in madreperla. Dalla fine del XVII secolo poi, con la presenza dell’ordine di San Francesco d’Assisi a Gerusalemme e il conseguente maggiore afflusso di pellegrini, gli artefatti in madreperla acquisirono sempre più valore commerciale. La manifattura vide un considerevole sviluppo nel XIX e XX secolo, a seguito dell’aumento del flusso di turisti e pellegrini dovuto alla relativa stabilità delle relazioni tra il Medio Oriente e l’Europa. Se fino a quel momento questa forma d’arte era stata appannaggio di maestri provenienti in particolare da Genova e da Damasco, dal 1850 circa anche numerosi artigiani palestinesi aprirono le loro botteghe. Nei cento anni seguenti la lavorazione della madreperla si sviluppò considerevolmente e venne impiegata per produrre svariati tipi di artefatti: da semplici souvenir quali crocifissi, scatole e icone destinati ai turisti, a grandi opere realizzate su commissione per personaggi facoltosi. La lavorazione della madreperla assunse quindi un ruolo centrale nel mercato dell’arte turistica. Gli oggetti realizzati dai maestri intagliatori venivano acquistati dai pellegrini e dai turisti per commemorare la loro esperienza spirituale in Terra Santa, per portare a casa con sé una testimonianza tangibile del loro viaggio o come doni. Ancora oggi le guide turistiche annoverano i laboratori artigiani in cui si lavorano la madreperla e il legno di olivo tra le principali attrazioni della città della Terra Santa.La pratica del pellegrinaggio in Terra Santa si sviluppò già nei primi secoli della storia della cristianità. Portata avanti per tutto il medioevo, non si interruppe mai, nemmeno durante le crociate. Una caratteristica che contraddistingue l’esperienza di tutti i pellegrini in ogni epoca è la tendenza ad accumulare oggetti e memorabilia provenienti dai luoghi in cui visse Cristo, collezionati con l’intento di riportare con sé in patria qualcosa di sacro. Se inizialmente si trattava in particolare di materiali come pietre, pezzi di legno o piccole quantità di terra raccolte nei siti citati nel Vangelo, con il tempo la pratica si è estesa anche a oggetti di artigianato, ornamenti in legno di olivo, scatole decorate, crocefissi, icone, dipinti o qualsiasi altro ricordo tangibile dell’esperienza spirituale del pellegrinaggio. Il mercato dei souvenir divenne ben presto una straordinaria fonte di introiti per i venditori locali. L'opera fa parte di un corpus di oggetti extra-europei ricevuti in dono dai membri della famiglia Savoia durante i loro viaggi, o da delegazioni diplomatiche in visita in Italia. La consolidata tradizione di scambiarsi doni diplomatici tra monarchi, autorità religiose e capi di Stato è attestata sin dai tempi dell’antico Egitto e risponde allo scopo di favorire, assicurare e mantenere buoni rapporti tra le parti. I doni, che assumono un valore, oltre che monetario, anche spiccatamente simbolico, sono spesso scelti per la loro abilità di rappresentare l’essenza della Nazione che li offre. Si tratta infatti sovente di opere di artigianato, esempi di abilità manifatturiera, beni di lusso e artefatti di importanza storica. Attraverso l’esibizione di tali doni i dignitari promuovono la propria cultura e la propria patria al livello più alto delle pubbliche relazioni
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100450827
- NUMERO D'INVENTARIO R 7676
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- ISCRIZIONI Retro, parte inferiore della conchiglia più grande raffigurante 4 scene della vita di Gesù - A SUA A. R. V. E. PRINCIPE DI NAPOLI. GLI ITALIANI DI GERUSALEMME. LI 18 FebbIO 1887. FAPRIK JACOB ABUFHELE. PLACE DE LA NATIVITE. N°1. BETHLEHEM - Fabrik Jacob Abufhele - a pennello - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0