San Francesco riceve Gesù Bambino dalla Madonna. san Francesco riceve Gesù Bambino dalla Madonna
stampa controfondata tagliata di traduzione,
1684 - 1684
Ferri Ciro (1633/ 1689)
1633/ 1689
Westerhout Arnold Van (1651/ 1725)
1651/ 1725
PERSONAGGI: Gesù Bambino; Madonna; san Francesco d'Assisi; san Giuseppe. FIGURE: angelo; cherubini. ATTRIBUTI: (san Francesco d'Assisi) saio, crocifisso. FENOMENI DIVINI: luce. FENOMENI NATURALI: nuvole. PAESAGGIO. PIANTE: albero; giglio; fiori. ARALDICA: arme
- OGGETTO stampa controfondata tagliata di traduzione
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MATERIA E TECNICA
carta/ bulino
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ATTRIBUZIONI
Ferri Ciro (1633/ 1689): inventore
Westerhout Arnold Van (1651/ 1725): incisore
- LOCALIZZAZIONE Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino
- INDIRIZZO Raccolta Stampe e Disegni, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Da quanto si evince dall'iscrizione, l'incisione è realizzata dall'intagliatore fiammingo Arnold van Westerhout nel 1684 ed è da collegarsi con un'opera – un disegno o un dipinto - di medesimo soggetto del pittore romano Ciro Ferri, che ad oggi non è stato ancora possibile rintracciare. Cornelis Bloemaert, artista presso la cui bottega romana ha lavorato Westerhout, ha realizzato una sua versione dell'incisone, datata anch’essa 1684 (Davis, 1986), indicando il Ferri non solo come l'inventor, come nel caso del nostro bulino, ma anche come il disegnatore: la stampa di Westerhout potrebbe essere quindi una replica di quella di Bloemaert. All’interno del “Taccuino Odescalchi”, presso l'Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, è conservato un studio che può essere ricollegato all'incisione dello stesso Bloemaert, in particolare al gruppo centrale, che però nella versione definitiva assumerà una formulazione diversa (Prosperi Valenti Rondinò, 1997). L'invenzione di Ferri è infine da mettersi in relazione con la pala d'altare della S.S. Annunziata di Arezzo (1641) dipinta da Pietro da Cortona. Il bulino oggetto di schedatura reca una dedica, corredata di stemma, a Olimpia Giustiniani Barberini, moglie di Maffeo Barberini, Principe di Palestrina, da parte di Matteo Gregorio De Rossi, a cui si deve anche la stampa dell’opera. L’incisione fa parte di un album denominato “Scuola romana Ferri Ciro”. Per mancanza di documenti non si conosce la collocazione precedente e la modalità di acquisizione da parte delle collezioni reali (poi Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino) delle incisioni raccolte. Nel 1861 il conoscitore Giovanni Volpato, allora impegnato nel riordino delle collezioni grafiche dell’Accademia Albertina, viene chiamato a lavorare simultaneamente al fondo della Biblioteca Nazionale costituendo, sia per estensione sia per qualità, un nucleo rappresentativo della grande tradizione artistica italiana e straniera. Non è ancora stato possibile definire il lavoro di riordino nonostante si supponga che Volpato operò realizzando 52 album (Giovannini Luca, 2016). Unico documento che attesta la presenza degli album alla fine del 1800 è l’inventario redatto da Alessandro Baudi di Vesme (Antichi inventari 84). Oggi alcuni album, come quello preso in esame, restano testimonianza della collazione di incisioni realizzata da Volpato, molti altri dal 1970 vennero restaurati e smembrati, le incisioni sciolte vennero inserite in passepartout idonei alla conservazione, perdendone purtroppo l’integrità
- TIPOLOGIA SCHEDA Stampe
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100408051
- ENTE SCHEDATORE Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino
- DATA DI COMPILAZIONE 2018
- ISCRIZIONI sul recto in basso inframmezzata da uno stemma - Illustrissime et / Excellentissime / Dne Olympie Iustiniane Bar / berine Prenestinorum Principi / Vt fulgore sui Nominis opus hoc / reddat illustrius atque ut / eximia sua Pietate Puerum Iesum / faciat hic orantibus benignorem / Mattheus Gregoius de Rubeis obsequent.me D.D.D - Westerhout Arnold van - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0