lampadario, opera isolata - manifattura Italia settentrionale (seconda metà sec. XIX)
Lampadario a dodici bracci. Struttura portante in ferro a fusione e battuto, bronzato sulla superficie. Da essa si sviluppano i bracci ad andamento curvilineo, disposti su due file. Ciascun braccio è rivestito di elementi sferoidali in cristallo, di diverse dimensioni e disposti in gradazione. Sul profilo inferiore di ciascun braccio sono montati pendenti a forma di foglia stilizzata in cristallo di Boemia; ulteriori pendenti a goccia sono posizionati all terminazione a ricciolo di ciascun braccio. Su ognuno è montato un piattello circolare in metallo bronzato e vetro entro il quale è fissata una candela in porcellana bianca portaluce. Altri elementi sferici rivestono i ferri battuti ad andamento curvilineo montati nella parte superiore della struttura portante e raccordati verso l’alto. In corrispondenza delle terminazioni, piccole corolle floreali in cristallo da cui pendono ulteriori elementi a goccia
- OGGETTO lampadario
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MATERIA E TECNICA
cristallo di Boemia/ molatura
cristallo di Boemia/ sfaccettatura
VETRO
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MISURE
Profondità: 120 cm
Altezza: 115 cm
- AMBITO CULTURALE Manifattura Italia Settentrionale
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Manifattura Boema
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
- INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Gabinetto inserito tra gli spazi dell’Appartamento d’Inverno, allestito a partire dal 1733 per la seconda consorte di Carlo Emanuele III, Polissena d’Assia, l’ambiente fu soggetto ai lavori di rifunzionalizzazione che interessarono le sale sei-settecentesche del piano nobile di Palazzo Reale per volontà di Carlo Alberto. Gli interventi impegnarono vari professionisti per circa un decennio, tra il 1837 e il 1848, sotto la direzione del poliedrico Pelagio Palagi, progettista di interni, architetto, collezionista, dal 1833 nominato, per volontà di re Carlo Alberto, “pittore preposto alla decorazione dei Reali Palazzi”. Non sono stati pubblicati dalla storiografia documenti significativi in merito alla trasformazione di questa stanza. La prima guida del Palazzo che descrive l’assetto voluto dal sovrano, compilata da Clemente Rovere, evidenziò la semplicità del mobilio, limitandosi a menzionare come opera degna di nota in questa sala la tavola cinquecentesca della Madonna con Bambino, santi e donatore, qui erroneamente riferita a Macrino d’Alba, e ricordando l’esistenza di “memorie di famiglia del compianto Sovrano: entro alcuni scaffali si veggono le divise de’ suoi ordini equestri”. Gli inventari patrimoniali redatti tra gli anni Ottanta dell’Ottocento e il primo Novecento restituiscono una serie di elementi d’arredo impiallacciati in mogano, forse in parte originariamente eseguiti da Gabriele Capello detto il Moncalvo, su disegno del Bolognese, per l’appartamento di Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena, allestito in occasione delle nozze con Vittorio Emanuele II, celebrate nel 1842. Il lampadario è documentato nella stanza solamente a partire dall’inventario di Palazzo del 1966. Nella camera, infatti, stante quanto descritto nelle ricognizioni patrimoniali di fine Ottocento-inizio Novecento, la volta era interamente ricoperta da una “Tappezzeria di taffetà verde”, oggi non più in sito. In assenza di ulteriori riferimenti inventariali, non è stato possibile ricostruire dove l’arredo si trovasse in precedenza. Le forme sontuose e i pendenti di varia foggia in cristallo di Boemia che rivestono tutta la struttura dell’oggetto inducono a ipotizzare un’esecuzione tra la metà e il terzo quarto del XIX secolo, rispondendo esso nelle linee e nel decoro a un gusto neobarocco ottocentesco, ritenuto adeguato per armonizzare con la ricca decorazione del soffitto
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100405308
- NUMERO D'INVENTARIO 372
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
- ENTE SCHEDATORE Musei Reali - Palazzo Reale
- DATA DI COMPILAZIONE 2018
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0