ritratto di Francesco da Bussone detto il conte di Carmagnola

statua, post 1864 - ante 1865

Il personaggio è rappresentato stante, viso e corpo lievemente ruotati verso destra, una gamba un poco più avanzata dell’altra. Indossa una celata, con la parte anteriore sollevata per lasciare vedere il visto, solcato da rughe e con lo sguardo rivolto verso l’alto. Indossa un petto di corazza, al di sotto una cotta di maglia, che scende sino a mezza coscia, e una giubba dalle maniche aderenti; calzebrache e scarpe a pantofola. Un manto è drappeggiato sulle spalle e scende, posteriormente, sino ai piedi. Una mano mostra il palmo aperto e l’altra trattiene un lembo del mantello. Dal punto vita pende la spada, chiusa nel fodero. La statua poggia su una base a pianta quadrangolare collocata su un alto basamento di forma parallelepipeda. Nella parte superiore, cornice aggettante con fascia inferiore a ovoli. Il corpo centrale del basamento presenta, sulla fronte, una iscrizione disposta su più righe. Al di sotto, fascia scolpita con motivo continuo a foglie di acanto

  • OGGETTO statua
  • MISURE Altezza: 230 cm
  • ATTRIBUZIONI Dini Giuseppe (1820/ 1890): scultore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’attuale assetto dello scalone monumentale di accesso al piano nobile del Palazzo Reale di Torino si deve al progetto di Domenico Ferri, regio pittore e decoratore e all’architetto dell’Ufficio Tecnico del Ministero della Real Casa, Pietro Foglietti, su commissione di Vittorio Emanuele II, ormai prossimo a divenire re d’Italia. L’incarico per la progettazione di questo importante ambiente di rappresentanza fu conferito a Ferri nel 1857. Il professionista ideò un percorso celebrativo dinastico e insieme evocativo della storia d’Italia e della sua imminente e poi recente unificazione, dovendo combinare modalità diverse di decorazione, pittorica e scultorea, con particolare attenzione anche al contenimento degli aspetti economici. I primi lavori sulle murature vennero avviati nel 1862. Negli anni seguenti, via via, vennero ingaggiati professionisti già attivi per la corte per l’esecuzione dei diversi elementi d’arredo: da Gabriele Capello, detto il Moncalvo, per le parti lignee, alla famiglia Gaggini per la fornitura di tutte le parti in marmo, a partire dal rivestimento della stessa gradinata di accesso. Ferri previde una serie di statue a figura intera e a mezzo busto di principi sabaudi e di personaggi significativi per la storia dinastica che armonizzassero con i grandi riquadri dipinti, raffiguranti episodi narrativi legati a questi stessi temi. La statua rappresenta Francesco da Bussone, detto il conte di Carmagnola (1385-1432). La sua realizzazione venne affidata, per commissione diretta, allo scultore Giuseppe Dini. Già allievo dell’Accademia Albertina e perfezionatosi in Roma sotto Pietro Tenerani, fu assiduo frequentatore delle esposizioni annuali della Promotrice torinese, riscontrando un buon successo e fu, soprattutto, un apprezzato ritrattista. Analogamente a Silvestro Simonetta, coinvolto nella decorazione dello scalone d’onore di Palazzo Reale, il suo esordio nel settore della statuaria monumentale pubblica avvenne nel 1858 con la commissione dell’immagine di Ferdinando duca di Genova per la facciata del Palazzo Civico di Torino. Nel 1862 fu inaugurato il monumento in onore di Vittorio Alfieri ad Asti. La sottomissione per la statua venne firmata il 30 marzo del 1864. Le misure della statua doveva essere di due metri a cui si aggiungevano gli 8 cm. del basamento in marmo di Ravaccione. La consegna dell’opera doveva avvenire entro il gennaio del 1865 e il compenso fu fissato in 8.000 lire. Il personaggio, forse originario della città piemontese di Carmagnola, condottiero mercenario dalle molteplici fedeltà, dai Visconti alla Serenissima Repubblica di Venezia, celebrato dalla letteratura per le sue doti di intelligenza e coraggio, è l’unica figura storica raffigurata sullo scalone di Palazzo Reale che non ebbe rapporti diretti con la corte sabauda; non si dimentichi che nel XV secolo Carmagnola faceva parte del marchesato di Saluzzo. Il suo inserimento si deve, molto probabilmente, ala “riscoperta” e reinterpretazione di questo personaggio nella tragedia “Il Conte di Carmagnola” pubblicata da Alessandro Manzoni nel 1820, nella quale, in chiave prerisorgimentale, si esprime riprovazione per le guerre fratricide tra italiani (con riferimento allo scontro tra i Veneziani e i Milanesi). Il soggetto godette di buon successo nell’ambito delle arti figurative, venendo utilizzato da Francesco Hayez nel pieno della temperie romantica milanese
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100401109
  • NUMERO D'INVENTARIO 12
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Musei Reali - Palazzo Reale
  • DATA DI COMPILAZIONE 2018
  • ISCRIZIONI basamento, prospetto frontale - CONTE DI CARMAGNOLA/ SECOLO XV (dorato) - capitale - a solchi - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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