Ritratto di Maurizio di Savoia
dipinto,
post 1606 - ante 1610
Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, con taglio in corrispondenza del punto vita. Il busto e il viso sono ruotati di lieve tre quarti. Lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Porta i capelli corti, fronte scoperta e volto imberbe. Indossa la mozzetta, arricchita da un colletto piatto, sottostante si vede un camice plissettato ornato da fasce verticali ricamate in filo rosso con motivi geometrici, riprodotti anche sui polsini. Un braccio è disteso lungo il corpo, l’altro è sollevato per mostrare la legatura di un volumetto di piccolo formato. Sfondo neutro di colore bruno. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno intagliato e dorato. Tipologia a gola. Battuta liscia. Fasce modanate
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 67 cm
Larghezza: 54 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L’opera, soggetta a un intervento di restauro, con rintelo, rispetto a quanto riferito nell’inventario redatto da Noemi Gabrielli, raffigura il principe Maurizio di Savoia (Torino, 1593-1657), ancora giovinetto, in vesti cardinalizie. Figlio cadetto di Carlo Emanuele I e di Caterina Micaela d’Asburgo, fu destinato alla carriera ecclesiastica sin dall’infanzia, come dimostra anche la ritrattistica ufficiale. Ottenne il titolo di cardinale all’età di 13 anni, ossia nel 1606. Nel 1611 divenne abate commendatario della Sacra di San Michele. Negli anni Venti del Seicento, risiedette nell’Urbe e si distinse per il suo mecenatismo. Dal 1621 venne nominato protettore di Francia presso la Santa Sede benché egli fosse di posizioni politiche filo asburgiche e nel 1634 mutò il titolo in protettore della Spagna. Alla morte del fratello, il duca Vittorio Amedeo I, nel 1637 si unì al fratello Tommaso in opposizione alla reggenza della cognata, Cristina di Borbone, in nome dell’erede del ducato. Fu quindi uno dei protagonisti della guerra civile che divampò nello stato. Nel 1642, a seguito degli accordi siglati tra la Prima Madama Reale e i due cognati, oltre al prelato, il principe Tommaso, che portarono alla conclusione della guerra civile nel ducato di Savoia, rinunciò alla porpora. Tra le voci del patto concordato tra le due parti fu previsto il matrimonio tra Maurizio e la nipote Ludovica (Torino, 1629-1692). Questa unione avrebbe preservato la discendenza sabauda nel caso in cui il principe ereditario, Carlo Emanuele II, fosse deceduto prematuramente, come era già successo al fratello maggiore. Le nozze vennero celebrate a Sospel il 29 settembre del 1642, con dispensa concessa a Maurizio da parte di papa Urbano VIII. La coppia risiedette prevalentemente a Nizza, città della quale il principe divenne governatore. I caratteri formali dell’opera, mostrano una discreta accuratezza nella resa dei dettagli e permettono di collocare cronologicamente il dipinto all’inizio del XVII secolo. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399632
- NUMERO D'INVENTARIO R 5555
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a sinistra - R 5555 (giallo) - maiuscolo/ numeri arabi - a pennello - non determinabile
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0