Ritratto di Vittorio Amedeo I di Savoia
dipinto,
post 1631 - ante 1650
Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, di lieve tre quarti, con taglio poco al di sopra del punto vita. Lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Porta i capelli corti con la fronte scoperta, una ciocca, a boccolo, ricade sulla spalla; baffi e barba appuntiti. Indossa un ampio collo piatto di pizzo inamidato e una armatura di cui si vedono gli spallacci e il petto di corazza. Al collo pende il collare dell’ordine della SS.ma Annunziata. Sfondo unito di colore bruno. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno intagliato e dorato. Tipologia a gola; battuta liscia. Fasce modanate
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 64.5 cm
Larghezza: 49.5 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L’opera rappresenta il duca Vittorio Amedeo I in età adulta, come sottolinea la scelta dell’ampio colletto in pizzo secondo la moda “alla francese”. La tela mostra di essere una replica di più che discreta qualità, collocabile entro la seconda metà del Seicento, di prototipi elaborati nei primi decenni del Seicento, probabilmente per essere inserita in una più ampia serie dinastica. Cicli dedicati ai duchi di Savoia, e poi re di Sardegna, ed eventualmente alle loro consorti, erano molto diffusi anche nelle dimore della nobiltà di corte come evidente segno di fedeltà alla dinastia sovrana. In questo caso, una etichetta posta sul retro della tela e redatta con una grafia settecentesca o di primo Ottocento, ricorda il soggiorno del duca in Cherasco tra il 1630 e il 1631, ossia durante i mesi in cui in questa città venne firmato il noto trattato che pose fine alle guerre di Monferrato e che permise al ducato sabaudo di incamerare importanti territori, come Alba, già appartenenti al marchesato di Monferrato. L’opera dunque, non l’unica proveniente da collezioni dell’aristocrazia cheraschese conservata al castello di Racconigi, e probabilmente acquisita dal principe Umberto, fu eseguita per commemorare il passaggio del duca. Potrebbe provenire, analogamente a un ritratto del cardinal Maurizio da palazzo Salmatoris, già sede ospitante parte degli incontri in occasione della stipula del trattato di Cherasco. Secondogenito di Carlo Emanuele I e di Caterina Micaela, Vittorio Amedeo I nacque a Torino nel 1587. Venne educato alla corte di Madrid, ma il cambiamento di alleanze, che caratterizzò la politica paterna tra il primo e il secondo decennio del Seicento, determinò per lui il matrimonio con la principessa francese Cristina di Borbone, celebrato nel 1619. Nel decennio successivo, tenuto lontano dalla gestione del governo, il principe si mosse tra le residenze di Mirafiori e del Regio Parco, facenti parte del suo appannaggio. Nel 1630 divenne duca di Savoia, ereditando una situazione politico-economica complessa, aggravata dalla diffusione del contagio della peste. Nel 1631, in Cherasco, firmò il trattato che concluse le guerre di successione del Monferrato con esiti per il ducato, tutto sommato, favorevoli: ottenne parte dei territori dell’antico marchesato aleramico in cambio della cessione di Pinerolo ai francesi. Dopo solo sette anni di governo, impegnati per lo più in campagne militari contro gli spagnoli, morì prematuramente. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399627
- NUMERO D'INVENTARIO R 5639
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 5639 (giallo) - corsivo alto-basso - a matita - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0