Ritratto di Emanuele Filiberto di Savoia

dipinto, post 1591 - ante 1610

Il personaggio è rappresentato a figura intera, poggiante su un pavimento unito dipinto scorciato. E’stante, con il corpo quasi frontale e il viso ruotato di lieve tre quarti. Lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Indossa una camicia con maniche che terminano con un pizzo che fuoriesce dall’armatura a placche lisce, analogamente alla gorgiera. Al di sotto dei fiancali si vedono i calzoni in ricco tessuto a bande verticali e le calze. Porta scarpe elegantemente annodate alla caviglia. Al punto vita pende una cintura alla quale è fissato il fodero di una spada di cui si vede l’elsa, su cui poggia una delle due mani. L’altra tocca la celata di un elmo ornato da un ricco decoro piumato. Esso è posto sopra un tavolo, raffigurato scorciato, coperto da un tappeto. Sfondo neutro di colore scuro. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno intagliato e verniciato. Tipologia a gola; battuta liscia e fascia modanata

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 203 cm
    Larghezza: 108 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento. Quanto riportato nella descrizione inventariale dei beni del castello redatta negli anni Cinquanta del Novecento, ovvero che la tela rappresenti il duca Emanuele Filiberto (1528-1580) appare incompatibile, in considerazione dei caratteri dell’abbigliamento e dell’età del giovane raffigurato. L’iscrizione aggiunta nella porzione inferiore della tela, riprendendo quanto presente sul retro, nonché quella soprammessa in corrispondenza del pavimento potrebbero piuttosto alludere al nipote, omonimo (1588-1624), figlio terzogenito di Carlo Emanuele I e dell’infanta Caterina Micaela e futuro viceré di Sicilia, di cui, tuttavia, non si conosce alcuna rappresentazione certa in età giovanile, se non in stereotipi ritratti insieme ai fratelli Filippo Emanuele e Vittorio Amedeo. Manca, tuttavia, qualsiasi contrassegno indicativo dell’appartenenza del giovane personaggio a Casa Savoia: dai riferimenti araldici alla rappresentazioni delle tradizionali onorificenze sabaude. Infatti, sul petto di corazza, per altro molto semplice nella fattura, ad imitazione di quelle utilizzate per la battaglia, sebbene abbinata a un elmo dal ricco cimiero piumato che allude all’ambito cavalleresco del torneo, non è dipinta una croce mauriziana, come indicato da Noemi Gabrielli, ma una croce di Malta. Pertanto, potrebbe trattarsi di un gentiluomo, nel cui stemma era forse presente il colore rosso, predominante nel suo abbigliamento, di cui nel corso del XIX secolo, si è voluta riconoscere invece un’identità di principe sabaudo. I caratteri dell’abbigliamento, a partire dalla voluminosa gorgiera, suggeriscono una collocazione del dipinto fra gli ultimi anni del XVI secolo e il primo decennio del Seicento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399541
  • NUMERO D'INVENTARIO R 5526
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 5526 (giallo) - capitale - a matita - francese
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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