Ritratto di Tommaso di Savoia-Carignano
Il personaggio è rappresentato a figura intera sopra un cavallo che si impenna. Il corpo è ruotato di lieve tre quarti; lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Porta i capelli mossi che discendono sino alle spalle, sottili baffi e barba terminante a punta. Indossa una armatura completa da battaglia. Sulle spalle è adagiato un ampio colletto piatto bordato di pizzo. Sul petto pende il collare dell’ordine della SS.ma Annunziata. In vita una ampia fascia annodata. Calza alti stivali. Una mano tiene il bastone del comando, sollevato, con il quale indica l’orizzonte, l’altra trattiene le briglie della cavalcatura. Sella e bardatura finemente lavorate. Il cavallo mostra criniera e coda elegantemente pettinate. Sullo sfondo, a destra, una possente colonna su alto basamento, parzialmente nascosta da ampio drappo panneggiato. Sulla sinistra alture rocciose, spazi pianeggianti e montagne. Ampio brano di cielo solcato da nubi
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Profondità: 4 cm
Altezza: 300 cm
Larghezza: 200 cm
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ATTRIBUZIONI
Bistolfi Carlo (notizie 1893/ 1901): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela raffigura il capostipite del ramo dei Savoia Carignano, Tommaso (Torino, 1596-1656), nono figlio del duca Carlo Emanuele I e dell’infanta Caterina Micaela. Avviato alla carriera militare, prese parte a numerose battaglie in Monferrato e nelle Fiandre durante gli anni di guerra 1615-1617. Nel 1625 sposò Maria di Borbone Soissons, ottenne dal padre l’investitura del feudo di Carignano e il titolo di principe per sé e i suoi discendenti. Durante la reggenza di Cristina di Borbone, dopo la morte del fratello, il duca Vittorio Amedeo I (1637), assunse, insieme al fratello Maurizio, posizioni filo asburgiche e antifrancesi e fu con lui a capo di una vera e propria fazione che si scontrò in una sorta di guerra civile, tra madamisti e principiati, che coinvolse tutto lo stato. La pace con la cognata venne siglata nel 1642. Da Luigi XIII di Francia ottenne l’incarico di luogotenente di Biella e Ivrea durante la minore età di Carlo Emanuele II. Nel 1654 Anna d’Austria, regina madre e reggente per il figlio Luigi XIV, lo nomina Gran Maestro della Casa Reale e capo di gabinetto. L’opera è replica relativamente libera, e di modesta qualità, del ritratto equestre che il principe commissionò ad Anton van Dyck nel 1634, esposto dal 1832 nei diversi allestimenti della Regia Pinacoteca, poi Galleria Sabauda. Era stato venduto nel 1694 dal conte di Soissons Luigi Tommaso e fu riacquisito dal principe Eugenio per le sue raccolte, venendo acquistato nel 1742 da Carlo Emanuele III in occasione della vendita di parte della quadreria viennese del grande condottiero da parte della nipote. Due sono oggi le copie conservate nella residenza. Quella in esame e una seconda, pervenuta al castello sicuramente entro il 1850, ma forse già dal 1832, collocata al secondo piano del complesso nel stanza dedicata all’iconografia dinastica del ramo dei Savoia-Carignano (stanza 22). L’artista non è noto ai repertori e dizionari. Il cognome e la cronologia lascierebbero presupporre una parentela con il celebre scultore simbolista Leonardo Bistolfi. Il nome di questo personaggio, o di un omonimo, compare nelle corrispondenze dal fronte (1915-1918) di Riccardo Maroni (conservate in album al Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto). Da varie fonti degli ultimi decenni del XIX secolo è attestata l’esistenza di un allievo dell’accademia linguistica di Genova con questo nome
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399532
- NUMERO D'INVENTARIO R 7855
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 7855 (giallo) - corsivo alto-basso - a impressione - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0