Ritratto equestre di principessa di Casa Savoia
La figura femminile è rappresentata al centro della tela, su un cavallo impennato. Il corpo è rappresentato di lieve tre quarti, il viso, giovanile, rivolto verso destra. Porta sul capo un elmo ornato da numerose piume, al di sotto si vedono i capelli bruni che scendono, raccolti in boccoli, sino alle palle. Alla veste, dall’ampio scollo, sono fissate maniche che lasciano vedere la sottostante camicia. Il busto è cinto da un petto di corazza. La gonna è morbidamente drappeggiata e, al di sotto, si vedono i piedi, uno dei quali inserito nella staffa, calzati con sandali. Un manto, variamente annodato, poggia su una spalla, attraversa il busto, discende sulla gonna con un lembo, mentre un alto svolazza, dietro alla schiena. Sulle spalle porta a tracolla una faretra con frecce. Ne tiene una in una mano, con il braccio sollevato, mentre l’altra trattiene le briglie. La sella è finemente ornata. La criniera e la coda del cavallo sono elegantemente pettinate. Al di sotto del ventre del cavallo si trova un cane da caccia, in atto di correre, con il muso rivolto verso la principessa. Dietro all’animale si intravede un basamento parallelepipedo sul quale è posta una statua femminile abbigliata all’antica, immagine della dea Diana. Il ritratto equestre è collocato in un paesaggio brullo di
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 261.3 cm
Larghezza: 204 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è stato reintelato e le originali iscrizioni sono andate perdute. La tela è, molto probabilmente, documentata la castello di Racconigi, stante il confronto con la descrizione inventariale, pur essendo perduti i numeri di inventario stessi, presenti sul retro della tela, almeno dall’inventario della residenza del 1838, ove sono attestati nella “grande Sala” di accesso al secondo piano comune agli appartamenti reali: “due grandi quadri rappresentanti due principesse a cavallo con piccola cornice di legno verniciato di bianco e profilato oro” (inv. n. 1067). La stessa collocazione è ribadita nella ricognizione inventariale del 1850 e nella guida del castello di Giuseppe Casale del 1873 dove si precisa che le due tele rappresentano “Principessa a cavallo ed un cane, Principessa a cavallo ed un uomo”. I riferimenti documentari più antichi, tuttavia, non forniscono alcun dato né sull’identità dell’effigiata, né sul possibile autore del dipinto, né sull’originaria collocazione e provenienza dell’opera. L’opera, come il suo pendent collocato in questa medesima sala e le altre due tele con ritratti equestri allegorici di principesse presenti al primo piano del castello di Racconigi, queste ultime attestate solamente dall’inventario del 1878, è stata opportunamente accostata dalla storiografia alla serie di dipinti di simile soggetto eseguiti per il salone di Diana nella residenza di caccia di Venaria, realizzati tra il 1658 e il 1663 da una équipe di pittori di corte che annoverò Jan Miel, Charles Dauphin, Bartolomeo Caravoglia, Giorgio Sandri Trotti di Mombasiglio, Esprit Grandjean e Balthasar Mathieu. In considerazione dell’alta qualità dell’opera in oggetto, sia nella resa della figura che della cavalcatura, seppure possa essere plausibile un riferimento al lorenese Dauphin, proposto in più studi di Michela di Macco e già da Gabrielli nell’inventario del 1951, non pare da escludere neppure un possibile intervento dei due artisti fiamminghi in quel momento presenti a Torino, Monsù Spirito e Baldassar fiammingo, senza dimenticare che le tele, visto anche il loro grande formato e la componente animalistica, potrebbero aver visto all’opera contemporaneamente più specialisti nei diversi generi. Nel volume dedicato al castello di Racconigi a cura di Noemi Gabrielli (1971), la studiosa riconosceva il soggetto del dipinto nella principessa Margherita Iolanda di Savoia (Torino, 1635-Colorno, 1663), figlia di Vittorio Amedeo I e di Cristina di Francia, duchessa di Parma e Piacenza a seguito del matrimonio con Ranuccio Farnese, celebrato nel 1660. Diversamente, Michela di Macco ha proposto di riconoscere nella figura femminile effigiata la prima madama reale Cristina di Francia, riferendo la presenza delle iniziali “MCS” nel medaglione dipinto sul morso del cavallo. In considerazione della plausibile cronologia di esecuzione intorno alla prima metà degli anni Sessanta del Seicento, e confrontando l’ìconografia della duchessa nota, risalente a quegli anni, che propone una donna dal volto pingue e maturo, costantemente in abiti vedovili, seppure arricchiti da lussuosi gioielli, appare poco coerente l’immagine giovanile allegorica in oggetto. Benché si conoscano poche testimonianze iconografiche certe relative alla principessa Margherita Violante, di cui le fonti ricordano la particolare bellezza e la passione per la caccia (in particolare alla volpe), i riscontri appaiono compatibili. Si veda, a titolo di esempio, il dipinto che la rappresenta, a tre quarti di figura, conservato nella residenz di Monaco di Baviera. Così non pare da escludere anche la possibilità che si tratti della sorella, Ludovica Cristina (Torino, 1629-1692), moglie dal 1642 del cardinale Maurizio suo zio, o della prima consorte del duca Carlo Emanuele II, Francesca Maddalena d’Orleans (Saint-Germain-en-Laye, 1648-Torino, 1664). Vale la pena di segnalare inoltre, che nell’inventario post-mortem della principessa Ludovica di Savoia (Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Camerale Piemonte, Articolo 805, Inventaro della Guardarobba 1679) è segnalata una serie di quattro tele raffiguranti la madre, le sorelle e il duca Carlo Emanuele II in ritratto equestre, segno di una diffusione, oggi non più del tutto riscontrabile di questo genere di opere pittoriche
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399405
- NUMERO D'INVENTARIO R 5756
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0