Santa Maria Maddalena portata in cielo dagli angeli
dipinto,
Maria Maddalena viene sollevata da quattro angeli verso il cielo. La santa è raffigurata a torso nudo, mentre il pube è coperto da un panneggio svolazzante, come le tuniche degli angeli. Un emiciclo di nubi fa da contorno ad una luce abbagliante proveniente dall'alto. Nel basso è rappresentato un paesaggio. La cornice in legno intagliato e dorato presenta tre modanature di cui quella esterna decorata ad ovoli, mentre quella interna decorata a perline
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera grassa
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ATTRIBUZIONI
Cesari Giuseppe Detto Cavalier D'arpino (attribuito): pittore
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Calvaert Denis
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale, Manica Nuova
- INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo Roberto d'Azeglio l'opera corrisponde quella della collezione del duca Vittorio Amedeo I di Savoia, assegnata al Cavalier d'Arpino nell'inventario redatto da Antonio Della Cornia nel 1635. L'erudito ricordava inoltre una copia autografa oggi irreperibile, già di proprietà dei principi di Sinzendorf e passata poi tra le disponibilità del signor Gruttner di Vienna (d'Azeglio 1836; Gabrielli 1971; Röttgen 2002). Nei successivi inventari manoscritti della Galleria il dipinto viene riportato sotto l'attribuzione a Scuola bolognese e nel 1859 il Callery si pronunciava a favore della paternità di Denis Calvaert (Callery 1859). Nel catalogo delle opere italiane presenti in Galleria Noemi Gabrielli mantiene il giudizio del Della Cornia che, come ricorda la studiosa, scriveva in anni non troppo distanti dall'esecuzione dell'opera (Gabrielli 1971). Il medesimo inventario manoscritto è stato citato dal Kurz per il quale l'attribuzione al Cesari rimase invariata (Kurz). Il Röttgen non solleva alcun dubbio sull'attribuzione al Cesari di questo e dipinto databile intorno al 1602-1604, una cronologia proposta dallo studioso sulla base delle medesime atmosfere delle opere del Cesari di quegli anni. Lo studioso ritrova nel quadro 'un fascino quasi bolognese' la derivazione da numerosi modelli attinti da Raffaello piuttosto che Gerolamo da Carpi e, ricordando il disegno preparatorio dell'École des Beaux-Arts di Parigi che presenta un punto di stile prossimo al disegno per gli affreschi raffiguranti 'Adamo ed Eva cacciati dal paradiso' di Villa Aldobrandini a Roma, conservato alla Kunsthaus di Zurigo, sottolinea la probabile diversità del dipinto in questione e quello citato nell'inventario del 1635, date le misure sensibilmente ridotte di quest'ultimo. Lo studioso menziona inoltre un altro quadro dello stesso soggetto e con misure simili alla redazione torinese già presente nella collezione Flesh; ed una copia di Bernardino Cesari con paesaggio del Tassi presente in collezione Cantoni a Bagnaia (Röttgen 2002)
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350864
- NUMERO D'INVENTARIO 536
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2012
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0