ritratto d'uomo

dipinto, post 1575 - ante 1625

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  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • ALTRE ATTRIBUZIONI TIZIANO VECELLIO
    Ambito Bresciano-veronese
    Vecellio Tiziano (copia Da)
    Moroni Giovanni Battista (copia Da)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Manica Nuova
  • INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Proviene dalla collezioni sabaude. È citato per la prima volta nell’inventario del 1851 con l’attribuzione a Tiziano, mantenuta in quello del 1853 e nei cataloghi del Benna e del Callery (Garavelli, 2005). Il Gamba (1884, si veda Garavelli, 2005) lo declassa a copia da Tiziano, Cugini (1939) lo inserisce tra le opere erroneamente attribuite a Giovanni Battista Moroni, la Lendorff (1939) lo ritiene un’opera debole realizzata sulla falsariga di quelle moroniane e infine la Gabrielli (1971) l’ascrive a un anonimo pittore seicentesco dell’area bresciano-veronese da un originale di Giovanni Battista Moroni. A suo giudizio infatti la data apposta in alto a destra, che la studiosa legge “1532” e non “1538” come invece parrebbe oggi, è apocrifa e la tela di supporto del XVII secolo. La studiosa nota inoltre una pennellata ferma e dura, resa ancor più evidente dall’attuale stato conservativo in cui versa il dipinto che si direbbe notevolmente scurito e appesantito da una coltre di sporcizia. Al momento dunque gli unici parametri di riferimento su cui basare la datazione sono forniti da certi dettagli dell’acconciatura e dell’abbigliamento. Il pizzetto appuntito con baffi spioventi verso il basso e l’inamidata lattuga che spicca sull’abito scuro, renderebbero conto di un ambito lombardo, più che veneto, e di un altezza cronologica collocabile tra la fine del XVI secolo e il primo quarto di quello successivo. La gorgiera scanalata a ruota e la sua posizione quasi diagonale, tesa a sottolineare la separazione tra la testa e il corpo, venne preferenzialmente adottata nell’area di dominio e d’influenza politica spagnola (cfr. le note di Butazzi, in Ritratto in Lombardia, 2002, p. 122 et passim) e parrebbe troppo alta e ampia in rapporto ai colli portati dai personaggi effigiati all’epoca del Moroni. Sebbene la posa leggermente ruotata del viso e la generica presenza di un’iscrizione memorativa apposta sul dipinto potevano per certi versi lasciar pensare al suo ambito pittorico. Sono del resto state segnalate nel corso del tempo diverse riprese e derivazioni dagli originali moroniani, così come è documentata anche nel bergamasco l’abitudine di replicare i ritratti di famiglia già esistenti in occasione di divisioni patrimoniali, eredità o lasciti a enti di beneficienza (Giovanni Battista Moroni, 1979, pp. 342-345). Va tuttavia segnalato però che anche l’iscrizione presenta caratteri incongrui o quanto meno insoliti rispetto agli esemplari ascritti con certezza al catalogo del maestro, riportando in lettere e non in cifre romane l’età del ritrattato
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350737
  • NUMERO D'INVENTARIO 580
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • ISCRIZIONI In alto, sopra e ai lati del capo del personaggio - 1538/ ANNI VINTISETTE/ D. L. B - a impressione - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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