Veduta del Valentino guardando verso Torino. VEDUTA DEL CASTELLO DEL VALENTINO
DIPINTO,
1785 - 1827
Cignaroli Angelo (1767/ 1841)
1767/ 1841
Cignaroli, Vittorio Amedeo (1739/ 1800)
1739/ 1800
Dipinto entro cornice lignea intagliata e dorata. Rappresenta una veduta del castello del Valentino a Torino ripresa dal lato opposto del fiume, dove sono delineati due contadine ed un cacciatore con cane
- OGGETTO DIPINTO
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ATTRIBUZIONI
Cignaroli Angelo (1767/ 1841)
Cignaroli, Vittorio Amedeo (1739/ 1800)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Cignaroli Vittorio Amedeo
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
- INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto fa parte di una serie di vedute di luoghi e città degli Stati del Regno di Sardegna oggi divisa tra il Castello ducale di Agliè e il Palazzo Chiablese di Torino. La bibliografia riferisce che il ciclo si compone di 38 vedute ma si è verificato che in castello ne rimangono dieci e nel palazzo trentuno, per un totale quindi di quarantuno tele (cfr. A. Cottino, a cura di, " Vittorio Amedeo Cignaroli. Un paesaggista alla corte dei Savoia e la sua epoca", catalogo della mostra, Torino 2001, p. 146). La serie, destinata ad arredare il castello di Agliè, è attestata negli inventari storici e la catena inventariale, talvolta frammentaria a causa della perdita dei numeri antichi sulle opere e della genericità delle descrizioni contenute nei registri, indica nel 1855 quarantaquattro tele nell'anticamera dell'Alloggio di Madama Felicita. Bertolotti nella descrizione del castello registra le 44 "vedute di città, di castelli, torri, ville reali, fra cui Agliè, montagne, ponti" attribuendole, come già Francesco Sampietro, ad "un Asioli" (cfr. A. Bertolotti, "Passeggiate nel Canavese", Ivrea tomo III 1869, p. 48). Il numero corrisponde a quello registrato in due documenti d'archivio: il pagamento ad "Angelo Antonio Cignaroli in corrispettivo di numero quarantaquattro quadri formanti una collezione di vedute dei Reali Castelli, Ville, e Paesaggi, destinati per ornamento del Reale Castello d'Agliè... £. 6.600" (cfr. ASTO, Casa di S.M. Conto del Patrimonio Particolare di S.M. Esercizio 1827, reg. n. 4368 mandato n. 40) e la corrispondente distinta delle "Vedute di tutti li Castelli Reali, ed altri, come pure diverse altre del Piemonte, nonche di là delle Alpi, e dei Monti principali, tutte dipinte dal fu Vittorio Cignaroli Pittore di S.S.R.M. dall'anno 1787 a tutto il 1798" (cfr. ASTO, Archivio Duca di Genova, m. addizione E-F-G). Tre dunque sono andati dispersi nei vari spostamenti subiti dai dipinti, undici dei quali risultano inviati da Torino ad Agliè nel 1888 (cfr. ASTO, Archivio Duca di Genova, Tenimento d'Agliè, m. 64). ||Rimangono problematiche l'attribuzione e la datazione delle vedute, già ricondotte a Vittorio Amedeo Cignaroli e poi al figlio Angelo, nato a Torino il 13 ottobre 1767 e morto ivi il 24 maggio 1841. La citata distinta dei dipinti riferisce la paternità di tutta la serie al "fu Vittorio Cignaroli Pittore di S.S.R.M.", defunto il 17 febbraio 1800, con una datazione compresa tra il 1787 e il 1798. Si precisa però che le misure indicate non corrispondono esattamente a quelle riscontrate. Nell'insieme si osserva una disomogeneità stilistica tra le opere, molte delle quali recano un'etichetta antica con l'indicazione del soggetto in francese o in italiano e soltanto in due casi accompagnate dal nome di Vittorio Cignaroli. Dalla bibliografia emerge l'esistenza di più copie e varianti dei soggetti presenti nella serie, alcuni anche tradotti in incisioni nella progettata raccolta di "Delizie Reali e di situazioni bellissime" del 1797 pubblicata da Ada Peyrot. A favore dell'ipotesi di attribuzione ad Angelo depone alla presenza in un album miscellaneo conservato in Biblioteca Reale di alcuni acquerelli firmati dallo stesso, tra cui uno rappresentante la Gola di Saorgio, datato 1794, riprodotto in una tela oggi ad Agliè, e uno un paesaggio, del 1791, simile a quello di Ponzano in Palazzo Chiablese. Nell'insieme si ritiene la raccolta un prodotto della bottega di Vittorio Amedeo Cignaroli, a partire dal figlio Angelo, che ne replica i modelli disegnati vari anni prima. In tal modo si spiega anche la riproposizione, accertata in alcuni casi, di architetture distrutte negli anni a cavallo tra il Sette e l'Ottocento. Secondo Cottino la vocazione di Angelo Cignaroli sarebbe "quella di vedutista, in genere di città sabaude viste in paesaggi panoramici, caratterizzate da una particolare grafia pittorica minuta e insistita, ma anche da intonazioni cromatiche delicate e lievi. Questo particolare approccio denota una visione più razionale se non realistica del paesaggio rispetto all'Arcadia di Vittorio Amedeo ... in stretto interscambio con la nuova visione del mondo" di fine Settecento (cfr. A. Cottino, ibidem, pp. 33-34).||In bibliografia sono indicati il catalogo della mostra "Cultura figurativa e architettonica negli stati del Re di Sardegna 1773-1861", il saggio di Edith Gabrielli, che indica la data 1827 per l'acquisto da parte di Carlo Felice ed elenca le dieci rimaste in castello (cfr. "Le decorazioni e gli arredi" in D. Biancolini - E. Gabrielli, a cura di, "Il Castello di Agliè. Gli Appartamenti e le Collezioni", Torino 2001, pp. 80-81, n. 482 p. 102) e altri testi utili per confronti.||Prosegue in Osservazioni
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100211245
- NUMERO D'INVENTARIO 198
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Torino Asti Cuneo Biella e Vercelli
- DATA DI COMPILAZIONE 2005
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2016
- ISCRIZIONI retro, cornice, in basso, a sinistra - SOPR. MONUM./ INV. ART. 198 su placchetta metallica prestampata in nero con caratteri grigi - a incisione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0