Dio padre e la Madonna con Bambino in trono tra Santi e donatori
Carboncino con uso di sfumino, gesso, tracce di acquerello seppia e bistro; il cartone è composto da quattordici fogli di dimensioni non omogenee uniti per sovrapposizione dei bordi; non compaiono tracce di ripassatura a coltello o di traforatura per spolvero, ma segni di quadrettatura per il riporto. La zona compresa tra il ginocchio sinistro della Vergine e parte della mano destra di san Michele si distingue per una tonalità più chiara e per un uso rapido del carboncino a tratteggio diagonale, non coerente con l'accurata realizzazione dell'insieme. Il cartone raffigura la Madonna col Bambino al centro, san Raffaele col Tobiolo e sant'Antonio Abate a sinistra, san Francesco d'Assisi e san Michele col demonio sotto il piede destro a destra; negli angoli inferiori vi sono due committenti inginocchiati in preghiera; in alto c'è l'Eterno benedicente affiancato da due angeli; nella zona intermedia si vede la colomba dello Spirito Santo e, appena accennato, un paesaggio
- OGGETTO disegno
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MATERIA E TECNICA
carta/ carboncino/ gessetto/ acquerellatura/ bistro
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ATTRIBUZIONI
Giovenone Giuseppe Il Giovane (1524/ Ante 1609): esecutore
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Gaudenzio Ferrari
Ferrari Gaudenzio, Bottega
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca dell'Accademia Albertina di Belle Arti
- LOCALIZZAZIONE Accademia Albertina di Belle Arti
- INDIRIZZO Via Accademia Albertina, 8, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Le vicende dei cartoni dell'Accademia Albertina sono state ricostruite da Pierluigi Gaglia (in Romano G., 1982, pp. 26-33). Non si conosce la data di ingresso del cartone nelle collezioni sabaude; si può solo provare una sua presenza nella Regia Galleria anteriore al periodo napoleonico. Non si hanno notizie circa il prelevamento di cartoni da parte della commisione francese incaricata di esportare le opere d'arte. Trasferito nei Regi Archivi di Corte verosimilmente dopo il 1814 (anno del ritorno dei Savoia), il cartone fu donato da re Carlo Alberto all'Accademia Albertina il 13 aprile 1832, insieme ad altri 53 cartoni. Collocato provvisoriamente in Palazzo Madama, raggiunse l'attuale edificio dell'Accademia nel 1837. Nell'elenco steso dal Gran Ciambellano Carlo Emanuele Alfieri di Sostegno al momento della donazione, il cartone veniva assegnato a Gaudenzio Ferrari col numero d'inventario 16, visibile stampato ad inchiostro in basso a destra (Bollea L. C., 1932, p.491). Tale attribuzione è stata messa in dubbio già da G. Colombo (1881, p. 244) e, in seguito, da N. Gabrielli (1933, pp. 157, 197), che lo declassava a opera di bottega; quest'ultima studiosa metteva per la prima volta il cartone in relazione con la tavola di analogo soggetto, firmata "Iosephus Iuvenonis pinxit", allora nell'oratorio di Sant'Antonio di Vercelli, ora nel Museo Borgogna della stessa città. Paola Astrua (in Romano G., 1982, pp. 216-218) riporta la notizia che l'oratorio di Sant'Antonio nel 1548 fu affidato alla Confraternita degli Angeli, committente del dipinto, e che questa nel 1560 iniziò la ricostruzione del fatiscente edificio: il dipinto e il relativo cartone sono quindi successivi al 1560. La studiosa istituisce un confronto con il cartone n. 353 dell'Accademia Albertina (NCTN: 00209706), notando come nel nostro disegno, presumibilmente posteriore, "vadano ormai completamente smarrendosi i caratteri della poetica gaudenziana, ormai totalmente estranea alla nuova realtà sociale e religiosa contemporanea"; vengono inoltre evidenziate la maggiore qualità del cartone rispetto al dipinto del Museo Borgogna e alcune differenze, riguardanti soprattutto il san Raffaele Arcangelo sulla sinistra (nel cartone poggia la mano destra sulla spalla del Tobiolo, mentre nel dipinto indica il Bambino; inoltre nel cartone guarda lo spettatore, mentre nel dipinto si rivolge al committente in basso a sinistra). Il numero 519, segnato a sanguigna in basso a destra, e il numero 32, scritto ad inchiostro sul retro del cartone in alto al centro, si riferiscono verosimilmente ad inventariazioni precedenti quella carloalbertina
- TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100209709
- NUMERO D'INVENTARIO 316
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2004
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- ISCRIZIONI in basso a destra - 16 - a impressione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0