Daniele nella fossa dei leoni
ambone,
ca 650 - ca 699
Frammento ricurvo corrispondente al parapetto centrale. Una cornice a tralci vitinei con grappoli d'uva divide la lastra in quattro riquadri, di cui solo quello in alto a destra è conservato. In questo riquadro una figura umana abbigliata con tunica e mantello leva le mani al cielo. Due felini (leoni) tentano di mordergli i piedi.Sul retro è scolpita un'epigrafe seicentesca
- OGGETTO ambone
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MISURE
Altezza: 60
Larghezza: 50
- AMBITO CULTURALE Ambito Novarese
- LOCALIZZAZIONE Novara (NO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE I tre frammenti, di cui è ignota la provenienza (nulla autorizza a credere che fossero parte dell'arredo del San Gaudenzio), appartengono ad un ambone: la parte ricurva centrale, con la scena di Daniele nella fossa dei leoni (framm. A), e una spalletta laterale, con personaggio barbuto che tiene un'ascia e, al di sotto, con due pavoni (lastra spezzata, framm. B e C). Le figure umane sono espresse in formule elementari, caratteristiche dell'età longobarda, da confrontarsi, ad esempio, con il ritratto regio su un anello-sigillo di Rodchis (Milano, Soprintendenza Archeologica), databile alla metà del VII sec. Di particolare interesse il confronto tra la lastra con il personnaggio barbuto e la celebre lastra di Ferentillo, recante la sottoscrizione del magister Ursus. Ursus si rappresenta due volte: in atteggiamento di preghiera, con le mani rivolte verso l'alto, sovrastato dall'immagine di due uccelli che si abbeverano al cantaro, e con uno scalpello in mano, a indicare la sua professione. Non è da escludersi che un significato analogo abbia il rilievo novarese: l'ascia indicherebbe il mestriere del lapicida, mentre l'elemento devozionale è espresso anche qui con la rappresentazione dei pavoni intenti a beccare un grappolo d'uva. Inoltre, l'ornato intorno ai pavoni sembra indicare che si trattasse di un'immagine in sé conclusa, che non proseguiva sul lato destro. Questo autorizzerebbe a pensare che nel frammento superiore anche il personaggio barbuto fosse isolato: ciò rende più plausibile pensare a un caso di autorappresentazione dell'artista.I frammenti furono riutilizzati nel XVII secolo. I frammenti B e C recano sul verso un fregio a volute con al centro lo stemma del vescovo Carlo Bascapè. Il frammento A reca sul verso un'epigrafe del 1635, in memoria di Giovanni Briga de Lagos
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100208782-1
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2004
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- ISCRIZIONI sul retro - DOM / D. IOANNI BRINGAS DE LAGOS / PEDITU. HISPAN. DUCI & FORTIS / S. DOALIS GUBERNAT. DE HOC / PIO LOCO BENE MERITO / R. R. MULIERES CONVER. / MOERENTES ET GRATAE / P. AN. MDCXXXV / VII. XBRIS - lettere capitali - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0