Cena in Emaus. cena in Emmaus

dipinto,

La composizione è incentrata sull'ampio tavolo rotondo, coperto da una candida tovaglia bianca, attorno a cui siedono i due discepoli di Emmaus (Pietro e Cleofa), colti di schiena, in sandali e abiti da pellegrini, e Gesù, raffigurato frontalmente, nell'atto di spezzare il pane. Cristo, in veste rossa e manto azzurro, rivolge lo sguardo verso l'alto, là dove scendono, quasi abbracciati, due angeli dalle ali possenti. Dietro al gruppo, decentrata sulla sinistra, una possente colonna poggiata su un alto basamento funge da quinta architettonica. Cornice a gala, in legno dorato

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Ligari Cesare (1716/ 1770): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela viene ricordata per la prima volta nel 1776 da Francesco Bartoli, come presente nel presbiterio della chiesa nuova di San Filippo Neri a Torino, insieme alla tela dell'Orazione nell'orto eseguita dal Trono; l'opera, di cui lo studioso esalta la capacita di resa della luce, viene attribuita erroneamente al Tiepolo (F. Bartoli, Notizie delle pitture, sculture e architetture d'Italia, Venezia 1776, p. 21). Il merito di aver condotto uno studio attento sull'opera e più in generale sull'autore Cesare Ligari, spetta alla Meli Bassi, che nel 1971 ne ha individuato la committenza, il padre filippino Cardani di Torino, e gli anni di esecuzione, tra il 1740 e il 1745 ( si veda L. Meli Bassi, Cesare Ligari autore della Cena in Emaus nella sacristia di S. Filippo in Torino, in "Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti", Torino S.A.N. 1971-1972, n.s. XXV-XXVI, pp. 159-164 e Eadem, La Cena in Emmaus di Cesare Ligari nella chiesa di San Filippo a Torino, in "Bollettino della Società Storica Valtellinese" Sondrio 1973, pp. 33-36. Sull'autore: Eadem, I Ligari. Una famiglia di artisti valtellinesi del Settecento, Sondrio 1974). Un ulteriore contributo della studiosa, è apportato nel 1982, con la pubblicazione di un disegno preparatorio per la la tela di San Filippo, conservato a Milano in Collezione Privata, che propone uno studio per la testa di Cristo ( A. Meli Bassi, Disegni dei Ligari dalle collezioni del Museo Valtellinese di Storia e arte di Sondrio, Sondrio 1982, tav. 47a, p. 83 e, per confronto, tav. 47, p. 82, p. 26 una breve scheda biografica). In anni recenti, è poi fondamentale ricordare lo studio sulle opere conservate in San Filippo Neri, condotto da Michela di Macco, in occasione della mostra romana sulle immagini legate a Filippo Neri. La studiosa accosta l'opera del Ligari a quella eseguita da Alessandro Trono, avente per soggetto la Comunione e oggi conservata nella stessa saletta del Convento, sottolineandone la medesima impostazione di alcuni dettagli, come la messa in posa dell'apostolo che riceve l'ostia consacrata, identica a quella del commensale di destra nella tela del Ligari ( M. Di Macco, San Filippo a Torino: pale d'"eccellente pennello" nella chiesa Nuova di Filippo Juvarra, in La regola e la fama. San Filippo Neri e l'arte, catalogo della mostra, Roma 1995, p. 273).Non si conosce l'epoca in cui le tele sono state traslate all'interno della casa oratoriana
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente morale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100205291
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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