storie della vita di Maria Vergine

dipinto, ca 1515 - ca 1516

La cappella del Rosario si trova in testa alla navata laterale destra, a lato del presbiterio; ad essa si accede da un'arcata ribassata che la separa dalla navata e che è tangente con il margine inferiore della vela settentrionale e da una seconda arcata di dimensione inferiore, che la separa dal presbiterio e che è stata aperta nella parete con la Crocefissione. Le due arcate di accesso sono delimitate da balaustre in marmo. I pilastri sui quali si reggono i costoloni sono dipinti a finto marmo, così come le lesene sotto alle arcate decorate con motivi vegetali. Nella parete occidentale si apre una monofora alta e stretta, mentre davanti alla parete meridionale si trova l'altare, ai lati del quale ci sono i due armadi a muro. (continua in Osservazioni)

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Cagnola Francesco (notizie 1498-1517)
  • LOCALIZZAZIONE Baceno (VB)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo il Bettinelli (p. 23) la Cappella del Rosario fu eretta contro la facciata della primitiva chiesa del secolo VIII per opera di Signibaldo, chierico di Baceno, che il 7 aprile 1326 venne incaricato dal vescovo Uguccione dei Borromei di costruire una cappella intitolata alla Vergine. Il Bertamini, datando la costruzione della chiesa primitiva ad un periodo più credibile, compreso tra il X e l'XI secolo, afferma che la Cappella fatta erigere da Signibaldo si trovasse lungo il primitivo lato settentrionale della chiesa, di fianco a quella fatta erigere dai De Baceno sempre nel XIV secolo, mentre la Cappella oggi del Rosario, era in origine soltanto un atrio per la chiesa orientata e deve essere fatta risalire al secolo XV; un dato che permette di avvalorare questa datazione è la tipologia dell'affresco presente sull'esterno dell'abside dell'attuale chiesa, raffigurante la Madonna, il Bambino e Santa Caterina d'Alessandria. Esso infatti non può essere fatto risalire più indietro della fine del XIV secolo, poiché mostra analogie con l'affresco della Madonna del Latte conservato a Re (il Bettinelli lo considerava anteriore, almeno di un secolo, al 1326!) ed essendo l'affresco stato tagliato dalla muratura del nuovo atrio, questo non può essere stato costruito prima della metà circa del secolo XV.La Cappella del Rosario subì diverse trasformazioni: quando all'inizio del XVI secolo venne costruita la nuova chiesa, orientata secondo la direttrice nord-sud, la Cappella divenne un corpo annesso al presbiterio, mentre quando, intorno al 1546, venne terminato l'ampliamento della chiesa, con l'aggiunta delle due navate laterali, essa venne aperta verso la navata occidentale, da cui oggi tuttora vi si accede. Il 19 aprile 1579, quando fu aggregata all'altare di questa Cappella la Congregazione del Rosario, fu praticata una nicchia nella parete meridionale per riporvi la statua della Madonna col Bambino. Nel 1587 venne collocata sopra all'arco di accesso la grande tela a forma di lunetta con la predica dei Misteri del Rosario, tela che oggi si trova sulla controfacciata della navata laterale sinistra. Nel 1702 venne tolta dalla sua nicchia la suddetta vetusta statua e furono aperti due piccoli armadi a muro, ai lati dell'altare, per riporvi delle reliquie e gli affreschi vennero così rovinati. Sia la nicchia, sia gli affreschi vennero coperti dalla bellissima tela del Rosario, che poi venne tolta nel 1952 per rimettere in luce i dipinti murali (il De Maurizi, che scrive nel 1927, ci testimonia che alla sua epoca il quadro della Madonna del Rosario era ancora sopra all'altare (p. 97), mentre il Bettinelli, che scrive nel 1953, dice che la tela era stata appena tolta e collocata a lato dell'altar maggiore). Nel 1702 furono anche rialzati il pavimento e l'altare, che all'origine erano più in basso ed esistevano quattro gradini per accedere alla zona presbiteriale; la visione degli affreschi era quindi totalmente differente, perchè non erano ad altezza d'uomo come risultano oggi. La collocazione della tela del Rosario davanti alle immagini dell'Annunciazione e del Transito di Maria ha permesso di salvarne l'aspetto originale, mentre gli altri affreschi vennero pesantemente ridipinti da Paolo Raineri nel corso dell'anno 1834 e soltanto l'intervento di restauro eseguito nel 1975 li riportò alla luce, come testimoniano le immagini nel testo della Gemma. D'altronde l'Errera stesso lamentava questo fatto affermando: "se tre degli spicchi sono stati, al solito, del tutto ritoccati, un quarto ve n'ha che, per essere stato completamente nascosto dall'alto baldacchino che protegge l'altare, non fu potuto toccare dal pennello del restauratore ed oggi ancora si rivela intatto a chi possa arrivare con lo sguardo fin lassù. L'affresco, rappresentante lo Sposalizio della Vergine, opera evidentemente contemporanea alla costruzione della navata (fine del secolo XV), sobria e fine di colore, veramente bella per dignità ed espressione dei volti, è soltanto con grandissimo disagio ed assai malamente visibile" (pp. 57-58).Già il De Maurizi definisce gli spicchi della volta "buoni affreschi della prima metà del Cinquecento" (p. 97), secondo il Perotti (p. 68) la decorazione di questa Cappella venne realizzata da Francesco Cagnola; egli ravvisa in questi dipinti "il [suo] modo di dipingere. più legnoso e pesante rispetto al padre, con una nota di "rozzezza espressiva", mentre il timbro dei colori denso e vivace aumenta l'efficacia comunicativa". Anche il Venturoli, nel suo scritto sulla pittura del Cinquecento nel Novarese (p. 255), attribuisce questo ciclo al secondogenito di Tommaso Cagnola. La Gemma arriva a ritenere plausibile l'attribuzione a Francesco Cagnola, che avrebbe realizzato il ciclo in un periodo intorno al 1515, momento in cui più attiva sarebbe stata la bottega novarese in Ossola; ella ipotizza inoltre un possibile intervento del fratello Sperindio nella realizzazione della decorazione a candelabre lungo i costoloni
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100203970-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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