ritratto di papa Benedetto IX

dipinto, post 1700 - ante 1749

Cornice di sagoma ovale verniciata di colore giallo; battuta liscia; profilo liscio. Retro della tela verniciato di rosso. Il personaggio è rappresentato di spalle con il volto di leggero tre quarti ed indossa un piviale di colore rosso virato sul marrone

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Grassi Giovanni Battista (attribuito): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Convento dei Servi di Maria
  • INDIRIZZO Strada Basilica di Superga, 73, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Pur non essendovi iscrizioni ed essendo illeggibile lo stemma dipinto, il ritratto presenta iconografia identica, ad eccezione del colore della veste, a quello di Benedetto IX realizzato da Cristofano dell'Altissimo per la collezione gioviana degli Uffizi a Firenze (Berti L. Uffizi Catalogo Generale, Firenze, 1978, p. 611). Benedetto IX, al secolo Teofilatto dei conti di Tusculo, fu eletto papa nel 1033, ma fu costretto a rinunciare per la vita scandalosa che conduceva (J.N. D. Kelly, Vite dei Papi, Casale Monferrato, 1989, pp. 248-250). La tela fa parte di una serie originariamente di 22 opere, giunte alla sede attuale solamente nel 1923, rappresentanti sia effigi di antipapi che di pontefici, diversi da quelli già trasferiti nel palazzo attiguo alla Basilica di Superga. Le tele, ritenute tutte rappresentanti immagini di antipapi, ad eccezione del ritratto di Felice V, al secolo Amedeo VIII, duca di Savoia, che ottenne una collocazione privilegiata nella biblioteca insieme ai ritratti degli illustri convittori, furono originariamente collocate al primo piano nell'ala nord in un locale attiguo alla cappella di San Francesco, già utilizzato come sacrestia. La serie attuale, privata di un elemento, è articolata in due gruppi: il primo di dieci tele di formato ovale, il secondo di dieci tele di formato rettangolare, secondo la consueta alternanza del formato, proprio anche di tutte le altre tele poste nella cosiddetta "Sala dei Papi". Tuttavia, queste opere, a differenza di quelle esposte, si presentano con una semplice cornice di legno verniciato giallo, priva di ornamenti; inoltre, non sempre sono corredate dall'iscrizione con il nome in lettere capitali, dello stemma e del numero di serie, utili all'identificazione. Da un punto di vista stilistico, parimenti, si possono distinguere almeno due diversi artisti: infatti, quattordici tele appaiono con una stesura più raffinata, sia nel modellato che nella resa dei particolari, mentre le rimanenti sei sono caratterizzate da una resa decisamente sommaria. Si noti che a queste ultime corrispondeanche una serie di numeri d'inventario diversa, rispetto alle altre, parallela alla numerazione come oggetti d'arte del patrimonio di Sua Maestà, acquisita probabilmente in un secondo tempo, prossimo al trasferimento a Superga. A questo proposito, il documento che testimonia il passaggio a Superga riferisce che le tele si trovavano precedentemente nel Palazzo Reale di Torino, tuttavia, all'esame degli inventari conservatisi, nessuna traccia di esse è stata rilevata. E'dunque possibile che i quadri abbiano transitato a Torino, ma avessero una diversa provenienza. Nelle schede Vesme, alla voce, Giovanni Battista Grassi (Baudi di Vesme A. L'arte in Piemonte, Torino, 1966, vol. II, p. 540), figura nel 1717 un grosso pagamento da parte della corte per aver "raccomodato n. 169 quadri vecchi di ritratti di sommi pontefici" e "per altri 118 quadri dè sommi pontefici fatti novi", tutti destinati al castello di Rivoli. Dato il numero elevato, superiore al numero dei pontefici, antipapi compresi, sino ad allora eletti, è ipotizzabile che il Grassi abbia fatto anche delle copie delle opere da lui stesso precedentemente restaurate che potrebbero identificarsi con una parte della serie qui presa in esame, o potrebbe averne dipinti di nuovi per completare le lacune della collezione. Nessuna guida dell'epoca o immediatamente successiva, menziona la serie né a Rivoli, né in altri luoghi legati a Casa Savoia. Da un punto di vista stilistico e tipologico, specialmente il gruppo delle tele più raffinate, presenta notevoli analogie con la collezione dei ritratti dei pontefici e degli antipapi conservata nel palazzo Altieri di Oriolo Romano, realizzata per volere di Clemente X nella seconda metà del XVII secolo (Schiavo A. Le Palais Altieri, Roma, 1962, pp. 200-201; V. Pierotti, La "Galleria Altieri di Oriolo", Raccolta completa di quadri raffiguranti i Papi della storia da San Pietro a Giovanni XXIII)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100198933
  • NUMERO D'INVENTARIO 59 S.M
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2001
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • ISCRIZIONI retro della tela, in nero - 235 - a penna -
  • STEMMI a sinistra al centro - religioso - Stemma - di rosso a l'aquila coronata e scaccata di nero e oro, ad ali aperte, di fronte. Tiara al di sopra dello scudo; due chiavi, una d'oro e una d'argento, accollate ad esso in decusse, legate di rosso
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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