motivi decorativi a conchiglia e cherubini
Le pareti sono scandite da dodici lesene scanalate con capitelo corinzio e festoni. Ai quattro angoli: cornici in stucco delle porte, centinate e con testa di angelo e trofeo nel sottarco. Nella parete frontale: cornice (destinata a un dipinto) centinata con volute, festoni e due teste d'angelo. Sulla trabeazione: fregio con conchiglie e cornucopie alternati a fregi con festoni. Verso il soffitto: dodici cornici ovali, che avrebbero dovuto contenere dipinti, alternati a oculi luminosi, con festoni e conchiglia sulla cima. Le dodici cornici sono contenute entro dodici lunette del soffitto, con decorazioni vegetali alternate (rosette, corone con fiori e foglie, rami intrecciati). Sopra le lunette, tra due festoni, si alternano: teste di angeli con conchiglia, conchiglie, teste di donna entro foglie d'acanto. Il fondo è dipinto di verde, le parti aggettanti sono bianche
- OGGETTO decorazione plastica
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ATTRIBUZIONI
Agliaudi Ignazio Detto Giovanni Pietro Baroni (1705/ 1769): disegnatore
- LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nelle insinuazioni di Torino, consultate in occasione di questa schedatura, all'anno 1737 c'è un ordinato della Confraternita della Santissima Trinità per la nuova casa in via Dora Grossa (la casa del rettore) su disegno di Agliaudi di Taviglaino, già chiamato ad intervenire "per la nuova sacrestia già stabilita erigersi". Si stabilisce inoltre che i lavori della casa e della sacrestia dovranno procedere in concomitanza per poter utilizzare gli stessi ponteggi. I disegni della sacrestia, con gli stucchi e gli arredi lignei, di Agliaudi di Tavigliano, conservati in Biblioteca Nazionale, comprendono anche i disegni della casa (in particolare i disegni ris. 59-20, ff. 13 e 14). Questi disegni sono datati 1755 circa. Alasia, che ha scritto un libro sulla chiesa consultando l'archivio della Confraternita andato bruciato nell'incendio del 1943, informa che la sacrestia fu fabbricata nel 1739 su disegno di Agliaudi di Tavigliano. Successivamente tutti gli autori citano la stessa data, eccetto Olivero (1939) che riferisce che la sacrestia fu costruita nel 1759 (curiosamente anche Pedrini, 1955, per la porta della sacrestia, riferisce la data 1759, senza però indicare la fonte di questa data precisa). E' ipotizzabile che i disegni siano stati eseguiti tra il 1737 e il 1739 (non lontano dall'anno in cui la Confraternita li aveva commissionati ad Agliaudi di Tavigliano per la casa, ma i disegni della casa sono gli stessi della sacrestia), e che i lavori siano iniziati nel 1739, come riferisce Alasia.Tra i disegni e la realizzazione ci sono lievi differenze negli ornati in stucco che decorano i frontoni delle porte, i parapetti delle finestre e le cornici degli ovali nelle lunette. L'unico autore a trattare in modo specifico degli stucchi di questo ambiente è Gritella (1992), che sottolinea il carattere unitario dell'ambiente con gli arredi, parte integrante e primaria dell'ornamentazione.La Confraternita della SS. Trinità fu fondata nel 1577 nella chiesa di S. Pietro del Gallo, trasferita nel 1598 presso la chiesa di S. Agnese. In questi anni la moglie del pittore Carracha aveva donato alla chiesa di S. Pietro la tavola della Madonna del Popolo, poi rivendicata dalla parrocchia di S. Pietro e dalla Confraternita della SS. Trinità, e ora conservata presso l'altare sinistro della chiesa. In questa stessa epoca la Confraternita bandì un concorso per la costruzione della chiesa, ma non essendo rimasta soddisfatta dell'esito attribuì l'incarico ad Ascanio Vitozzi, già iscritto alla Confraternita e successivamente sepolto nella chiesa. Nel 1606 la chiesa fu aperta al culto, anche se mancante ancora della cupola. Nel 1627 furono immessi i Teatini, secondo il desiderio del Card. Maurizio, priore della compagnia, e tre anni dopo furono costretti ad andarsene. Nel 1635 si iniziò la sistemazione dell'altare della Madonna del Popolo, finanziata dal confratello Silvestro Monteoliveto, sepolto nella chiesa, che incaricò dei lavori Carlo Castellamonte. L'anno precedente la cappella antistante, dedicata ai SS. Stefano e Agnese, era stata concessa all'astigiano Marcantonio Gambetta. La cupola fu compiuta soltanto nel 1664. Nel 1699 fu iniziato l'altare maggiore, eseguito dal luganese Francesco Aprile sul modello di Giovanni Valle. Nel 1707 fu eseguito il pavimento, su disegno dell'ingegner Bertola, sostituito poi tra il 1848 e il 1850. Entro i primi due decenni del XVIII secolo venne eseguita la decorazione a stucco del coro, destinata a fungere da cornice ad una galleria di dipinti, con l'ovato della Trinità di Daniel Seiter e due sculture di Carlo Antonio Tantardini. (segue in OSS)
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100142208
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1996
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0