PIASTRELLA, elemento d'insieme di Bertola Antonio, Aprile Francesco, Cortesi Paolo (fine sec. XVII)
PIASTRELLA,
post 1694 - ante 1694
Bertola Antonio (1666/1732)
1666/1732
Aprile Francesco (notizie Dal 1694 Al 1715)
notizie dal 1694 al 1715
Cortesi Paolo (notizie Sec. Xvii/ Fine)
notizie sec. XVII/ fine
Forma a stella con otto punte; superficie liscia sulla faccia anteriore. Sul retro, perno metallico per assicurarla al suolo
- OGGETTO PIASTRELLA
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MATERIA E TECNICA
Bronzo
lega metallica
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MISURE
Diametro: 63.5 cm
Spessore: 1.5 cm
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ATTRIBUZIONI
Bertola Antonio (1666/1732): progettista
Aprile Francesco (notizie Dal 1694 Al 1715): SCALPELLINO
Cortesi Paolo (notizie Sec. Xvii/ Fine): ottonaio
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
- INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La piastrella a forma di stella a otto punte, caratteristico simbolo mariano, fa parte del pavimento della cappella, costruito, tra il 1685 e il 1694 per commissione di Vittorio Amedeo II (Torino,1666-Rivoli/TO, 1732), su progetto dell'ingegnere e architetto Antonio Bertola (Muzzano/BI, 1647-1719), in concomitanza con la costruzione, su disegno dello stesso, dell'altare centrale, alla romana, realizzato in marmo e legno, destinato a ospitare la sacra reliquia, che vi fu trasferita il 1 giugno 1694. Clemente Rovere, nella prima monografia sul Palazzo Reale di Torino (Descrizione del Reale Palazzo di Torino, Torino, 1858, p. 34) precisava che il pavimento venne iniziato nel 1690, con l'intervento dello scalpellino Francesco Aprile e dell'ottonaio Paolo Cortesi, mentre, secondo la testimonianza del canonico Giovanni Lanza, tra le poche a ricordare il pavimento, esso venne, invece, compiuto cinque anni dopo l'altare, cfr. G. Lanza, La Santissima Sindone del Signore che si venera nella R. Cappella di Torino, Torino, 1898, p. 118. Nessuna informazione è stata reperita circa l'attività di Paolo Cortesi, non documentato nei repertori noti; diversamente per Aprile, forse appartenente all'importante famiglia di stuccatori, scultori e scalpellini originari di Carona e attivi tra il XV e il XVIII secolo in vari stati della penisola italiana, in Spagna e in Ungheria; non è possibile, però, identificarlo con il celebre Francesco (?-1685), presente in Roma nel 1642, lavorò per varie chiese della capitale pontificia tra le quali S. Anastasia, SS. Gesù e Mara e S. Pietro per la realizzazione degli angeli della tomba di Clemente X (1682-1683), cfr. W. Müller, voce, 12. Francesco (II) (Francesco Lombardo), Aprile, in SAUR Allgemeines künstler-lexicon die bildenden künstler allerzeiten und völker, München-Leipzig, 1992, vol. 4, pp. 583-584. Si deve, invece, riconoscere nello scalpellino che eseguì, nel 1708, due zoccoli in marmo per una delle cappelle del coro della chiesa dei SS. Martiri, ove risulta aver lavorato anche all'altare di S. Francesco Saverio, e alla quale nel 1715 fornì cinque pezzi di marmo nero di Como, cfr. B. Signorelli, "Una chiesa per maggior servitio di Dio, aiuto delle anime et ornamento di questa città", in B. Signorelli (a cura di), I Santi Martiri: una chiesa nella storia di Torino, Torino, 2000, p. 199. L'elemento della stella ripetuto, entro una struttura modulare in marmi policromi a forma di croce greca, che viene disposta secondo un andamento a raggera che converge in corrispondenza del centro dell'altare, rimanda, evidentemente, al motivo della sezione della cupola progettata, alcuni decenni prima da Guarino Guarini (Modena, 1624-Milano, 1683) in cui la serie di esagoni digradanti si conclude in un anello di dodici archi di marmo aggettanti, che sostengono una stella di marmo, a traforo, alla base della lanterna. Le stelle diventano più grandi man mano che ci si allontana dall'altare-reliquiario; la più grande delle croci e, quindi, delle stelle, si trova in corrispondenza del portale d'accesso al palazzo, come ad indicare al principe il percorso lungo il quale procedere. Il Bertola, laureatosi in legge, ma dedicatosi poi a studi di matematica ed ingegneria, già ingegnere del principe di Carignano, su commissione del quale prese parte ai lavori per l'altare maggiore della chiesa di S. Filippo in Torino (1699), si distinse in qualità anche di architetto militare durante l'assedio di Torino del 1706; i meriti acquisiti gli valsero la carica di primo architetto civile e militare del duca di Savoia, esercitando un'indiscussa supremazia sull'architettura non solo torinese sino all'arrivo di Filippo Juvarra (Messina, 1678-Madrid, 1736) a Torino nel 1714, cfr. E. Olivero, L'Altare della SS. Sindone ed il suo Autore, in "Il Duomo di Torino - Periodico religioso-storico-artistico edito a cura del Comitato per i restauri della cattedrale", Torino, anno II, n. 7, 1 luglio 1928, pp. 6-10; N. Carboneri, voce Bertola, Antonio, in Dizionari Biografico degli Italiani, Roma, 1967, vol. 9, pp. 562-563; W. Canavesio-F. Morgantini, voce, Bertola (Bertolla), Antonio, in SAUR Allgemeines künstler-lexicon die bildenden künstler allerzeiten und völker, München-Leipzig, 1995, v. 10, pp. 110-111; J. Beldon Scott, La Cappella del Guarini: la reliquia, il rituale e la committenza, in B. Barberis-G. M. Zaccone (a cura di), Sindone cento anni di ricerca, catalogo della mostra, Roma, 1998, pp. 144, 152
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100108157
- NUMERO D'INVENTARIO 913
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1994
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
2016
- ISCRIZIONI lato inferiore/ su etichetta rettangolare adesiva - 913 - caratteri numerici - a impressione nero -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0