RELIQUIARIO - A TEMPIETTO, opera isolata di Capello, Gabriele (secondo quarto sec. XIX)
Pareti laterali, cimasa e due portelle in legno intagliato. Le portelle presentano, all'esterno, motivo a bifore gotiche sovrapposte nelle parti laterali e con due alte finestre con arco a sesto acuto nella parte centrale, ornate da motivo a traforo con rosone centrale. La faccia interna presenta ornato con cornici quadrilobate su rivestimento in raso di seta azzurro. Fregio con motivo floreale stilizzato. Cimasa lavorata a traforo riproducente, ai lati, due cuspidi con pinnacolini e decoro a foglie lungo il profilo; al centro, arco ad ogiva con ornati vegetali. Pareti laterali ornate da tre file di bifore tamponate sovrapporste. Retro decorato da due fasce a rilievo. Interno: cornice in legno dorato, a gola, con profilo esterno ad ovuli ed interno a filetti; luce rettangolare con vetro. Al di sotto di esso, su fondo azzurro, struttura in carta argentata e dorata e lamina d'argento che descrive la fronte di un tempio con colonne corinzie e timpano triangolare
- OGGETTO reliquiario a tempietto
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MATERIA E TECNICA
argento/ cesellatura
argento/ doratura
argento/ sbalzo
CARTA
METALLO
VETRO
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MISURE
Profondità: 12 cm
Altezza: 92 cm
Larghezza: 49.5 cm
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ATTRIBUZIONI
Capello, Gabriele (1806/ 1876)
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
- INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE [continuazione DESO] al cui interno sono collocate su file parallele reliquie con cartigli. Poggia su basamento con motivo a palmette in argento dorato e sbalzato ed è fiancheggiato da due coppie di lesene con capitello composito, ornato da foglie di acanto la cui superficie, a fondo rosso, è ricoperta da reliquie, fissate con puntine dorate, disposte a lisca di pesce. Nello spazio intorno alle paraste e sopra il timpano sono collocate, simmetricamente ad un medaglione centrale, reliquie con cartigli e foglie di palma in carta dorata. Al centro della composizione, su fondo rosso, sono collocate una croce latina e fregi in metallo sbalzato dorato intorno ai quali sono disposte, simmetricamente, reliquie. Una reliquia è posta anche al centro del timpano. Al di sopra del tempio corre un fregio in metallo dorato e sbalzato con doppia fascia, inferiore con motivo floreale analogo alla cornice, superiore a fogliette stilizzate. L'oggetto poggia su zoccolo a gradini in legno. Il reliquiario è conservato entro housse in tela di lino cucita con filo di cotone bianco. L'opera in esame risulta essere stata inclusa nel patrimonio della Cappella della SS. Sindone solamente dopo il 1911, anno in cui, è ancora collocata nella camera da letto del sovrano, al primo piano del Palazzo Reale di Torino. Lo stesso inventario attribuisce la realizzazione della cassa a Gabriele Capello detto il Moncalvo (Moncalvo/AT, 1806-Torino, 1876), tuttavia, né la recente monografia dedicata al celebre ebanista di corte, né le analisi documentarie effettuate, hanno permesso di individuare la commissione dell'oggetto, né la sua originaria collocazione. Lo stile neogotico della cassa, riproducente la facciata di una chiesa, riprende modelli, originatisi in ambito inglese sin dall'ultimo quarto del Settecento - basti pensare al volume dei Pugin "Pugin's Gothic Furniture" (1827) - e diffusi poi in area parigina, particolarmente apprezzati in età carloalbertina, come testimonia la presenza di orologi di analoga tipologia, quale, a titolo di esempio, un esemplare raffigurante la fronte della cattedrale di Amiens, conservato al castello di Racconigi, N. Gabrielli, Racconigi, Torino, 1971, p. 115; orologi a Palazzo Reale.) e ben si inserisce nell'ambito della produzione di arredi echeggianti il revival dell'età basso medievale che contraddistinse parte delle commissioni di Carlo Alberto sia per il castello di Pollenzo, e, in particolare, per i banchi, i confessionali ed il pulpito della chiesa di S. Vittore (1847 ca.), che, soprattuto, per il "Reposoir" della Regina nelle Margherie di Racconigi (1840-1841), realizzati dal Capello su disegno di Pelagio Palagi (Bologna, 1775-Torino, 1860) del quale si conservano anche disegni per arredi non eseguiti, nonché per la Cappella Gotica, compiuta tra il 1843 e il 1848, cfr. R. Antonetto, Gabriele Capello "Moncalvo" Ebanista di due re, Torino, 2004, pp. 207-209, 225-233, figg. 26-34, 80-85. Il reliquiario vero e proprio rispecchia una particolare tipologia, detta "paperole", documentata a partire dal XVII secolo, il cui nome deriva dal termine francese con il quale sono chiamate le strisce di carta dorate, variamente arrotolate, che costituiscono l'elemento dominante della composizione ornamentale, che spesso imita o trae spunto da ricami, miniature o dall'oreficeria. La costanza con la quale tale produzione è stata ripetuta, fino al XX secolo, rende difficile la datazione di tali reliquiari anche se, in questo caso, la realizzazione della cassa induce ad ipotizzare una produzione tra il secondo ed il quinto decennio del XIX secolo. La disposizione delle reliquie, all'interno dell'elaborata decorazione, risponde, come nel caso in esame, ad un piano teologico preciso, talvolta non immediatamente identificabile. Le paperoles, eseguite in quasi tutti i paesi cattolici, sono documentate, per quanto limitati siano ad oggi gli studi sull'argomento, soprattutto in Francia, Austria ed Italia. In Torino, in particolare, oltre alla produzione da parte delle monache carmelitane, spiccarono le visitadine e le suore del Cottolengo. Raramente tali reliquiari potevano essere acquistati; per lo più venivano dati in dono ad importanti benefattori dei conventi o erano confezionati per ornare cappelle interne a chiese dei rispettivi ordini religiosi (L. Borello-P. P. Benedetto, Paperoles le magnifiche carte, Torino, 1998, pp. 8-15). La presenza di reliquiari con tale provenienza nell'ambito delle collezioni sabaude è confermato da una lettera, datata 3 maggio 1872, dell'ispettore del Regio Mobiliare, Francesco Lubatti, all'Amministrazione della Casa di S.M. in Torino, nella quale si ricorda la presenza, nel Regio Guardamobili, di numerosi esemplari donati alle regine Maria Teresa Asburgo Lorena (Vienna, 1801-Torino, 1855) e Maria Adelaide Asburgo-Lorena (Milano,1822-Torino, 1855) in occasione delle ripetute visite ai monasteri femminili torinesi
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100108124
- NUMERO D'INVENTARIO 2166
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1994
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
2016
- ISCRIZIONI retro/ su etichetta rettangolare adesiva - 2166 - caratteri numerici - a impressione/ rosso -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0