PISSIDE, opera isolata - ambito torinese (secondo quarto sec. XIX)

PISSIDE, 1825 - 1849

Il piede, a base circolare, con fascia leggermente bombata decorata da foglie accartocciate, il corpo. anch'esso bombato, presenta il fondo zigrinato dal quale emergono 3 cherubini che trattengono festioni di frutti, il collo è adornato da foglie stilizzato. Il fusto è risolto con un nodo piroiforme impreziosito da un motivo a bacellatura 3 cherubini che emergono da un fondo zigrinato. Il gambo si raccorda con il piede e la coppa mediante modanature lisce. Il sottocoppa è formato da foglie stilizzate, la coppa è bombata e porta, sull'estremità superiore; motivo che si ritrova sul coperchio decorato da una fascia bombata con loo sfondo zigrinato, dal quale emergono tralci vegetali. Il cupolino è modanato e bacellato e regge la croce apicale greca "potenziata", posta su una sfera. L'interno della coppa è dorato

  • OGGETTO PISSIDE
  • MATERIA E TECNICA argento/ doratura
    argento/ sbalzo
    LEGNO
  • MISURE Altezza: 28 cm
    Larghezza: 12.5 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Torinese
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Sfortunatamente non sono stati rintracciati documenti relativi alla pisside in questione che presenta due punzoni: la croce dei Santi Maurizio e Lazzaro coronata, il punzone che attesta il titolo dell'argento a 800 0/00, e la testa di toro contornato, distintivo dell'Ufficio del Marchio di Torino, introdotti dal 1824 e impiegati fino al 1872 (A. BARGONI, Maestri orafi e argentieri in Piemonte dal XVII al XIX secolo, Torino 1976, pp. 16-17; tav. XII, figg. 2, 5). Grazie ad essi è possibile ascrivere con certezza il manufatto in ambito torinese e collocarlo nei decenni centrali dell'Ottocento, come, inoltrte, suggerisce l'analisi stilistica. Sebbene il pezzo sia mutuato da forme settecentesche (si veda, ad esempio, C. SPANTIGATI, "Staziella Carità sorger lo feo": dipinti, sculture e arredi tra antica e nuova sede, in C. SPANTIGATI (a cura di), La cattedrale di Alessandria, Torino 1988, p. 120; C. BERTOLOTTO, G. AMPRINO (a cura di), Il Tesoro della Cattedrale di San Giusto. Arredi sacri dal VII al XIX secolo, catalogo della mostra di Susa, Torino 1998, pp. 106-107, scheda n. 27 di M. P. Ruffino; S. LEBBORONI, Gli argenti, in L'arredo sacro nelle Chieses del Tigullio, Genova 1985, pp. 36-37, fig. 31; E. RAGUSA, A. TORRE (a cura di), Tra Belbo e Bormida: luoghi e itinerari di un patrimonio culturale, Torino 2003, p. 296, scheda n. 10 di A. Rocco); i decori sontuosi e rigogliosi fanno abbasare la datazione, così come il motivo della bacellatura, riscontrabili in pezzi della prima metà del XIX secolo (FORNARI SCHIANCHI (a cura di), "Per uso del santificare et adornare". Gli arredi di Santa Maria della Steccata. Argenti\Tessuti, Perma 1991, pp. 98-99, scheda n. 45 di R. Cattani). La commistione fra elementi di matrice rocaille e quelli di ispirazione beoclassica la si ritrova in una serie di candelabri della cappella della Beata Vergine della Stella della Collegiata Alta di S. Maria della Stella di Rivoli, datati al 1820 circa (G. GRITELLA, E. ZANONE POMA (a cura di), Lignum docet. Scultura lignea devozionale da Rivoli e S. Antonio di Ranverso tra Gotico e Barocco, catalogo della mostra, Rivoli 2002, pp. 53-55, scheda n. 15 di S. Bombino). Ed è assai verosimile che la nostra pisside possa essere collocata intorno al secondo quarto del secolo, anche perchè, nella produzione dei decenni successivi si assiste ad un'esasperazione dei motivi ornamentali, prediligendo forme e mtivi sontuosi e sovraccarichi (G. SCARAMELLINI (a cura di), I tesori degli emigranti. I doni degli emigrati della provincia di Sondrio alle chiese di origine nei secoli XVI-XIX, catalogo della mostra di Sondrio, Cinisello Balsamo 2002, p. 413, scheda n. 489 di G. Antonioli; S. LEBBORONI, 1985, p. 42, figg. 39-40; M. PORCU GAIAS, Il Museo Diocesano di Sassari. Ori, argenti, paramenti, Nuoro 2002, pp. 97-99, scheda n. 75; W. ACCIGLIARO, S. GALLARATO (a cura di), Sacri argenti della cattedrale di Alba. Oggetti liturgici e oreficeria devozionale nel "Tesoro del Duomo" (dal XIV al XIX secolo), Alba 2005, pp. 100-103, schede nn. 22-23 di S. Gallarato; (L. FORNARI SCHIANCHI (a cura di), Le trame della storia fra ricerca e restauro. Risultati di un censimento nel Comune di Borgotaro, Parma 2000, pp. 58, 194, 350)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100108079
  • NUMERO D'INVENTARIO 2181
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1994
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • ISCRIZIONI sotto la base/ su etichetta adesiva - .. 8 - caratteri numerici - a impressione/ rosso -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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