PARAMENTO LITURGICO, 1800 - 1849

Il parato, composta da due pianete, tre piviali, un velo omerale, due veli da calice, due borse, una stola, un manipolo e una coperta di libro liturgico, è confezionato, ad esclusione dell'ultimo manufatto, in taffetas ecru ricamato in seta policroma nelle tonalità del rosa, rosso, amaranto, crema, verde, viola, giallo, azzurro e celeste, fili dorati, oro filato e oro lamellare, paillettes dorate e canutiglia dorata

  • OGGETTO PARAMENTO LITURGICO
  • MATERIA E TECNICA filo di seta/ ricamo
    altri
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Torinese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
  • INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il ricco parato ben testimonia il gusto per arredi liturgici sontuosi che caratterizza l'Ottocento. Sebbene il partito decorativo del sontuoso paramentale appaia mutuato dal repertorio ornamentale di matrice settecentesca (A. BARBERIS (a cura di), Il corredo tessile, in Argenti, oggetti e paramenti del Duomo di Valenza, Torino 1991, p. 65, scheda n. 10; F. VARIGNANA (a cura di), Il tesoro di San Pietro in Bologna e papa Lambertini, catalogo della mostra, Bologna 1997, pp. 195-196, scheda n. 44; N. GABRIELLI, Arte e cultura ad Asti attraverso i secoli, Torino 1977, p. 118; G. ROMANO (a cura di), Realismo caravaggiesco e prodigio barocco. Da Molineri a Taricco nella Grande Provincia, catalogo della mostra, Savigliano 1998, pp. 260-261, scheda n. 56 di A. M. Colombo), A. R. MORSELLI e F. NEGRINI (a cura di), Le trame dell'invisibile: paramenti sacri a Castiglione delle Stiviere, catalogo della mostra, Castiglione delle Stiviere 1991, pp. 112-113, scheda n. 32), il linguaggio e la cultura del nostro insieme appaiono accostabili alla produzione ottocentesca ( Paramenti sacri. Tessuti serici del Duomo di Ales dal '600 al '900, catalogo della mostra di Ales, Cagliari 1998, p. 43, scheda n. 35 di A. Pasolini; L. FORNARI SCHIANCHI (a cura di), "Per uso del santificare et adornare". Gli arredi di Santa Maria della Steccata. Argenti/ Tessuti, catalogo della mostra, Parma 1991, pp. 218-219, scheda n. 135 di M. Cuoghi Costantini; D. DEVOTI, D. DIGILIO e D. PRIMERANO (a cura di), Vesti liturgiche e frammenti tessili nella raccolta del Museo Diocesano Tridentino, Trento 1999, pp. 202-203, schede nn. 164-165 di D. Digilio; Indue me Domine. I tesssuti liturgici del Museo Diocesano di Brescia, Venezia 1998, p. 167, scheda n. 74 di A. Geromel Pauletti; D. DAVANZO POLI (a cura di), Basilica del Santo. I tessuti, Roma 1995). Se la produzione di questo secolo appare di difficile studio, sia per la quasi totale assenza di ampi e validi repertori, soprattutto per l'area piemontese ( fra i pochi studi dedicati a tale argomento si rimanda ai fondamentali L. BORELLO, Testimonianze di ricamatori: alcuni paramenti del Santuario della Consolata in Torino (secolo XIX-XX), in I tessili antichi e il loro uso: testimonianze sui centri di produzione in Italia, lessici, ricerca documentaria e metodologica, III convegno C.I.S.S.T. (Torino 1984), Torino 1986, pp. 248-260 e C. DEBIAGGI, Pietro Battistolo ricamatore valsesiano dell'Ottocento a Torino, in "De Valle Sicida", 2003, anno XIV, n. 1, pp. 361-376), sia per la ripetività dei modelli e dei disegni (appare interessante il confronto fra una pianeta del Museo Diocesano di Brescia, ascritta dubitativamente a ricamatori lombardi e datata al terzo quarto del XIX secolo, cfr. Indue me Domine. I tesssuti liturgici del Museo Diocesano di Brescia, Venezia, 1998, pp. 167-168, scheda n. 75 di A. Geromel Pauletti, con una pianeta della ricamatrice torinese Maria Pifferi, attiva fra il 1907 e il 1929, conservata nel Duomo di Casale), l'eleganza e la raffinatezza del disegno potrebbero suggerire una datazione alla prima metà del secolo, come suggeriscono confront con opere coeve (M. CIATTI, "Drappi, velluti, taffettà et altre cose". Antichi tessuti a Siena e nel suo territorio, catalogo della mostra, Siena 1994, p. 206, scheda n. 135 di L. Bonelli e scheda n. 136 di S. Falconi; A. GEROMEL PAULETTI (a cura di), Le Stoffe degli Abati. Tessuti e paramenti sacri dell'antica Abbazia di Monastier e dei territori della Serenissima, catalogo della mostra, Treviso 1997, p. 90, scheda n. 41; G. SCARAMELLINI (a cura di), I tesori degli emigranti. I doni degli emigrati della provincia di Sondrio alle chiese di origine nei secoli XVI-XIX, catalogo della mostra di Sondrio, Cinisello Balsamo 2002, p. 248, scheda n. 21 di G. Scaramellini e p. 345, scheda n. 296 di G. Perotti). In assenza di precise attestazioni documentarie, appare alquanto arduo poter indicare il laboratorio al quale venne affidato il parato, che si può ipotizzare attivo a Torino. I Savoia, per le loro commissioni per gli arredi della Cappella , si rivolgono, molto spesso, alle numerose e poco note manifatture locali (P. L. BASSIGNANA (a cura di), Imprenditori piemontesi. Progetto per un repertorio, Torino, 1994). CONTINUA NEL CAMPO OSS
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100105301-0
  • NUMERO D'INVENTARIO 2158/31S.M. - 2159/32S.M
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1993
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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