MOTIVI DECORATIVI A FOGLIE DI ACANTO/ TESTA DI PUTTO
GRADINO DI CANDELABRI,
post 1794 - ante 1799
Bonzanigo Giuseppe Maria (bottega)
1745 - 1820
L'insieme si compone di quattro gradini di candelabri a cinque bracci, quattro gradini di candelabri a quattro bracci, quattro gradini di candelabri a tre bracci, due candelabri a due bracci, due candelabri a un braccio e altri due ad un braccio di più piccole dimensioni
- OGGETTO GRADINO DI CANDELABRI
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MATERIA E TECNICA
GESSO
METALLO
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ATTRIBUZIONI
Bonzanigo Giuseppe Maria (bottega)
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
- INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il 25 luglio 1794 si pagava lo scultore di corte Giuseppe Maria Bonzanigo (Asti, 1745-Torino, 1820) per "prezzo convenuto di quindeci scherzi Peramidali fatti in surrogazione di quelli d'argento, che già essistevano nella Real Capella della SS.ma Sindone", che dovrebbero identificarsi con gli esemplari in esame. La necessità della sostituzione era stata determinata, molto probabilmente, a seguito delle requisizioni di oggetti preziosi, inclusa la suppellettile sacra, promosse dallo Stato, date le esigenze eccezionali della Zecca, per convertirli in denaro contante per affrontare la guerra contro la Francia. Le piramidi, sotto la direzione dello stesso scultore, vennero quindi verniciate dal doratore Carlo Colli, che risulta ripetutamente a fianco del Bonzanigo, e si provvide anche a realizzare delle custodie in tela "Rovan usitata" per proteggerle dalla polvere e dal fumo delle candele. La stessa serie di piramidi in legno intagliato e argentato, senza ulteriori specificazioni, è ricordata, genericamente, nell'inventario patrimoniale della Cappella della SS. Sindone realizzato nel 1821, fatto che ulteriormente comprova la loro presenza nella sede originale. Anche da un punto di vista stilistico, benché l'andamento sinuoso dei bracci, le foglie di acanto e le testine angeliche a tutto tondo appaiano evidentemente come elementi di una cultura figurativa di metà Settecento, tuttavia, l'allungamento e l'irrigidimento delle forme e la presenza di profilature perlinate, ben si presterebbero ad una riproduzione di esemplari rocailles effettuata da artisti educati ad una nuova sensibilità classicista. Il nome del Bonzanigo, negli ultimi due decenni del Settecento, compare ripetutamente tra i pagamenti della Cappella della SS. Sindone per lavori di varia entità, dagli interventi di ripulitura e riparazione, alla realizzazione ex-novo di suppellettile ecclesiastica o di elementi d'arredo. Evidentemente, come è già stato notato dalla critica, egli doveva trovarsi a dirigere un vasto studio di artigiani specializzati e per questo motivo le note di contabilità risultano intestate solamente a lui, ma numerose e valenti furono le personalità che lo affiancarono. La figura del Bonzanigo, si distinse in quanto egli non fu un, seppur abile, minusiere, ma uno scultore vero e proprio, appartenente dal 1774 all'Accademia di S. Luca di Torino, e fu coinvolto dalla corte sabauda, presso la quale è documentato dal 1773 e per la quale dal 1787 ricoprirà il prestigioso ruolo di primo scultore in legno di S.M., in qualità di decoratore e ornatista puro, impegnato nella progettazione e coordinamento di vaste imprese decorative d'ambiente per il riammodernamento, secondo le tendenze del gusto classicista affermatesi negli ultimi decenni del Settecento, di interi appartamenti nelle residenze sabaude, che gli meritarono una fama diffusa anche al di fuori dei confini del Regno di Sardegna, già tra i contemporanei, cfr. R. Antonetto, Minusieri ed ebanisti del Piemonte. Storia e immagini del mobile piemontese 1636-1844, Torino, 1985, pp. 354-358; G. Ferraris, Giuseppe Maria Bonzanigo e la scultura decorativa in legno a Torino nel periodo Neoclassico (1770-1830), Cavallermaggiore, 1991, pp. 42-43; S. Partsch, voce, Bonzanigo, Giuseppe Maria, in SAUR Allgemeines künstler-lexicon die bildenden künstler allerzeiten und völker, München-Leipzig, 1996, vol. 12, p. 632. Per un interessante confronto, per l'analoga soluzione della testina angelica collocata al centro del gradino, quasi a sostenere lo sviluppo dei bracci, si veda una apparato di candelabri in legno argentato, datato al 1820 ca., conservato presso la Collegiata Alta di Santa Maria della Stella, cappella della Beata Vergine deIla Stella, cfr., pp. 53-55. La serie fu, frequentemente, oggetto di riparazioni; tra gli interventi sono documentati: quello del primo semestre del 1834 da parte dei minusieri Giuseppe Detoma e Giovanni Boggio, ripetutamente impiegati dalla corte, soprattutto prima dell'affermazione di Gabriele Capello (Moncalvo/AT, 1806-Torino, 1876), anche per importanti commissioni; nel 1842, in occasione dell'Ostensione della SS. Sindone, fu riargentata, unitamente ad altre suppellettili in legno, da parte dell'indoratore Giuseppe Pollo; mentre nel 1855 figura un pagamento a Pietro Fagiani, doratore, per ulteriori lavori di pulitura e verniciatura. Sulle figure dei minusieri Boggio e Detoma e sul Fagiani, con riferimento ai loro interventi per commissioni sabaude, cfr. R. Antonetto, Gabriele Capello "Moncalvo" Ebanista di due re, Torino, 2004, pp. 50, 197, 224, 225, [le Notizie storico-critiche continuano in Annotazioni]
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087928-0
- NUMERO D'INVENTARIO 2123
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1993
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0