progetto di spaccato trasversale di una chiesa

disegno, 1775 - 1799

Presbiterio delimitato da una balaustra a colonnine, fiancheggiato da due porte con cornice sagomata sormontata da tabelle quadrangolari. Pilastrini e lesene con capitelli a foglie e volute sostengono una trabeazione con cornice a dentelli su cui si imposta un catino costolonato. L'altare, sopra il quale si apre una finestra rettangolare, ha due porte ai lati. Al centro dell'arcone vi è lo stemma sabaudo, composto secondo l'ampliamento del 1632. Inchiostro bruno e acquerello grigio; acquerello rosa nella sezione dei muri, turchino nella finestra

  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta/ acquerellatura/ penna
  • ATTRIBUZIONI Amedeo Di Castellamonte (1610/ 1683)
  • LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il disegno, insieme ad altri due, raffiguranti la facciata e la sezione longitudinale di una chiesa, furono pubblicati dal Tamburini con l'indicazione di disegni della Chiesa della SS. Annunziata (L. Tamburini, Le chiese di Torino dal rinascimento al barocco, Torino s.d., fig. 16-18). La mancanza di altre indicazioni, anche nel testo, lascia pensare che si tratti del progetto della chiesa fatto da Carlo Morello e realizzato tra il 1648 e il 1656. Tale ipotesi sarebbe avvalorata dalla data 1649 apposta sulla sinistra del disegno e dallo scudo con l'arma della Reggente Madama Cristina di Francia, la quale il 19 luglio 1648 pose la prima pietra dell'edificio (cfr. ibidem, p. 166). Se non che la data pare aggiunta posteriormente ed anzi le cifre 4 e 9 risultano da una correzione, evidente dalla diversità del tratto e dell'inchiostro, delle cifre 7 e 0 di una prima datazione al 1670. Essa è quindi probabilmente un'annotazione, fatta per memoria, su un disegno che si riferiva alle vicende della chiesa seicentesca, che dai documenti della Confraternita risultano più complesse di quanto non fosse noto finora. I nuovi piani di ampliamento della città verso il Po progettati negli anni'70 misero in allarme i confratelli circa le sorti della chiesa, che temevano venisse demolita. Fecero perciò "sporgere Sup.ca a Mad.a Reale affine di havere li suoi sentimenti circa questo, essendosi essa M.R. compiaciuta di farlo refferire nel Consiglio delle fabriche habbino havuto risposta che restava la Chiesa illesa e così puetrà la Confraternita ampliar conforme al disegno fatto ò da farsi la Chiesa et quella abbellire al minor dispendio che si puetrà". Incaricarono quindi il rettore Andrea Ferroglio, i consiglieri Bartolomeo Boccardo, Amedeo Perrotto e Nicolao Candellere "di far ogni diligenza possibile tante con li Confratelli della Compagnia che altri di questa Città, per trovare in titolo d'elemosina danari e materiale, in quella quantità che sarà possibile e tenerne un libro e netta distinta, e ciò fatto ove vi sia la somma considerabile per quanto si puetrà stendere l'esatto dar principio alla fabricha secondo il disegno che se ne farà dal Ill.mo Conte Castellamonte qual per tal effetto si pregarà da medemi" (cfr. Archivio della Confr. della SS. Ann., Libro degli Ordinati, 1660-1712, 12 aprile 1676, ff. 63-64v). I lavori progettati, evidentemente per le difficoltà finanziarie di cui i documenti fanno ripetute menzioni, dovettero andare parecchio a rilento o addirittura neppure iniziare, se ancora nel 1693, come riferisce l'ordinato del 21 giugno, "la Chiesa della Sant.ma Annonciata si trova in un stato tale che se non viene rimediata minacia rovina di cadere il coperto e sofietta" e si ritiene necessario "farvi la volta" e si vuole "giungervi due capelle". Vengono perciò designati Andrea Ferroglio, Gio Luigi Romagno e Gio Antonio Boccardo, figlio di Bartolomeo, " a fare tutto quello che le parerà e piacerà a beneficio di detta fabbrica" (cfr. ibidem, ff. 138-138v). Finalmente il 22 giugno 1693 i lavori furono avviati e la fabbrica della chiesa, di cui il 3 agosto viene cominciata la facciata, ci informa l'ordinato del 5 ottobre, è "ridotta col aiuto Divino e della Glor.ma Vergine Maria in stato avanzato con poco dispendio sino alla sommità"; mancava però ora il denaro "per riddurla al copperto (cfr. ibidem, ff. 1v e 139v). Nei documenti relativi a questi anni non si fa menzione di architetti che progettino lavori per la chiesa. Si può quindi pensare che venissero sempre utilizzati, almeno come progetto generale, i disegni del Castellamonte del 1676. Ora, dai documenti della Confraternita la chiesa del Morello risulta aver avuto il presbiterio alquanto ridotto e una sola cappella per lato, mentre quella che emerge dalle testimonianze settecentesche ne ha due per lato ed ha il presbiterio con abside curvilineo piuttosto ampio, tale da contenere il coro ligneo tuttora esistente. Queste caratteristiche possono corrispondere al progetto in esame e al desiderio di ampliamento della chiesa espresso dai confratelli negli Ordinati citati. Ciò permette di formulare l'ipotesi che i disegni siano quelli richiesti al Castellamonte, come mi pare possano confermare anche le caratteristiche stilistiche e il repertorio decorativo, per i quali si può fare un confronto, ad esempio, con la Chiesa della Vergine Maria nella piazza della Venaria Reale (cfr. Catalogo della mostra I rami dell'Archivio di Corte: sovrani, battaglie, architetture, topografie, Torino 1981, pp. 346-347)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100042656
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1987
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sul verso - Tippo - a penna -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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