Santa Zita

dipinto 1861 - 1861

Al centro della tela è rappresentata una figura femminile velata e aureolata identificabile con S. Zita. Questa, che ha iul capo reclinato verso destra e indossa una veste violacea, è rappresentata nell'atto di reggere i due lembi del grembiule sollevato e ricolmo di rose. Alla sua destra è un personaggio maschile in posizione eretta, rivestito di una tunica verde coperta da un mantello rosso bordato di pelliccia, che si rivolge verso un vecchio inginocchiato di fronte a lui. Questi, con il volto scarno reso di profilo ed i capelli brizzolati, porta logori panni e tende la mano destra in un gesto supplice. In basso una fanciull abionda tiene tra le mani un serto di rose, mentre sullo sfondo due donne velate assistono alla scena. Il quadro è provvisto di cornice lignea dorata a più modanature profilata internamente da un bordo perlinato

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio/ doratura
    tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Stornone Giuseppe (1816/ 1890): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Ivrea (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela è menzionata da mons. Riccardi, che visitando la navata destra della Cattedrale in data 30 marzo 1880 osserva nella Cappella dell'Assunta "in cornu Evangelii", un'immagine dipinta "rapresentans S. Sita" precisando inoltre che l'altare della suddetta Cappella è intitolato sia a S. Maria Assunta sia alla santa (Visita Pastorale). Il presente quadro, di livello qualitativo non particolarmente elevato, denota tuttavia una tecnica esecutiva diligente ed accurata evidente ad esempio nell arappresentazione attenta e rigorosa delle architetture sullo sfondo e nella sensibilità con cui sono resi i volti e i gesti dei personaggi. La critica lo assegna a Giuseppe Stornone, pittore eporediese vissuto tra 1816 e 1890, che si dedicò di preferenza all'arte sacra; di lui ci restano, accanto a questa S. Zita datata 1861, gli affreschi nell achiesa di S. Domenico a Ivrea, la tela ad olio raffigurante S. Giuliana nella sacrestia della chiesa di S. Ulderico sempre ad Ivrea (Thieme-Becker, "Kunstler Lexicon", 1938; Comanducci, "Dizionario illustrato dei pittori italiani moderni e contemporanei", Milano 1962) e, in Cattedrale, la tavola con il "Beato Varmondo Arborio, S. Tegolo e la MAdonna con Bambino", ubicata nella cappella del Beato Varmondo e databile al 1857. Le affinità stilistiche e tipologiche tra le due tele conservate in Duomo, peraltro assai prossime anche per cronologia, sono stringenti; in esse si ritrovano infatti tutti gli elementi propri della pittura dello Stornone: il carattere piuttosto semplificato delle scene, la presenza di architetture negli sfondi, l'espressione dolce e pacata dei personaggi. In modo particolare va sottolineata la somiglianza fra i volti del vecchio inginocchiato e della fanciulla reggente la corona di fiori nel presente quadro e quelli del Beato Varmondo e dell'Angelo seduto a lato di questi nell atela ubicata nella cappella del Beato Varmondo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100038039
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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