Madonna con Bambino con il Beato Varmondo Arborio e San Tegolo

dipinto 1857 - 1857

Nella tela fa spicco in primo piano la figura aureolata di un ecclesiastico identificabile con il Beato Varmondo. Questi, inginocchiato su di un cuscino rosso, porta sulla veste viola ch ericade al suolo in numerose pieghe, una cotta bianca di pizzo ed è rappresentato di profilo, con lo sguardo sollevato verso l'alto. Alla sua destra un agioletto biondo seduto , con un drappo azzurro intorno ai fianchi, regge tra le mani la mitra vescovile mentre, poggiato sul pavimento, si intravede un bastone pastorale. Sullo sfondo è dipinta una veduta della città di Ivrea, lambita dalle acque della Dora Baltea, in cui si distinguono i campanili e la cupola romanici della Cattedrale ed il Palazzo Vescovile. Nel cielo azzurro, su una nuvola siede la Madonna, rappresentata frontalmente con il viso reclinato e lo sguardo abbassato verso il vescovo; essa ha il capo avvolto in un drappo verde, porta sopra la veste rosa un ampio manto azzurro e gonfi panneggi e tiene sulle ginocchia Gesù che volge il capo circondato da un'aureola di raggi in direzione della figura di San Tegolo inginocchiato ai suoi piedi. Questi è rivestito da una cotta marrone orbnata sul petto da una croce lobata e di un ampio manto rosso che gli si avvolge su un braccio e sulla bamba destri; Continua al campo OSSERVAZIONI

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio/ doratura
    tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Stornone Giuseppe (1816/ 1890): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Ivrea (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela in questione è menzionata da mons. Riccardi (Visita Pastorale, 1880), il quale in occasione della visita alla Cappella del Beato Varmondo, annota che "super altare pendet imago eiusdem sancti". Ne tratta in maniera più approfondita invecel'ignoto autore della vita del Beato (cfr. "Vita di S. Varmondo Arborio, vescovo di Ivrea nel X secolo", Ivrea 1858), dandone una descrizione particolareggiata e sottolineando come il vescovo Varmondo vi sia in essa raffigurato nel momento in cui assorto in Dio, ebbe la rivelazione del luogo in cui, come vuole la tradizione, giacevano ignorate le spoglie del martire tebano S. Tegolo; questi definiscono inoltre il quadro come "nuova icona", consentendo pertanto di datarlo al 1857 ca., anno in cui Mons. Moreno fece edificare l'altare dedicato al Betao Varmondo e, con ogni probabilità, eseguire anche la decorazione pittorica della Cappella. Nelle fonti d'archivio non si trova menzione dell'autore del presente dipinto, peraltro di livello qualitativo piuttosto modesto: si potrebbe pertanto ipotizzare che essi sia stato donato alla Cattedrale dallo stesso Vescovo Moreno. La tela va comunque assegnata a Giuseppe Stomone (Felice Ronchetta, comunicazione orale), pittore eporediese del XIX secolo che si dedicò prevalentemente all'arte sacra a olio e a fresco dipingendo la Santa Giuliana conservata nella chiesa di S. Ulderico e la tela raffigurante S. Zita, ubicata nella cappella dell'Immacolata nel Duomo (Thieme-Becker, "Kunstler Lexicon", 1938, vo. XXXII; Comanducci, "Dizionario illustrato dei pittori italiani moderni e contemporanei", vol. 4, Milano 1962) con la quale il dipinto in oggetto presenta notevoli affinità stilistiche. Il quadro in oggetto non è l'unica tela, dedicata a Varmondo, di cui si ha memoria; abbiamo infatti notizia dell'esistenza diun'antica tavola "di pessimo pennello" che ornava il primitivo altare del Beato Varmondo, ubicato all'incirca dove si trova quello attuale, nella quale erano raffigurati il vescovo in abiti pontificali e un ecclesiastico genuflesso che rappresentava il fondatore del beneficio (D. Arborio Gattinara di Gattinara, "Notizie istoriche del Beato Varmondo Arborio vescovo d'Ivrea circa l'anno 1001", Torino 1825). Successivamente, quando nel 1521 l'altare del Beato Varmondo venne traslato in sacrestia a causa dell'infelice posizione in cui si trovava, si provvide a dotarlo di una nuova icona dovuta al pennello di Defendente Ferrari e raffigurante l'Adorazione del Bambino alla presenza del Beato Varmondo (D. Arborio Gattinara di Gattinara, "Notizie istoriche del Beato Varmondo Arborio vescovo d'Ivrea circa l'anno 1001", Torino 1825). Se il primo quadro dedicato a Varmondo non è attualmente reperibile, la tavola del Defendente conserva invece l'originaria ubicazione nella Sacrestia Capitolare
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100037754
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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