Base circolare con bordo e fascia bombata con motivi vegetali stilizzati a giglio e volute a nastro sul fondo granito; gradino liscio e bombatura con coppie di cherubini separati da motivi di fogliame; fusto a nodi: due piccoli ad anello alle estremità e quello principale a vaso, baccellato nella parte inferiore e con grande pancia su cui è ripetuto il motivo di cherubini e fogliame della base. La coppa, interamente dorata, è avvitata al fusto e tiene un sottocoppa in lamina traforata con coppie di cherubini e motivi vegetali

  • OGGETTO calice
  • MATERIA E TECNICA argento/ fusione/ doratura/ cesellatura/ sbalzo/ punzonatura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Torinese
  • LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il marchio d'assaggio potrebbe essere identificato come appartenente ad un membro della famiglia Rasetto (cfr. A. Bargoni, Mastri orafi e argentieri in Piemonte dal XVII al XIX secolo, Torino, 1976, tav. I, n. 6 e p. 7) attica nella prima metà del XVIII secolo. Ad avvalorare questa ipotesi di lettura del marchio ed a confermare quindi una datazione del calice nella prima metà del Settecento, possono essere utili alcune considerazioni di carattere stilistico. Lo schema del calice è infatti ancora seicentesco e la decorazione è di gusto barocco, senza inflessioni rococò. Un confronto molto interessante si può fare poi con un calcie del tesoro di S. Giulio di Susa, eseguito tra il 1716 e il 1730 e recante i punzoni degli argentieri torinesi G. P. e C. G. V. (cfr. G. Romano, scheda 42, in Valle di Susa Arte e Storia dall'XI al XVIII secolo, catalogo della mostra, Torino, 1977, pp. 166-167). Vi ritroviamo lo stesso tipo di base e di gambo, decorazioni simili, e, soprattutto, una grande somiglianza nel rilievo a sbalzo nitido e asciutto, però poco rilevato sul fondo granito. Appare plausibile, pertanto, una collocazione dell'oggetto in esame nel primo trentennio del secolo, entro date non lontane da quelle del calice di Susa e che il marchio di controassaggio sia quello di Carlo Giovanni Rasetto, documentato dal 1716 e già morto nel 1750 (cfr. A. Bargoni, op. cit., p. 24). Il confronto con un altro calice dell'Annunziata dello stesso tipo, ma dall'ornato più ridondante e che si colloca stilisticamente in un momento successivo a quello del calice in oggetto, può confermare questa ipotesi, visto che la sua esecuzione i colloca tra il 1733 e il 1753 (si veda la scheda cartacea n. 327)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034505
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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