fregio
dipinto murale,
La cornice corre lungo le quattro pareti del terzo ambiente all'altezza delle mensole che sorreggono le due travi portanti del soffitto. L'impianto decorativo, pur ripetitivo, si presenta decisamente ricco ed articolato, imperniato com'è sui cartigli con inscitti scudi nobiliari, foglie d'acanto ed uccelli. Dai due lati di ogni cartiglio si diparte con speculare simmetria un ramo d'acanto che si protende sino ad incontrare il ramo proveniente dal cartiglio precedente od il ramo del cartiglio successivo. Sopra il punto di incontro si innalza un supporto di forma conica a sostenere della frutta con foglie. Linee di tonalità più chiara chiudono la cornice verso l'alto e il basso rispettivament in numero di quattro e cinque
- OGGETTO dipinto murale
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
- LOCALIZZAZIONE Asilo Filippi già Palazzo Ajazza
- INDIRIZZO *, Vercelli (VC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La cornice di questo ambiente, pur ritoccata in epoca successiva, conserva intatti i tratti originali. Della cornice del primo e del secondo ambiente ripete l'elemento celebrativo (cartigli con scudi nobiliari), inserendolo però in un contesto decisamente pù ricco, chiaramente ispirato alle grottesche rinascimentali. Anche in questo caso non si sono trascesi i limiti delle forme naturalistiche: nessun dettaglio bizzarro o fantastico, né animali mostruosi come tritoni, satiri, centauri, ma solamente foglie d'acanto ed uccelli che si evidenziano per la loro corposità. Questi ultimi sono comuni nelle grottesche rinascimentali; ad esempio nelle opere del mantovano Zoan Andrea (N. Dacos, La découverte de la Domus Aurea et la formation des grotesques a la renaissance, Londra 1969, p. 95) uccelli rapaci, sia in atteggiamenti di riposo con ali ripiegate, che rampanti con ali dispiegate si ripetono constantemente. E' evidente che l'anonimo esecutore di questa cornice, pur ispirandosi alle contemporanee opere degli artisti rinascimentali, ha provveduto ad eseguire una cernita dei numerosi elementi presenti nelle grottesche, eliminando gli aspetti di pura fantasia, scadenti spesso nel grottesco e nel bizzarro. La grottesca ben s'inquadra "nello aristocratico classicismo, di cultura indubbiamente romana" presenti in Vercelli all'inizio del '500 e del quale sono significative testimonianzegli affreschi di casa Alciati (P. Verzone, Il restauro della Casa Alciati in Vercelli, Vercelli 1936) e l'opera di Gaudenzio Ferrari, gran monopolizzatore della cultura figurativa vercellese dell'epoca. E' interessante ricordare, proprio a questo proposito, il fregio monocromo, scoperto alcuni anni or sono al di sotto di un cornicione ligneo settecentesco, a conclusione delle storie della Vergine in S. Cristoforo a Vercelli (1533) (P. Astrua in AA.VV., Guida breve al patrimonio artistico delle provincie piemontesi, Torino 1979, p. 100). Il fregio del Ferrai, una sorta di personale risposta al gusto classicista vercellese, ben si accompagna al fregio dell'anonimo artista di casa Ajazza
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034266
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0