Il soffitto in oggetto sovrasta tre ambienti comunicanti che si succedono a piano terra, di fronte all'androne di ingresso. Questi tre ambienti, costituenti probabilmente in origine un'unica sala sono stati frazionati, con un muro divisorio, in due locali di cui il primo è adibito a refettorio ed il secondo a dispensa. Il locale a refettorio è ulteriormente suddiviso in due ambienti da un arco in muratura, il primo dei quali a quattro campate ed il secondo a tre. Data l'originaria unità dei tre ambienti, il disegno architettonico e decorativo dei soffitti è uguale. Le grosse travi portanti, in numero di tre nel primo ambiente e di due nel secondo e nel terzo, poggiano su mensole di legno sporgenti dai fregi-cornici delle pareti. Tredici mensole dello stesso disegno, poste sopra le travi principali, ortogonalmente a queste, sopportano altrettante snelle travi di orditura. Travi portanti e travi di orditura sono ricoperte da uniforme pittura marrone, mentre sulle assicelle di raccordo tra le travi principali ed il soffitto si susseguono riquadri dipinti in numero di 94 nel primo ambiente (due assicelle non sono state dipinte), in numero di 72 nel secondo e terzo ambiente. Tre sono i soggetti nei riquadri del primo e del secondo ambiente: SEGUE IN ANNOTAZIONI
- OGGETTO soffitto a cassettoni
- AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo Ambito Piemontese
- LOCALIZZAZIONE Asilo Filippi già Palazzo Ajazza
- INDIRIZZO *, Vercelli (VC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE I tre ambienti con soffitto a cassettoni sono ospitati nella parte più antica (prospiciente via Frova) degli edifici costituenti l'attuale Asilo Filippi. Questi erano la dimora di un'antica nobile famiglia vercellese: gli Ajazza, noti nel Medioevo come De Agaciis (vedi scheda N° 2). Si sa che la dimora fu costruita nel 1508 da Niccolò Ajazza, su terreni comperati nel 1494 da Guglielmo Avogadro di Valdengo (G.C. Faccio-G. Chicco-F. Vola, 1979, p. 156); passò quindi per matrimonio ai Filippi di Baldissero nella seconda metà del '700. Nel 1858 fu comperata dall'"asilo per gli infanti" che più tardi assunse la denominazione di Asilo Filippi in riconoscenza dei benefici ricevuti dalla damigella Radegonda Filippi di Baldissero, ultima esponente della sua famiglia. La decorazione dei soffitti a cassettoni con affreschi di stemmi nobiliari e figure a mezzo busto, era pratica diffusa nelle dimore patrizie dell'area vercellese edificate nella seconda metà del '400 ed all'inizio del '500. Oltre all'asilo Filippi, interessanti testimonianze in proposito, pur in cattivo stato di conservazione, sono in Casale il soffitto del salone al primo piano del palazzo che fu di Anna d'Alençon sito in via Alessandria 15, nonché l'androne della casa di via Balbo 17 (N. Gabrielli, 1935, pp. 68-69) In Trino il Palazzo Pugiella (G.C. Sciolla, 1977, pp. 10-33). La tipologia delle figure di quest'ultimo, più contrastate e cupe, si discosta dalla serena e ieratica compostezza dei personaggi celebrati sul soffitto di Palazzo Ajazza, compostezza che si ritrova nelle figure del Palazzo di Anna d'Alençon e delle quali ripete copricapi e acconciature
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034279
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0