San Marco Evangelista
statua,
Clemente Stefano Maria (attribuito)
1719/ 1794
È scolpita a tutto tondo, laccata di bianco ad imitazione del marmo e poggia su un basamento sagomato ad angoli smussati. L'Evangelista barbuto, dai piedi nudi, ha un manto annodato sul davanti che gli ricopre completamente la spalla e il braccio destro, lasciando invece scoperta la spalla sinistra, da cui scivola la veste. Ha il capo rivolto verso l'alto, coronato da un'aureola in metallo dorato fissata sulla nuca mediante una vite. Sotto la mano destra tiene un Vangelo aperto che poggia col margine inferiore sul corpo di un leone, che ha la testa alzata a guardarlo in volto
- OGGETTO statua
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ATTRIBUZIONI
Clemente Stefano Maria (attribuito): esecutore
- LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La statua fa parte di un gruppo, che comprende i quattro evangelisti, collocato sul gradino più alto dell'Altar Maggiore (cfr. schede 01/00033620 01/00033622, 01/00033623). Nei documenti dell'Archivio della Confraternita e dell'Archivio Parrocchiale non è stato individuato nè l'anno in cui le statue sono state commissionate nè il nome dello scultore. Esse sono elencate al N. 80 dell'Inventario del 1809 ("quattro statue verniciate in biacca rappresentanti i quattro Evangelisti") e abbiamo notizie di due interventi di restauro ottocenteschi dall'Inventario delle spese parrocchiali dal 1835 al 1891. Infatti all'anno 1837, N. 18 (pp. n. n., ma p. 14) è annotata una spesa di £ 96 per "Aggiustamento delle 4. statue bianche". Dalla relativa lista, nel 1984 conservata in Archivio Parrocchiale, ma ora dispersa, sappiamo che in data 30-6-1837 lo scultore Gaetano Croce è pagato £ 12.10 "per aver reparato tutti i ditti alle mani e agli emblemi delle dette statue", e l'indoratore Carlo Emanuele Castagna riceve £ 48 per aver "datto il Biancho a vernice alle quattro statue rappresentante li quatro Evangelista". All'anno 1854, Spese straordinarie (num. agg. p. 64), è segnata una spesa di £ 30 pagate allo scultore Tribaudino per aver "Fatti aggiustare e colorire di biacca a vernice i quattro Evangelisti". Un pagamento del 26 febbraio 1757 di £ 4 "per filo d'ottone e fattura delli quattro diademi delle statue dell'altar maggiore" e un altro di £ 1.10, dell'8 marzo 1757, pagate "per porto di gabasino delle quatro Statue che sono a l'Altare Maggiore", menzionati dal Sindaco Giacomo Martinez (Torino, Arch. della Confrat.ta della SS. Annunziata, già c/o dott. Cardellino, ora c/o Asilo Nido di via G. Ferrari, già fondato dalla Confraternita , Libro dei conti del Sindaco Giacomo Martinez - anno 1757, pp. non num.) potrebbero riferirsi agli Evangelisti, ma anche alle "4 altre simili dorate in pessimo stato" elencate al N. 87 dell'Inventario del 1809. Il gruppo, non citato nelle schede Vesme, viene dato come "opera del Clemente del 1750", e riprodotto, nell'opuscolo sulla chiesa nuova pubblicato dal curato Teol.Bianchetta (La Chiesa della SS. Annunziata nel primo centenario della Parrocchia e inaugurandosi la nuova facciata, Torino, 1934, pp.38-39, 44), indicazione ripresa nella scheda storica manoscritta esistente presso la Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico del Piemonte, posteriore al 1934 e firmata dalla dott.ssa Anna Pacchioni. Più recentemente concordano nell'attribuzione il Tamburini (Le Chiese di Torino dal rinascimento al barocco, Torino, s.d., ma 1968, p. 173, n.26) e Michela Di Macco (Clemente, in Diz. Biogr. degli Italiani, XXVI, 1982, p. 371). Del resto, il carattere clementiano degli Evangelisti è indubbio e qualche confronto con opere sicure lo conferma. Si vedano, ad es., le somiglianze tra il putto che regge il libro a s. Matteo e quello che regge la spada nel gruppo del Cristo Risorto in S. Agostino a Carmagnola, databile non oltre il settimo decennio del '700, il cui Cristo ha un perizoma annodato e un sudario svolazzante con panneggio a pieghe ampie come negli Evangelisti (cfr.L. Mallé, in Mostra del Barocco Piemontese, vol. III, Scultura, tav. 56). Il volti barbuti dei ss. Matteo, Marco e Luca hanno lineamenti molto simili a quelli del sacerdote nel gruppo della Purificazione nella Chiesa di S. Andrea a Bra, la cui Madonna ha le braccia atteggiate come il san Matteo (ibidem, tav. 58). La mantellina del san Giovanni Nepomuceno in San Massimo a Collegno, anni 1770-80, è trattata come le tuniche sul petto delle statue dell'Annunziata, in particolare del san Giovanni (ibidem, tav.61). Detto questo, nella versione cartacea di questa scheda, del 1984, Gulmini notava che le somiglianze con la Macchina dell'Addolorata all'Annunziata, al confronto, sono meno evidenti, tranne che per i putti; osservava tuttavia che in quest'ultima Stefano aveva lavorato insieme al fratello e su disegno del Beaumont e che il complesso aveva subito numerose ridipinture. Perciò accettava l'ipotesi che gli Evangelisti fossero coevi alla Macchina, eseguita tra il 1749 e il 1751, ricordando che nel 1750 lo scultore aveva eseguito anche il Bambino per la statua della Madonna delle Grazie (Torino, Arch. della Confraternita, cit., Volumetto di ordinati antichi in appunti presi durante le riunioni dal 1728 al 1756, in data 14-2-51) e citava altre tre opere clementiane nella chiesa (schede 01/00028729, 01/00033618, 01/00033619); ma più tardi (cfr. N.U.Gulmini, Scultori e maestri del legno nel cantiere della chiesa della SS. Annunziata in Torino: 1745-1792, in Studi Piemontesi, vol. XXII, fasc. 1, 1993, p. 107 e fig. 1 e scheda 01/00028821 informatizzata e aggiornata da Silvia Piretta, 2001) sceglieva una datazione coerente con le affinità stilistiche con le opere successive, collocando gli Evangelisti tra il sesto e il settimo decennio del secolo, ipotesi del tutto condivisibile
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100033621
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2004
2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0