angelo reggicandelabro
candelabro,
Clemente Stefano Maria (attribuito)
1719/ 1794
Scolpito a tutto tondo, poggia con la gamba destra su un basamento tondeggiante verniciato di marrone, sotto cui si intravedono tracce di argentatura, mentre la gamba sinistra è sollevata all'indietro. Ha il capo rivolto verso la sua sinistra ed è vestito di un manto dorato che scende lungo il fianco destro fino al basamento e di cui un lembo è ripiegato sul davanti. Con le mani protese verso la sua destra regge un candelabro a tre luci di ferro, che ha larghe foglie frastagliate e reggicandela lignei tondeggianti, e la cui base è avvitata al suo ventre. Le carni sono dipinte di rosa, i capelli di marrone, le ali sono dorate
- OGGETTO candelabro
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MATERIA E TECNICA
legno/ scultura/ doratura/ pittura/ stuccatura
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ATTRIBUZIONI
Clemente Stefano Maria (attribuito): esecutore
- LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nonostante le evidenti ridipinture piuttosto grossolane che hanno, fra l'altro, coperto l'argento del basamento, la statua rivela una morbidezza di modellato nelle superfici del corpo e nelle ciocche lanodse dei capelli che rimanda ai caratteri della produzione di Stefano Maria Clemente. Questi era attivo alla chiesa dell'Annunziata tra il 1749 e il 1751 per l'esecuzione del gruppo dell'Addolorata e per il Bambino della Madonna delle Grazie (cfr.scheda 01/00028821). Un confronto con i putti della Macchina dell'Addolorata rivela somiglianze nell'anatomia e nel panneggio spesso, privo di durezze lineari e di brusche frammentazioni. Anche il putto che regge il libro al san Matteo della stessa chiesa (cfr. scheda 01/00033620) ha evidenti somiglianze, ma soprattutto ha uno schema "in contrapposto" sostanzialmente simile, se non uguale. A questo proposito si può utilmente fare un confronto con il putto che tiene la spada nel Gruppo del Cristo Risorto della Chiesa di Sant'Agostino a Carmagnola, databile tra il 1758 e il 1770 (cfr. L. Mallé, in Mostra del Barocco Pemontese, catalogo, vol. II, Scultura, tav. 56, N. 59), il cui viso e i cui capelli sono assai vicini, mentre diverso carattere ha il panneggio. Somiglianze tipologiche e stilistiche si possono osservare anche nel rilievo in stucco con la Fede nella Cura Regia del Palazzo Reale di Torino, attribuibile al Clemente della prima maturità (ibidem, tav. 62, N. 63) e in un altro putto reggicandelabro conservato nella stessa chiesa dell'Annunziata riferibile al Clemente nel terzo quarto del sec. XVIII. Tutti questi elementi permettono di formulare l'ipotesi che la scultura in esame sia opera di Stefano Maria Clemente o di uno scultore strettamente vicino ai suoi modi, e che sia stata eseguita in un arco di tempo che sta tra la sua attività documentata all'Annunziata intorno al 1750 e il settimo decennio del secolo (cfr. N.U.Gulmini, Scultori e maestri del legno nel cantiere della chiesa della SS. Annunziata in Torino: 1745-1792, in Studi Piemontesi, vol. XXII, fasc. 1, 1993, pp. 105-117, alle pp. 107-108, nota 17), anche se fra i documenti relativi alla chiesa che si sono conservati non abbiamo trovato riscontri all'ipotesi
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100033619
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2004
2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0