reliquiario a teca - a urna, opera isolata di Bertarelli Fratelli Ditta (attribuito) (fine sec. XIX)

reliquiario a teca a urna, 1896 - 1896

Urna di forma tronco-piramidale sostenut ada quattro piedi a foggia di massicce zampe leonine includenti foglie d'acanto; agli spigoli sono fissati angeli dorati in funzione di cariatidi poggianti su sostegni a leggera voluta da cui ricadno ghirlande vegetali. I vetri sono inclusi da un'incorniciatura con decorazioni applicate e girali fogliari e fiori, profilata internamente da un bordo a foglie d'acanto. Motivi decorativi a volute acantacee legate dorso a dorso sono fissati sul bordo superiore, ornato agli angoli con cherubini. Da esso ricadono, sul retro e sui fianchi dell'urna, dense ghirlande doarte che dovevano trovarsi anche sulla fronte. La decorazione è completata da due cartelle fogliate, poste nella cornice inferiore dei fianchi, accoglienti uno scudo con simboli vescovili delpastorale e della mitra e, nella fronte, di due tarhghe ovali con iscrizioni. Il coperchio, pure di forma tronco-piramidale, è provvisto di quattro vetri e ornato con decorazioni applicate di foggia analoga a quelle osservabili nella cassa. L'urna è foderata di velluto rosso, di cui è foderato anche il cuscino su cui sono adagiate le reliquie, legate con fili dorati e dissemninate di fiori

  • OGGETTO reliquiario a teca a urna
  • MATERIA E TECNICA VETRO
  • MISURE Profondità: 66
    Altezza: 102
    Larghezza: 82
  • ATTRIBUZIONI Bertarelli Fratelli Ditta (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Ivrea (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'urna custodisce le reliquie del Beato Taddeo Mackar, vescovo irlandese del XV secolo. Secondo la tradizione questi, diretto alla volta di Roma, morì a Ivrea nell'ospedale di S. Antonio la notte del 24 ottobre 1492 ed il suo corpo rimase miracolosamente avvolto in un'aureola di luce. Questo prodigioso avvenimento lo qualificò agli occhi degli eporediesi come un santo, tanto che l'allora vescovo Nicolò Gariglietti gli fece celebrare solenni funerali collocandone il corpo in Cattedrale, sotto la mensa dell'altare di S. Eusebio detto poi di S. Andrea, nella navata destra (G. BENVENUTI, Istoria dell'antica città di Ivrea, fine sec. XVIII, pubblicata col titolo do Storia di Ivrea, Ivrea 1976, pp. 657-658). E' qui che Mons. de Villa, circa due secoli e mezzo dopo, ne ritrovò intatto lo scheletro, coperto da una veste viola, che dopo aver sottoposto a meticolosa ricognizine, fece collocare in una cassetta chiusa con cinque sigilli e recante la sua arma gentilizia con la scritta "Corpus S.ti Thadei episcopi Hybernie recognitum prout ex testimonialibus dei 22 augusti 1742 in Visotatio Ill.mi e R.mi DD. Michaelis Victory de Villa Epi Ipporegiensis" (Ivrea, Biblioteca Diocesana, GM 742/ 743/1, Visita pastorale di Michele Vittorio dei Conti di Villastellone, 1742, foll. 18-19). La cassetta venne posta nel reliquiario comune presso l'atare maggiore, dove ebbe modo di vederla Pochettini: "Item vidit corpus B. THADEDI in capsula lignea " ((Ivrea, Biblioteca Diocesana, GM 771/790/ 2, Visita Pastorale di Mons. Giuseppe Ottavio Pochettini, 1789, fol. 970) e dove rimase fino al 1896, anno in cui il vescovo A. Richelmy ottenne dal pontefice la beatificazione di Taddeo Mackar. In tale occasione le reliquie furono portate in processine per la città e poi collocate sulla mensa dell'altare di S. Sebastiano, detto da allora del Beato Taddeo. Con la costruzione, nel 1910, del nuovo altare, trovarono posto la mensa (G. BOGGIO, Il Duomo di Ivrea, Ivrea 1926, pp. 253-258; C. BENEDETTO, I vescovi d'Ivrea, Torino 1942, p. 90). La presente cassa reliquiario deve dunqaue datarsi con tutta probabilità al 1896 e sembra rientrare nel genere di oggetti sacri lavorati a stampo, prodotti a partire dal penultimo decennio del XIX secolo dalla ditta Bertarelli (per confronti si veda Ricerche a Testona, Testona 1980). In modoi particolare, l'urna trova un confronto abbastanza significativo nella cassa reliquiaria prodotta dalla Ditta e pubblicato nel Catalogo della medesima, sia per la tipologia che per l'ornamentazione: analoghi sono infatti i piedi leonini con fogliami d'acanto, le decorazioni applicate e i motivi a foglie d'acanto sulle cornici, le teste di angeli (Catalogo generale della ditta Fratelli Bertarelli, Milano, s.d. (1910-1911), p. 206, fig. 304). Questi dati, unitamente alla presenza, in Catedrale, di arredi provenienti dalla Bertarelli, possono giustificare l'ipotesi proposta.Davanti all'urna, tra le targhe, è collocato sul pavimento, una sorta di piedistallo provvisro di peducci a girali fogliari, su cui poggiano i simboli della croce e del pastorale fra una mitra
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100027031
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sul recto, in basso, a sinistra, entro targa - OB CULTUM RECOGNITUM/ ANTISTIBUS SACERDOTIBUS FIDELIBUSQ/ MIRE LAETENTIBUS/ DIEBUS 12-13-14 SEPTEMB. 1896 - lettere capitali - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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