martirio di San Pietro Martire

dipinto, 1637 - 1637

In un paesaggio ricco di vegetazione, è raffigurata l'uccisione del Santo: sullo sfondo a destra è la rappresentazione di una città sul fiume, con cupole e campanili svettanti. In quest'sambientazione, sotto l'immagine di Cristo con gli angeli, in un nimbo luminoso il santo è dipinto a terra, vestioto con gli abitio dell'ordine, mentre l'aggressore, in abiti verdi e gialli con manto rosso e cappello, lo sta colpendo con la spada

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 1544
    Larghezza: 770
  • ATTRIBUZIONI Della Rovere Giovanni Mauro Detto Fiamminghino (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Novara (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE LA decorazione della volta del presbiterio e del coro è attribuita concordemente dalle fonti a Giovanni Mauro della Rovere detto il Fiamminghino, la cui esecuzione è avvenuta probabilmente negli stessi anni in cui il pittore attendeva alla decorazione della cappella della Beata Vergine del Rosario. Il Frasconi indica, per la realizzazione di questi affreschi, la data 1637, senza citare nessun documento a sostegno (Novara, Archivio di Stato, fondo Museo, 239, C. FRASCONI, Chiese, Conventi, monasteri stati soppressi in Novara sul principio del sec. XIX, p. 105). La stessa data è ripresa dal Tarella che riferisce come l'oprea sia stata commessa "dai militi o cavalieri di S. Pietro MArtire ad incitamento del Padre Gregorio Oroboni Inquisitore per la Fede" (Novara, Archivio di Stato, fondo Museo, carte Rusconi, cart. 291, R. TARELLA, La Chiesa del Rosario in Novara, p. 7). Pittore milanese, affine alle esperienze pittoriche del Morazzone e dei Procaccini, il Fiammenghino è autore, con il fratello G. Battisti degli affreschi ai Sacri Monti di Varallo e di Orta, realizzati negli anni 1608, 1615. Nella decorazione della volta del presbiterio in esame, il pittore porta a Novara l'espressine di quella cultura pietistica che caratterizzò la pittura della controriforma lombarda, riscontrabile nella disposizione teatrale delle figure, nell'attenzione ai gesti e alle espressini dei personaggi, nella serrata costruzione degli ambienti,. già proposta nella raffigurazione dei Sacri Monti. Un primo restauro è gia indicato nel 1726, anno in cui vennero "rinfrescate" ed "aggiustate" tute le pitture della Chiesa (Novara Sacra, Almanacco bisestile per l'anno 1840, p. 129). Indicazioni più precise si riferiscono ai restauri ottocenteschi effettuati dal Riva e dal Narducci, indicati dal Cassani con la data 1827 e 1830 (L'Avvisatore, 1913; Il Risveglio, 1929, n. 9, p. 121)., nei documenti d'archivio e su un cartiglio del putto dipinto sulla vela con la data 1837 (Novara, Archivio del Sacro monte di Pietà, cart. 73, Culto - Chiesa di S. Pietro al Rosario. Opere diverse). L'ultimo intervento si è avuto nel 1930 ad opera del Sig. Boccalari e del prof Gino Bardella sotto il controllo della Soprintendenza: in questa occasione furono eseguiti la lavatura degli affreschi, il rifacimento delle parti mancanti con colorazione più intonata "per far rivivere e rinnovare dove mancasse l'antica decorazione" (Il Risveglio, 1930, n. 2, p. 51; Il Risveglio, 1930, n. 9, p. 142; Novara, Archivio del Sacro monte di Pietà, cart. 216, Chiesa Parrocchiale di S. Pietro al Rosario; G. BARLASSINA, A. PICCONI, Le chiese di Novara, Novara 1933, p. 126). Per la bibliografia si veda anche L. A. COTTA, Aggiunta al museo novarese, Milano 1701, p. 280; F. A. BIANCHINI, Le cose rimarchevoli della città di Novara, Novara 1828, pp. 66-67; Il Risveglio, 1929, n. 2, p. 54; N. R. CESARE, Arte e artisti del 600 nella chiesa del Rosario, estratto dal B.S.P.N., anno XXV, 1931; G. BARLASSINA, A. PICCONI, Le chiese di Novara, Novara 1933, pp. 123, 127; A. RIZZI, Conoscere Novara entro i baluardi, Novara 1947; Novara, Archivio del Sacro monte di Pietà, cart. 72, Culto - Chiesa di S. Pietro al Rosario. Opere diverse; Novara, Archivio del Sacro monte di Pietà, cart. 216, Chiesa Parrocchiale di S. Pietro al Rosario. La scena in esame appare confrontabile, pedr la disposizione delle figure e l'abbigliamento dei personaggi, isolati sullo sfondo, nel quale la luminosità di un'alba o di un tramonto illumina le mura della città, i profili delle colline e gli intrichi della selva in primo piano, al "bacio del lebbroso" eseguito, unitamente al fratello G. Battista, nella cappella del Sacro Monte di Orta fra il 1608 e il 1615
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100024461-9
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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