volto maschile

bacino, 1490 - 1499

Bacino espanso a pareti diritte, dotato di piede a disco fortemente concavo, impasto di colore arancio vivo, resistente, afrattura netta, contenente minuti inclusi ferrosi e sabbia quarzosa. Vetrina assai densa e lucida, di colore nocciola su ingobbio bianco, esterno privo di rivestimento. Decorazione con profilo maschile volto a sinistra, realizzato con mano sicura, linee incisive ed essenziali; riproduce un giovane dai tratti marcati, dal volto incorniciato dalla chioma ondulata, il mento reca un accenno di barba; sul capo un cappello a punta

  • OGGETTO bacino
  • MATERIA E TECNICA ceramica/ invetriatura/ graffito/ ingobbio
  • MISURE Diametro: 7
    Spessore: 1.2
  • AMBITO CULTURALE Bottega Padana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Camillo Leone
  • LOCALIZZAZIONE Casa Alciati
  • INDIRIZZO via Giuseppe Verdi, 30, Vercelli (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Stabile angolo N-E di piazza Cavour, cantina, unità 34, fase VI. I frammenti sono stati rinvenuti nel corso dello scavo condotta dall'Istituto di Archeologia dell'Università di Torino e diretto dalla Dott.ssa Negro Ponzi Mancini, sul sito della cantina dello stabile al n. 10 di Piazza Cavour di Vercelli. La giacitura, in uno strato di riempimento assai tardo, contenente materiali compresi fra la fine del XV e il XIX secolo, malgrado una netta preponderanza di reperti cinquecenteschi, non autorizza un'attribuzione cronologica precisa. Nello scavo della torre Civica di Pavia (S. NEPOTI, Le ceramiche post-medievali rinvenute negli scavi della Torre Civica di Pavia, in "Archeologia medievale", Firenze 1978, p. 185) le graffite monocrome marroni compaiono per la prima volta alla fine del Quattrocento, inizio del Cinquecento e continuano durante le fasi più recenti. Secondo il Mannoni (T. MANNONI, La ceramica post-medievale a Genova e nella Liguria, Genova-Bordighera 1975, pp. 85-93) il tipo compare in Liguria nel tardo XIV secolo, proseguendo poi sino al XVII secolo. La sicurezza e l'incisività delle linee del nostro ritratto ricordano un analogo pezzo conservato nel Museo Leone di Vercelli (inv. V. 13) con profilo maschile volto a sinistra, realizzato su un bacino basso ed espanso. Una caratteristica dei profili graffiti rinvenuti in Piemonte (fino ad ora assai rari, cfr.(G. DONATO, L. VASCHETTA, Le ceramiche, in Inventario trinese. Fonti e documenti figurativi, catalogo della mostra, Trino 1980, p. 85) è la mancanza, sullo sfondo, di quei riempitivi simbolici (rosette, siepe a graticcio o alberi), così tipici del contemporaneo graffito emiliano-romagnolo (V. FERRARI, La graffita ferrarese, Ferrara 1960, pp. 78-80; G. L. REGGI, La ceramica graffita in Emilia-Romagna dal secolo XIV al secolo XIX, catalogo della mostra, Modena 1971, nn. 36-82), veneto (A. MOSCHETTI, Della ceramica garffita padovana, in "Padova", III, 1933, pp. 140-146) ed anche lombardo (C. BARONI, Ceramiche italiane minori del Castello Sforzesco, Milano 1934, nn. 65, 98, 100). Aggiungiamo che il caratteristico copricapo è attestato a Firenze sul finire del Quattrocento: caratterizzato da una tesa rivolta all'indietro e una punta sul davanti per la lunghezza di circa una spanna (Firenze rinascementale, Firenze 1978, p. 72). Per la bibliografia si veda (Torino, Istituto di Archeologia, L. VASCHETTI, Problemi di stratigrafia urbana: un saggio nel centro storico di Vercelli, p. 185
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista pubblica/privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100023699
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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