lapidazione di Santo Stefano
Al centro della tela è dipinto s. Stefano, inginocchiato, in abiti da diacono, con il capo aureolato. Il volto è giovanile. Intorno a lui alcune figure maschili, abbigliate con lorica, manto e calzari, sollevano le braccia per scagliare pietre contro il santo. Una di esse, sulla sinistra, stante e di profilo, osserva la scena. Nella parte superiore sinistra della tela, tra nubi, sono dipinti Gesù Cristo, Dio Padre e la colomba dello Spirto Santo che osservano la scena. La tela è collocata entro una cornice in legno intagliato e dorato di luce e profilo rettangolare. Battuta liscia; tipologia a gola. Fascia interna liscia; fascia esterna baccellata. Il complesso di tela e quadro è inserito in un incavo della parete che prospetta con una fascia di marmo bianco, quasi più ampia e vistosa della cornice
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 135
Larghezza: 105
- AMBITO CULTURALE Ambito Italia Centro-settentrionale
- LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Non sono state reperite informazioni né di carattere archivistico, né bibliografico sulla serie in esame. Iconograficamente i temi rappresentati fanno riferimento ad episodi della vita di s. Paolo tratti dagli Atti degli Apostoli. La lapidazione di santo Stefano è ispirata al brano degli Atti degli Apostoli VIII, 55-60, ove si narra del martirio e della morte eroica del santo. L'episodio di s. Paolo che riceve il battesimo da Anania è ispirato agli Atti degli Apostoli IX, 10-19, ove si riporta come, dopo l'incontro con Anania e il recupero della vista da parte di Paolo egli venisse battezzato dallo stesso. Il terzo dipinto illustra s. Paolo, naufrago a Malta che, morsicato da una vipera, rimane illeso, episodio tratto da Atti degli Apostoli XXVIII, 1-6 ove si racconta che Paolo, durante il viaggio per essere consegnato a Roma come prigioniero, naufrago a Malta, avesso incontrato particolare benevolenza da parte degli abitanti del luogo che gli accesero un fuoco per riscaldarlo. Mentre egli gettava alle fiamme un fascio di legna, una vipera si attaccò alla sua mano. Ma egli, scossala, rimase incolume, senza alcun danno. L'ultima tela raffigura s. Paolo, catturato a Gerusalemme, che chiede, davanti alla porta della fortezza ove il tribuno ha ordinato di rinchiuderlo, di poter parlare al popolo prima di entrarvi. Il fatto è narrato in Atti degli Apostoli XXI, 27-40, ove tale episodio precede quello del morso della Vipera a Malta. Pertanto, potrebbe darsi che, in occasione di un intervento di pulitura o per qualsiasi altro motivo che abbia richiesto la momentanea rimozione delle tele, esse, una volta rimontate, siano state scambiate. Il Vangelo ricorda che proprio nel momento in cui Paolo fu posto di fronte al tribuno che aveva ordinato di rinchiuderlo nella fortezza, egli gli chiese di poter parlare prima con la popolazione. Stilisticamente le tele manifestano un orientamento verso il tardo manierismo romano, di cui una nuova, estrema, proposta era stata portata a Torino da Federico Zuccari. Le incorniciature delle quattro tele appare del tutto analoga a quella dei dipinti della cappella delle Umiliate
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100007971-1
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1976
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0