Ritualità per la Madonna dell'Arco e San Giuseppe Torretta a Sant'Anastasia
Un #vattente#, che indossa l'abito bianco dell'Associazione Maria Santissima dell'Arco e San Giuseppe, aiuta un bambino a sistemare lo stendardo, che mantiene davanti l'edicola dedicata alla Madonna. Sullo stendardo è rappresentato il Santuario di Sant'Anastasia. Si sentono suonare le trombe, i tamburi e i piatti di una banda musicale al ritmo di "Noi vogliam Dio". Dietro di lui in fila attendono tutti i portatori di stendardi secondo un ordine di anzianità, a partire dai più giovani. Un altro bambino si avvicina all'edicola flettendosi ritmicamente sulle ginocchia e imprimendo un movimento altalenante allo stendardo. Veste abiti bianchi e sostiene l'asta mediante un sospensorio di cuoio legato ai fianchi e sospeso sul basso ventre. Il bambino avanza fino all'edicola sacra e inclina lo stendardo. Si inginocchia e gira su se stesso mostrando lo stendardo agli astanti. Il labaro ha il fondo rosso e l'effige dorata della Madonna sul verso, mentre sulla parte posteriore di colore azzurro è rappresentata l'immagine di Padre Pio ed una data. Un #vattente#, che ha intorno al collo un medaglione d'oro, si avvicina per aiutarlo e per aggiustargli il fazzoletto bianco attorno al collo. Il bambino si rialza e si avvicina con lo stendardo all'edicola fino a toccare con esso la rappresentazione della Madonna. Poi si allontana. E' il turno di un altro giovane #vattente# che porta il #pennone#, costituito da una bandiera triangolare di colore rosso e oro con delle piume bianche sulla sommità. Il giovane apre e chiude i due angoli della base e lo fa ondeggiare portandosi davanti l'edicola sacra. Poi si gira verso i fedeli
- OGGETTO ritualità per la madonna dell'arco e san giuseppe torretta a sant'anastasia
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CLASSIFICAZIONE
FESTA-CERIMONIA
- LOCALIZZAZIONE Sant'anastasia (NA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'immagine votiva della Vergine con il Bambino, detta Madonna dell'Arco, risale al XIV - XV secolo. Si tratterebbe di un dipinto eseguito da un fedele ad un incrocio lungo la via sommese, un antico percorso che da Napoli conduceva a Somma Vesuviana. La via raggiungeva il villaggio Gennazzo e poi Arco, situato alle porte dell'Universitas di Santo Nastaso, oggi detta Sant'Anastasia. E' probabile che Arco non fosse un villaggio vero e proprio, ma un rudere costituito dai resti di un antico acquedotto che sormontava una stradina che portava ad alcune masserie. La devozione intorno all'immagine della Vergine è legata alla leggenda. I luoghi della Madonna dell'Arco erano in passato caratterizzati dall'amenità del paesaggio e dallo splendore della natura. Tuttavia in quei posti non mancavano episodi di violenza da parte di briganti o devastazioni del territorio dovute ai fenomeni naturali. In un periodo di tempo che può essere collocato intorno al 1450, i paesani erano soliti riunirsi in questo ambiente gradevole per sfidarsi in qualche gioco. Si racconta che un giorno un gruppo di giovani stava giocando a pallamaglio, avvalendosi di una palla di legno o pietra ed una mazza a forma di maglio. Era considerato vincitore colui che riusciva a mandare la palla più lontano, partendo da un determinato punto ed in uno spazio limitato. Un giovane che aveva perso la gara, scagliò con furia la palla di legno contro l'immagine della Madonna, il cui zigomo iniziò a sanguinare copiosamente. I presenti gridarono al miracolo e punirono il giovane impiccandolo ad un albero di tiglio. Si narra che l'albero seccò improvvisamente, colpevole di aver sorretto il cappio. L'episodio sarebbe avvenuto il primo giorno dopo la Pasqua e segna l'inizio della devozione alla Madonna dell'Arco, che si perpetua ogni anno da allora. Il fenomeno raggiunse ingenti proporzioni e dall'edificazione di una piccola cappella si passò a quella di un Santuario più grande. Il culto fu anche occasione di liti fra la Municipalità di Sant'Anastasia e la Diocesi di Nola fino al XVI secolo. Oggi i devoti si recano in pellegrinaggio organizzati in associazioni religiose o in gruppi familiari. Sono comunemente chiamati #fujenti#, per via del loro incedere di corsa nei percorsi processionali, coperti dall'abito bianco e dalla fascia azzurra. Vengono anche chiamati #vattienti#, per via dell'usanza di battere i piedi ritmicamente anche quando sostano in un punto. I devoti che fanno un voto di necessità, sono soliti percorrere lunghe distanze a piedi nudi fino a provocarne il sanguinamento. Le associazioni di fedeli sono circa 350. Ogni gruppo generalmente possiede un proprio stendardo, caratterizzato dal fondo azzurro o turchese sul verso e dall'immagine della Madonna dell'Arco, mentre sul retro vengono riportati i dati relativi al gruppo d'appartenenza, come l'anno e il luogo di fondazione. Il pellegrinaggio ha una forte connotazione scenografica. Il cammino ha inizio presso le edicole delle proprie associazioni e si procede a piedi per numerosi chilometri. Un movimento tipico dei pellegrini è dato dall'avanzare incontro alla bandiera e recedere, permettendo ad altri di effettuare lo stesso movimento, come se si stesse compiendo una danza rituale. Nella parte finale della processione i #fujenti# intraprendono una corsa e poi effettuano #a caduta#, la caduta, durante la quale si abbandonano a terra. Il corteo si caratterizza anche per la forte emotività sonora, data da pianti, urla, strepiti
- TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 15-ICCD_MODI_5036128524641
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0