Cappella di Sant'Aurelia Marcia nella Chiesa di San Giuseppe
Secondo la tradizione Aurelia, sarebbe nata a Roma, presso a poco nell’anno 284 d.C., da famiglia nobile pagana e decapitata nel IV secolo d.C, durante la decima persecuzione dell’imperatore Diocleziano. La Martire avrebbe ricevuto il battesimo all’interno delle catacombe, forse, da parte del pontefice San Marcellino e si sarebbe consacrata a Cristo mediante voto di virginità. Il padre, avendo scoperto la sua conversione al cristianesimo, la fece imprigionare nel tentativo di riportarla al paganesimo. Aurelia avrebbe rifiutato di prendere come sposo un giovane aristocratico; questi la denunciò al prefetto e sarebbe stata condotta in carcere per poi essere messa a morte. Dopo innumerevoli supplizi Aurelia sarebbe morta l’11 luglio del 303 d. C. all’età di 19 anni. La Santa fu poi vestita da sposa e sepolta nella catacomba di San Sebastiano. La traslazione delle spoglie mortali della martire da Roma a Luzzi avvenne nel 1744, su iniziativa del segretario di Stato della Santa Sede Giuseppe Firrao, in segno di benevolenza nei confronti della sua terra natia. Il cardinale voleva insignire la cappella di un martire illustre. Il cardinale Firrao dispose il corpo della Santa in un reliquiario di legno chiuso da cristalli, collocando all’interno lo stemma cardinalizio e nella parte superiore l’iscrizione “AVRELIA MARCIA MARTYR”. La Santa martire è disposta in maniera rannicchiata con una mano posta sotto il capo adagiato su un cuscino, mentre nell’altra tiene una ricca palma con ricami in oro. Per via marittima l’urna giunse a Paola, e da qui venne trasferita a Luzzi, dove fu collocata, insieme con l’iscrizione, in una cappella appositamente creata, nella Chiesa di San Giuseppe (M. Campise., Cenni storici su S. Aurelia Marcia Vergine e Martire venerata in Luzzi, Milano, Ambrosiana, 1917, pp. 115-119). “Alla solenne cerimonia erano presenti il principe di Bisignano, Luigi II Sanseverino (1726-1772), la sua corte, i nobili del distretto diocesano e tutto l’apparato ecclesiastico della Diocesi di Bisignano al seguito del vescovo Felice Castriota Sollazzo (1721-1745)” [R. Curia, S. Aurelia e Bisignano in “Il Veltro di Sambucina”, a. II, aprile 1994, p. 4]. Grande fu la devozione del popolo Luzzese, e non solo, verso il corpo santo di Aurelia Marcia. Il successo della martire romana a Luzzi si misura anche dal profluvio di neonate che subito dopo la sua venuta venivano chiamate con il nome Aurelia (A. La Marca, La “Fortuna” di Santa Aurelia in Santa Aurelia, Luzzi, Associazione culturale "Insieme per Luzzi", 2001, p. 41). Della Santa Martire si fa memoria liturgica due volte l’anno: l’11 luglio, giorno del martirio di Sant’Aurelia, e la prima domenica di settembre; in queste occasioni i fedeli giungono dai paesi limitrofi di Paludi, Rossano, Cropalati, Mirto, Crosia, Caloveto, Acri, Bisignano, Rose, Lattarico e Longobucco. Nel 1994 è stato celebrato il 250o anniversario della traslazione delle reliquie di Aurelia Marcia a Luzzi, definito “Anno Aureliano”. La ricorrenza è stata solennizzata con importanti manifestazioni religiose e culturali. Il 10 agosto 1994 l’urna di Santa Aurelia è stata accolta nella cittadina di Longobucco. Su un documento datato 1794, conservato nell’archivio vescovile di San Marco Argentano, è sottolineato il legame tra i cittadini di Longobucco con Santa Aurelia: “Per costume inveterato da che i Luzzi fu acquisto di tale sagro deposito, che fu come si è detto nel 1744, i paesani della Terra di Longobucco di ogni ceto, anche sacerdoti, molto distanti da questa terra di Luzzi circa a trenta miglia, ogni anno nella seconda domenica di settembre si portano in una grande unione di persone, e donne ed uomini in questa padria apposta a venerare la nostra Santa Aurelia e buona parte a piedi scalzi con esemplare divozione, e pria di entrare al paese subito che alla comitiva è a vista la cappella di detta santa, che è prope la strada che dicesi la via nuova, la salutano con un salve di sparo, ed a questa dal cappellano si fa rispondere in grato ricevimento col suono delle campane, e così dopo che trattengono per un giorno se ne fanno ritorno alla di loro padria” (P. De Leo, La Chiesa di San Giuseppe nel ‘700 in “La Sambucina”, a. V, nn. 1-2, gennaio-luglio, 1993, p. 12). In ricordo di questo evento rimane, posto sulla parete un muro nei pressi della chiesa, un dipinto su maiolica raffigurante la Santa nell’urna, opera dell’artista luzzese Franco Federico. (C. D’Orrico, La Chiesa di San Giuseppe in Santa Aurelia, Luzzi, Associazione culturale "Insieme per Luzzi", 2001, p. 11). Dal 25 agosto al 1 settembre 2024 durante i festeggiamenti del 280o anniversario della traslazione delle reliquie di Aurelia Marcia sono giunti in pellegrinaggio i fedeli e devoti provenienti dall’arcidiocesi di Rossano-Cariati e dai comuni di Longobucco e Paludi
- OGGETTO santuario
- LOCALIZZAZIONE LUZZI (CS) - Calabria , ITALIA
- INDIRIZZO Via San Giuseppe, LUZZI (CS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La chiesa in cui è collocata la cappella di Santa Aurelia è dedicata a San Giuseppe e fu costruita nel 1476, allorquando Luca Sanseverino dei Principi Firrao-Sanseverino, in ossequio alla bolla di Sisto IV, dispose la costruzione di un complesso ecclesiale. Eretta sugli avanzi dell’antico castello la chiesa era anticamente costituita da una sola navata ed era cappella privata della famiglia Firrao ed era in comunicazione con il Palazzo della nobile famiglia luzzese (ora sede del Comune di Luzzi). La chiesa, insieme all’altare maggiore fu consacrato il cinque febbraio del 1708 dal vescovo di Bisignano, mons. Pompilio Berlingieri, come si può desumere dall’iscrizione marmorea posta in chiesa: ″AD. MDCCVIII DIE MENSIS FEBRUARI″. Nel 1743 fu costruita da don Pietro Firrao la cappella di Santa Aurelia Marcia. Nel corso del 1800 vari terremoti provocarono gravi danni alla chiesa, e fu necessario chiudere il sacro tempio fino al restauro, al quale provvide l’arciprete don Michele Santagata. In seguito ai terremoti del 1905 e del 1908 la chiesa di San Giuseppe subì gravi danni. Con rescritto del 28 novembre 1907, mons. Ricotta nominava il parroco della SS.ma Trinità a Rettore della chiesa di San Giuseppe. Con decreto del 3 maggio 1908, mons. Ricotta ordinava che la Parrocchia della SS.ma Trinità dalla Chiesa di Santa Maria, dove era stata per tanti anni, fosse trasferita in quella di San Giuseppe, diventando chiesa propria. Nel 1909 don Michele Campise istituiva la ″Pia Opera di preghiera e di suffragio alle Anime del Purgatorio″, sotto l’invocazione di San Giuseppe. La ″Pia Opera″ fu inaugurata, insieme all’altare maggiore, il 22 agosto 1909 da mons. Cantelmo. L’altare fu consacrato il 24 dicembre 1911 da mons. Scanu. In occasione del Giubileo del 1928, don Michele Campise fece erigere, all’angolo sinistro della chiesa, all’inizio della scalinata, un Crocifisso a ″Cristo Re dei Secoli″, posto su alto piedistallo. Don Settimio Leone, nel 1953, fece costruire ex novo la torre campanaria. Negli ’40-50 l’interno della chiesa venne impreziosita con decorazioni e figure riproducenti la vita di Gesù, eseguite dal pittore Emilio Iuso (C. D’Orrico, La Chiesa di San Giuseppe in Santa Aurelia, Luzzi, Associazione culturale "Insieme per Luzzi", 2001, pp. 9-10)
- TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 18-ICCD_MODI_6980593763471
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
- ENTE SCHEDATORE Pontificia Facoltà Teologica "Marianum"
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
opuscolo (1)
opuscolo (2)
opuscolo (3)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0
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