cantina, cantine-grotta (ca SECOLI/ XVI)

Craco, SECOLI/ XVI ca

I sistemi delle cantine della città fantasma di Craco si collocano principalmente lungo il pendio occidentale della collina su cui insiste il paese, e insieme ad altri manufatti edili produttivi, si aggregano con un andamento a terrazzo. Oltre ad ambienti per la produzione e lo stoccaggio del vino, insistono stalle e ovili, tutti ipogei, ricavati nel pendio alla quota stradale e a stretto contatto con gli edifici residenziali. Architettonicamente questi ambienti produttivi si presentano o in parte o completamente scavati, o in parte costruiti con blocchi di muratura di media e grande pezzatura non stuccata, con soffitto voltato. Le facciate sono artificiali e realizzate in pietrame di varie dimensioni, con gli spigoli dell'edificio, gli stipiti e gli archi delle aperture, realizzati in mattoni. In seguito alla fase di abbandono e ai numerosi crolli che hanno interessato tutto il paese, molti sistemi produttivi ipogei, inizialmente non visibili poichè per la maggior parte sotterranei, sono venuti alla luce, rendendo architettonicamente più chiare le varie tipologie di grotte a servizio dei palazzi nobiliari e delle abitazioni. Si possono evidenziare alcuni parallelismi con i sistemi produttivi dell'abitato rupestre dei Sassi di Matera, con cui condividono la diffusa promiscuità e simbiosi tra animali e contadini, oppure, nelle residenze padronali, la precisa gerarchia di funzioni e spazi legata alle necessità delle lavorazioni e allo stoccaggio della produzione agricola

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