Come tutte le torri costiere salentine, anche Torre Roca Vecchia è stata costruita nella seconda metà del 1500 per ordine dell’imperatore Carlo V d’Asburgo ed utilizzata come torre di vedetta per controllare gli sbarchi, dopo la rovinosa caduta di Otranto per mano delle flotte turche. Il nome della torre è da associare proprio allo sbarco turco sulla costa adriatica, infatti la popolazione di Rocavecchia decise di costruire un nuovo borgo per sfuggire alle minacce di assedio, abbandonando quello che fin dal Medioevo era il centro cittadino d’origine, trasferendosi in uno più sicuro e costruito in quell’occasione, denominato poi Roca Nuova. Torre Roca Vecchia si pone in una particolarissima posizione, a 6 metri dal livello del mare, spicca completamente diroccata su un isolotto che si può raggiungere solo attraversando il mare a nuoto. La sua forma di rudere è dovuta a ripetuti crolli e all’abbandono, rilevato già nel 1800; la pianta è a sezione quadrata ed ha conosciuto solo di recente un importante intervento di consolidamento per prevenire ulteriori crolli. Viene chiamata anche Torre di Maradico, traduzione nel dialetto locale del termine «malarico», che indicava la natura paludosa del territorio circostante. L’isolotto e tutta la scogliera fino alle splendide grotte della Posia, conosciute più comunemente come le grotte della Poesia, ritrovo di audaci tuffatori nella stagione estiva, rientrano in una zona protetta per via degli importanti ritrovamenti archeologici effettuati nel secolo scorso attraverso le operazioni di scavo sul territorio ed anche all’interno delle grotte, che hanno portato gli studiosi ad ipotizzare che Rocavecchia fosse stata abitata e fortificata già in epoca molto antica, tra XVI e XI secolo a.C., e successivamente frequentata in età messapica tra IV e III secolo a.C. Più volte distrutta ed abbandonata, la zona fu poi nel XIV secolo rifortificata ad opera di Gualtieri VI di Brienne, conte di Lecce