Villa Pace con giardino antistante e parco

Campolongo Tapogliano, - 1751

Il complesso architettonico è composto dalla villa padronale, da una barchessa laterale seicentesca e da alcuni annessi rustici, tutti disposti in modo arioso attorno all’edificio principale, senza essere fisicamente collegati tra loro. Questa disposizione evidenzia il ruolo centrale della villa come residenza signorile, distinta dagli spazi destinati alle attività agricole e di servizio. La proprietà è arretrata rispetto alla strada e introdotta da un viale d’accesso che culmina in un portale in pietra caratterizzato da conci a bugnato e volute classicheggianti. Le forme attuali della villa sono il risultato di interventi edilizi successivi realizzati tra il XVII e il XVIII secolo e, sebbene i progettisti rimangano incerti, alcuni studiosi ipotizzano un possibile coinvolgimento di Nicolò Pacassi, celebre architetto della corte imperiale. La villa si sviluppa su una pianta quadrata, è articolata su tre livelli ed è affiancata da due torri laterali della stessa altezza, contraddistinte da lesene corinzie sugli spigoli, di ordine gigante. L’accesso al piano nobile, secondo il progetto originario, doveva avvenire tramite un'imponente scala esterna, caratteristica tipica di molte ville friulane del Seicento. Probabilmente il progetto originario prevedeva altre due torri angolari sul lato del giardino, dove sarebbe dovuto sorgere lo scalone, che però non furono mai terminate (in caso di completamento si poteva ottenere una “villa a quattro torri”, un modello tipologico che richiamava la tradizione architettonica austriaca) e a metà del Settecento il progetto subì una significativa modifica. La facciata principale si sviluppa con una composizione simmetrica e un ritmo regolare di aperture. Le finestre, rettangolari e incorniciate in pietra, mantengono un linguaggio decorativo uniforme. Nella porzione centrale spicca un portale bugnato ad arco, sormontato da un balconcino in pietra dalla balaustra mistilinea, su cui si apre la porta finestra del salone principale, decorata con una cimasa curvilinea poco aggettante. L'ultimo livello presenta aperture di uguali dimensioni e forma, allineate alle sottostanti. Qui, al centro della facciata, campeggia lo stemma della famiglia. Sul retro una monumentale scala interna in pietra con sviluppo ellissoidale, preceduta da un vestibolo con pilastri ionici bugnati, conduce al piano nobile. Questo percorso architettonico culmina nel grande salone principale, un ambiente che si sviluppa su doppia altezza e che presenta una balaustrata in pietra che lo circonda perimetralmente. Le decorazioni interne sono riccamente ornate di stucchi, mentre al centro della volta si trova un’imponente tela attribuita a Francesco Guardi (ma con buona probabilità realizzata invece dallo Scajaro, allievo del Tiepolo), incorniciata da elaborati stucchi colorati in giallo, grigio e blu, che accentuano la spazialità dell’ambiente. L’intero edificio è costruito con muratura portante mista intonacata, mentre i solai interni sono in legno. Il tetto è a falde con struttura a capriate lignee e copertura in coppi. Le finiture architettoniche utilizzano materiali pregiati come pietra, laterizi e stucchi, mentre gli infissi sono realizzati in legno e ferro battuto

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