Centro fortificato di colle delle Fate (insediamento insediamento fortificato)
Il perimetro interno misura 174 metri e rappresenta l’arce dell’intero sistema difensivo. La seconda cinta, la cui lunghezza è calcolata in 787 metri, nonostante sia parzialmente crollata, risulta comunque ricostruibile. Sicuri indizi dell’esistenza di un tratto intermedio che triplicava la linea di difesa a sud ed a sud-ovest sono stati individuati lungo le quote comprese tra i 706 ed i 692 metri. Resta difficile poter ubicare con sicurezza il sito delle porte; appare, comunque, probabile che una si aprisse alla quota di 692 m, all’estremo limite sud-est della cinta esterna. Il settore interno resta il meglio conservato. Le mura sono in gran parte ascrivibili alla II maniera: i blocchi di forma poligonale sono abbastanza regolari con lati combacianti con sufficiente correttezza, nonostante siano stati sbozzati in modo grossolano. Nell’angolo nord-est del recinto interno si sono rintracciate strutture riferibili alla III maniera del Lugli, purtroppo in gran parte crollate, nonostante le buone soluzioni di accostamento realizzate tramite la squadratura dei blocchi. Diversamente i blocchi della cinta esterna sono di più ridotte dimensioni, appena sbozzati sulla parte esterna e disposti a formare filari discontinui. All’interno dell’acropoli del colle delle Fate si sono individuate due cisterne, poste sul medesimo asse a circa 5 metri di distanza l’una dall’altra. L’architettura interna è formata da filari di blocchi di dimensioni medio-grandi, sommariamente sbozzati e sovrapposti senza malta, in progressivo aggettare verso l’apertura così da creare una struttura a tholos. La muratura era circondata da un manicotto di argilla di circa 80 cm destinato a rendere impermeabile l’interno e impedire la fuoriuscita dell’acqua. Originariamente l’apertura era protetta da una pesante pietra squadrata con un incavo mediano destinato a favorire il passaggio del recipiente di raccolta. Nella cisterna più prossima al muro di cinta il lastrone di copertura si è rinvenuto scivolato obliquamente in avanti per un cedimento dei sostegni. Lo scavo ha evidenziato, tutt’intorno, un’area semicircolare formata da grossi blocchi disposti a formare una specie di piattaforma a ventaglio leggermente degradante, verosimilmente creata per favorire l’accesso alla cisterna. La seconda cisterna, rinvenuta in migliore stato di conservazione venne svuotata durante lo scavo condotto dalla Zanco negli anni Sessanta del Novecento. Le indagini hanno permesso di evidenziare che la cavità era stata colmata con blocchi presi dalla copertura stessa e, in almeno un caso, dal muro di fortificazione. Oltre ai blocchi di maggiori dimensioni il riempimento è risultato essere costituito da terra, piccole pietre e abbondantissimi frammenti di tegoloni, embrici e ceramica
- OGGETTO insediamento insediamento fortificato
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MISURE
Circonferenza fianchi: 23525 mq
- LOCALIZZAZIONE Roccacasale (AQ) - Abruzzo , ITALIA
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Individuata nel 1886 dal De Nino, l’area è stata indagata a più riprese nella seconda metà del Novecento. La presenza umana nella zona è documentata già nel Tardo Bronzo da significativi reperti rinvenuti durante le campagne di scavo dirette dalla Zanco. Una frequentazione, sia pure saltuaria, dovette prolungarsi fino alla seconda metà del XV secolo, come pare attestare la ceramica raccolta all’interno delle cisterne e in una trincea praticata tra i blocchi della muratura in opera poligonale sul lato nord-ovest
- TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
- INTERPRETAZIONE Si tratta di un centro fortificato di tipo apicale con doppia cinta di mura, triplicata sul versante più esposto. Lo sviluppo complessivo delle fortificazioni toccava i 1250 metri e racchiudeva una superficie di oltre 23000 metri quadrati. La cinta interna ha evidenziato una diversa trattazione dei blocchi: gran parte della struttura è di II maniera ma non mancano tratti di III maniera. La spiegazione di tali differenze può ricercarsi sia in un’attività di ristrutturazione condotta in un momento successivo alla realizzazione della costruzione originaria sia in una scelta deliberata di lavorare con maggiore o minore attenzione i blocchi in considerazione del punto su cui andava insistere quel tratto di cortina. Entrambe le cisterne dovettero essere riempite intenzionalmente, in età moderna, per ovviare al pericolo di cadute accidentali al loro interno
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CONDIZIONE GIURIDICA
dato non disponibile
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1300301017
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo con esclusione della citta' dell'Aquila e dei comuni del cratere
- DATA DI COMPILAZIONE 2018
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
riproduzione di carta topografica (1)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0