Itinerari culturali del medioevo pugliese
Brindisi. Cattedrale S.Giovanni, mosaico pavimentale, particolare
La cattedrale di Brindisi, dedicata a San Giovanni Battista, la cui costruzione ebbe inizio nel 1089, fu più volte ricostruita e restaurata dopo il terremoto del 1746. Della chiesa romanica è rimasta la pianta a tre navate senza transetto, così come la posizione della facciata, ripartita verticalmente in fasce corrispondenti alle navate. All'interno sono visibili alcuni frammenti del pavimento musivo del XII secolo; in origine il pavimento doveva ricoprire l'intero piano di calpestio come nella cattedrale di Otranto. Fonti documentarie consentono una ricostruzione plausibile della sintassi decorativa del mosaico, di cui è noto anche il committente, l’arcivescovo Guglielmo, che lo fece realizzare nel 1178, grazie ad una epigrafe oggi perduta. I lembi di mosaico in opus tesselatum realizzato con tessere policrome in calcare e pasta vitrea, conservati nella zona absidale ed al centro della navata sinistra, mostrano una decorazione figurata il cui tema, come ad Otranto, è l’”Albero della Vita”. Intorno all'altare maggiore, resti di mosaico con decorazione figurata, delimitata da cornici continue e cornici con motivi vegetali e pseudocufici; nell'area absidale, 4 medaglioni che racchiudono con soggetti zoomorfi, tra cui si riconoscono un grifo, e due aquile. Sul lato sinistro dell'altare, dieci animali, alcuni poco leggibili, intrecciati a tralci vegetali. Sul lato destro dell'altare, due volatili di profilo con testa retrospiciente all’interno di cornici a caratteri pseudocufici, riscontrabile anche a sud dell'altare.
Il sito archeologico di Egnazia conserva le vestigia dell’antica città di Gnathia, la cui lunga storia si snoda dall’età del Bronzo all’altomedioevo. Gli scavi hanno messo in evidenza soprattutto la fase romana e tardoantica del sito, in cui sono visibili, tra l’altro, due basiliche paleocristiane. Dalla più antica (V secolo), nota come basilica episcopale, provengono i resti di un pavimento musivo a tessere quadrate in nero, bianco e rosso. La decorazione è di tipo essenzialmente geometrico con cornici a motivi vegetali; in uno dei pannelli è visibile un kantharos stilizzato; una cornice realizzata in tessere di colore rosso delimita i pannelli. Un mosaico pavimentale proviene anche dalla basilica più tarda (basilica meridionale, VI secolo) ma sembra essere pertinente ad un precedente edificio databile al IV/ V secolo; è in opus tessellatum composto da piccole tessere quadrate policrome che disegnano delle losanghe a cui si collegano motivi vegetali. I mosaici delle basiliche sono stati asportati in corso di scavo, restaurati e conservati nel museo di Egnazia.
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Brindisi. Cattedrale S.Giovanni, mosaico pavimentale
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Brindisi. Cattedrale S.Giovanni, mosaico pavimentale, particolare
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Fasano. Egnazia, mosaico della basilica episcopale, il pannello esposto nel museo