Produzioni vitree bollate di eta' imperiale nelle collezioni del Museo Nazionale Romano

Selezione di schede relative a un lotto di vetri bollati delle collezioni del Museo Nazionale Romano, riesaminato e catalogato per il Progetto nazionale "Corpus dei Bolli su Vetro" (AIHV-ICCD)
a cura di Giulia Giovanetti, pubblicato il 18/01/2018

 Nella prima età imperiale si affermò la nuova tecnica della soffiatura e il vasellame in vetro con il tempo divenne una merce di sempre più ampia diffusione. Una parte di questa ricca produzione vetraria di età imperiale è caratterizzata dalla presenza di bolli epigrafici o con raffigurazioni. Le prime testimonianze di bolli su vasellame vitreo da mensa svolgono la funzione di firma dell'autore dell'oggetto. Si tratta di documenti epigrafici della prima età imperiale che attestano l’attività di artigiani di origine orientale e il legame delle nuove manifatture occidentali con quelle dell’area siro-palestinese. A Roma sono documentati, come è possibile vedere nel gruppo di beni associati al percorso “Artas”, tazze in vetro soffiato che presentano sull'ansa la firma sia in greco che in latino, impressa a caldo durante la lavorazione attraverso una pinza, del vetraio responsabile dell'officina, originario di Sidone nell'attuale Libano. La diffusione di un numero significativo di esemplari di Artas a Roma e la presenza del toponimico potrebbero suggerire non solo l'individuazione nella città del maggior centro di consumo ma anche la localizzazione dell'officina vetraria nell'Vrbs. A partire dalla seconda metà del I secolo d.C. si svilupparono produzioni di massa di forme soffiate con l’ausilio di matrici che recano sul fondo esterno un marchio o un bollo epigrafico; si tratta prevalentemente di contenitori di forma chiusa destinati al trasporto e al commercio di derrate o di sostanze aromatiche e medicinali, prodotti in serie. 


Nei gruppi di beni qui selezionati sono pubblicati una serie di esempi rappresentati da bottiglie, a corpo quadrangolare o prismatico, e piccoli contenitori adatti al trasporto di liquidi. In queste produzioni ordinarie è molto probabile che il bollo si riferisca al produttore del contenuto in associazione con le officine vetrarie che realizzavano il contenitore. Una forma bollata caratteristica della media età imperiale è una bottiglia che viene chiamata negli studi “mercuriale” perché in alcuni casi il bollo sul fondo presenta quattro lettere negli angoli con al centro un personaggio caratterizzato da cappello a larga tesa (petaso), tipico bastone (caduceo) e un marsupio nella mano destra, attributi che caratterizzano la divinità protettrice dei mercanti (Gruppo “CMHR”). In un altro gruppo, documentato anche da un esemplare dal Palatino, il bollo è caratterizzato dalle lettere Hyla e da un ariete al centro (Gruppo “Hyla”). Le bottiglie erano soffiate utilizzando delle matrici, alcune delle quali, in pietra, sono giunte fino noi. Nel caso invece dei più piccoli balsamari i contenitori erano soffiati liberamente e il bollo circolare veniva impresso a caldo con un punzone sul fondo. Nel gruppo “CSC” si può osservare infatti come le lettere e il gallo siano incavate e non a rilievo. L'interpretazione delle iscrizioni che accompagnano i bolli non è univoca; nel caso di Hyla potrebbe trattarsi di un personaggio (Hylas), mentre in altri casi le lettere devono essere lette come abbreviazioni e rimandare probabilmente ai produttori del contenuto in associazione con le officine vetrarie.