Il parco della Reggia di Caserta
La Reggia di Caserta - nominata nel 1997 Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO - può essere considerata uno dei tanti capolavori di epoca barocca che fanno parte della nostra nazione. Architettura, giochi ottici e natura sono armoniosamente combinati tra loro per dare vita a uno spazio unico, sapientemente coordinato dall'architetto Luigi Vanvitelli (1700- 1773). A cavallo del XVIII, Carlo I di Borbone, Re di Napoli, decise di promuovere la costruzione di un’imponente residenza sul modello delle dimore reali francesi, soprattutto della Reggia di Versailles. Vanvitelli, progettò la reggia e il parco, ma non riuscì a vedere l'opera completata a causa della sua morte. Il figlio Carlo (1739- 1821) porterà a termine la realizzazione del parco, apportando modifiche al progetto originario. Presso la fototeca custodita nello splendido palazzo dell’Istituto centrale del catalogo e della documentazione – sono conservate numerose fotografie di particolare bellezza, che immortalano le meraviglie presenti nel Parco della Reggia di Caserta. Spesso, si tratta di campagne fotografiche condotte da celebri fotografi: è il caso dei positivi realizzati da Romualdo Moscioni, dai fratelli Alinari o White Capri. Si tratta di immagini poetiche, connotate da una particolare intensità ed espressività fuori dal tempo.
Fondo MPI, Archivi Fotografici ICCD
Aeronautica Militare, Caserta - Palazzo Reale, reggia, veduta aerea, gelatina ai sali d'argento, MPI145065
Il Parco Reale si estende su una superficie di circa 120 ettari, ha una lunghezza di 3 km e le fontane sono alimentate dall'Acquedotto Carolino – grandiosa opera di ingegneria idrica voluta da Carlo I di Borbone e ideata dal Vanvitelli. In origine, la zona apparteneva alla nobile famiglia napoletana degli Acquaviva: qui vi era la loro residenza e durante i lavori di costruzione della Reggia, fu mantenuto il vecchio bosco. Quello che colpisce lo spettatore, è la bellezza e l'armonia nello spazio circostante tra la natura e le opere d'arte. Luigi Vanvitelli aveva previsto un adeguamento dell'originario giardino rinascimentale degli Acquaviva, ma il progetto fu modificato. La stessa Maria Carolina d’Asburgo Lorena, Regina di Napoli, decise di far costruire un giardino all'inglese - seguendo la moda che si sviluppa proprio alla fine del XVIII secolo – rivaleggiando con la sorella Maria Antonietta regina di Francia, che proprio a Versailles fece edificare un meraviglioso giardino di questa tipologia. Grazie alla testimonianza dell’architetto Luigi Vanvitelli, è possibile tornare indietro nel tempo, fino al 20 gennaio 1752 – anno in cui venne posta dal Re la prima pietra nel cantiere della Reggia. In quell’occasione, tutta la corte del Re e della Regina fu presente all’evento: “Il primo a giungere alla funzione fu Monsignor Nunzio Appostolico, incontrato dal Clero della Cappella Reale; quindi sopravvenne il corteggio Nobile vestito a tutta gala, e finalmente le Maestà del Re, e della Regina in muta a sei, col numeroso seguito di altre mute de i Cavalieri, e delle principali Dame di Corte, adornate coll’estremo della ricchezza, e della leggiadria. Discesero le Regnanti Maestà dalla Carrozza, e salirono nel luogo magnifico descritto sopra una predella ricoperta di velluto trinato d’oro, ove si assisero in due ricche sedie di appoggio, attorniate dai Cavalieri Capi di Corte, dai Ministri, dai Gentiluomini di Camera, e dagli Ambasciatori delle Corone straniere, unitamente con molti Uffiziali di rango, e numerose Nobiltà dei Regni.” Dalle parole del celebre architetto si percepisce lusso e sfarzo: il momento di apertura del cantiere della Reggia doveva essere celebrato alla presenza delle più importanti personalità laiche e secolari dell’epoca, per dimostrare fin da subito la potenza della famiglia dei Borboni.